Viaggio nella fragilità del territorio Parmense

SMA MODENA
lombatti_mar24

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04/01/2010
h.19.50

“Una montagna che vuole resistere ma che deve fare i conti con una fragilità che si manifesta e si è manifestata in modo diffuso”. Strade dissestate, frane, sponde erose. E poi gli alberi: spezzati, caduti, che ingombrano carreggiate e corsi dei torrenti. Il sopralluogo compiuto oggi dalla Provincia insieme ai tecnici dell’Agenzia regionale di Protezione civile e del Servizio Tecnico di Bacino è stato di fatto un viaggio dentro la fragilità del territorio parmense. Un viaggio nelle alte valli dell’Appennino, sotto la neve che cominciava a cadere ma che non ha fatto in tempo a coprire i disastri provocati dal maltempo che dal 23 al 25 dicembre si è abbattuto sulla montagna provocando danni stimati intorno ai 60 ml di euro.
Non c’è niente di appariscente e per fortuna nessuna persona coinvolta, ma danni diffusi un po’ ovunque, un moltiplicarsi di situazioni che non cessano di evidenziarsi e che coinvolgono quasi tutti i comuni. Basta pensare che nella zona “alta” del Taro e Ceno i soli danni sulle strade provinciali ammontano a 2,3 ml di euro con 32 dissesti verificati.
Questa mattina la colonna guidata dagli assessori provinciali alla Difesa del Suolo Ugo Danni e alla Protezione Civile Gabriele Ferrari, ha accompagnato Maurizio Mainetti responsabile della Programmazione, pianificazione e gestione emergenze dell’Agenzia regionale di Protezione Civile, lungo la provinciale 523. Con loro i dirigenti della Provincia Ermes Mari (Viabilità) e Gabriele Alifraco (Ambiente) insieme a funzionari del Servizio tecnico di Bacino. A Berceto è arrivato il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli, impegnato fin dai giorni successivi il disastro nel coordinamento delle verifiche per la richiesta di finanziamenti destinati a realizzare il piano provinciale per la messa in sicurezza del territorio.
“ E’ grave quello che è accaduto, su un territorio come quello della nostra montagna che ha bisogno di essere assistito e sostenuto nel progetto di difesa del suolo – ha detto Bernazzoli – Per questo abbiamo già individuato le prime risorse necessarie. Per questo vogliamo coordinare gli interventi per non abbandonare i comuni da soli, continuare a sostenere la montagna, e insieme ottenere il massimo di risorse disponibili in questa fase straordinaria ma anche di farci riconoscere come seconda provincia d’Italia per il dissesto e quindi poter accedere alle risorse strutturali che il ministero dell’Ambiente ha a disposizione. E’ un progetto ampio che perseguiamo dal 2000 e sul quale vogliamo la collaborazione di tutti. La Provincia di Parma in questo si propone come coordinatore di un intervento duraturo nel tempo che ci permetta di ottenere i migliori risultati possibili”.
La prima tappa del sopralluogo è stata a Casello di Compiano dove c’è una frana sulla provinciale, con un fronte di 40 metri fra la fondovalle e la strada comunale vicina alla cinta muraria del paese. Poi al Municipio di Bedonia dove si è fatto il punto della situazione con il vicesindaco del centro montano Pierluigi Granelli, quello di Tornolo, Alessandro Cardinali e il sindaco di Compiano Sabina Delnevo. A Bedonia sono localizzati 3 degli interventi di somma urgenza (due nell’alta Val Ceno e uno nell’alta Val Taro), una situazione di estrema emergenza per affrontare la quale arriverà dalla Regione un finanziamento annunciato dallo stesso Mainetti nel corso dell’incontro. “Stiamo intervenendo sostenendo l’impegno dei sindaci – ha spiegato Mainetti – Dopo il sopralluogo di oggi autorizzeremo come Protezione civile 100mila euro per il Comune di Bedonia per gli interventi di somma urgenza che sostanzialmente sono già stati realizzati a tutela della sicurezza della popolazione interessata. Poi d’intesa con i presidenti delle Provincie, le Prefetture, le amministrazioni locali, il presidente Errani ha già richiesto lo stato di emergenza perché i danni sono così diffusi e gravi che servono mezzi e poteri straordinari che solo lo stato ci può dare”.
I danni maggiori si sono verificati sulla viabilità (4 ml di euro la conta sulle strade provinciali): Bruschi, Masanti, Nocivelia, Caneso, Gelana sono le frazioni di Bedonia dove la situazione è critica. E in continua evoluzione. A Scopolo questa notte si è verificato un’altro smottamento, terreno e piante che rischiano di finire dentro il torrente. Le cifre raccontano bene quello che è accaduto: 800mila euro di danni a Bedonia, poco di più a Tornolo, comune che ha già speso 30mila euro in somme urgenze destinate a ripristinare i collegamenti. Nel piccolo centro sono soprattutto due le situazioni che preoccupano: a Casale val Taro e Ponte Strambo e le frazioni della zona di Santa Maria del Taro. 400mila euro i danni stimati dal comune di Compiano dove la notte di Natale è stato necessario far evacuare una famiglia e chiudere la strada di collegamento con una frazione. Anche qui tanti gli smottamenti con il Rio Ravesa che è tracimato. Il racconto degli amministratori è di fatto un elenco di situazioni in cui, se non si interviene come hanno sottolineato gli assessori Gabriele Ferrari e Ugo Danni, si rischia una situazione sempre peggiore soprattutto considerando che l’inverno è appena iniziato e che in queste ore la neve ha ripreso a cadere. “Abbiamo un territorio così fragile che in montagna diventa friabile e ogni volta che le situazioni precipitano diventa sempre più complicato risolvere i problemi”.
Dopo Bedonia il sopralluogo ha toccato Gotra di Albareto dove il Taro ha corroso la sponda accanto alla provinciale e raggiunto Berceto. Qui il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli e il sindaco Luigi Lucchi hanno percorso la strada per Corchia dove una grossa frana ha eroso parte della strada che arriva al borgo.