“Vignali, vivere o morire? Fai la tua scelta”

SMA MODENA
lombatti_mar24

03/08/2011

La pressione su Vignali non si allenta. Anzi, il dibattito sulla necessità o meno delle dimissioni del sindaco si allarga. Ormai è chiaro che la volontà di porre fine a questa esperienza amministrativa proviene più dall’interno di una parte dei cosiddetti “civici” che non dal centrosinistra che, sfumata la possibilità del voto in autunno insieme alle elezioni regionali del Molise essendo passata la fatidica data del 30 luglio, si sta rendendo conto che il prolungamento di questa situazione di stallo e logoramento consegnerà loro la vittoria su un piatto d’argento.
Le richieste di dimissioni del sindaco Vignali ci stanno. Sono stati arrestati dirigenti vicinissimi a lui… in Italia abbiamo sentito le opposizioni chiedere dimissioni per molto, molto meno. Al contrario, se Pagliari & C. non le avessero reclamate l’elettorato di centrosinistra avrebbe dovuto pretendere le loro per manifesta incapacità politica! Del resto non si poteva certo esigere che di fronte ad una retata simile la minoranza stesse lì buona con il codice penale in mano ad attendere il terzo grado di giudizio previsto dalla Costituzione prima di dire alla maggioranza di alzare i tacchi e sbaraccare… con i tempi della giustizia italiana per di più!!!
Queste sono le regole della politica.
E ci sta anche che alcuni civici puntino ad utilizzare 8-9 mesi di commissariamento del Comune per far decantare le acque e organizzare una nuova coalizione che li veda ancora protagonisti. L’istinto di sopravvivenza è innato in tutti gli animali, figuriamoci se non ce l’hanno i politici.
Ma se si guardano i fatti non con gli occhi della politica ma della normativa vigente, è stata altrettanto legittima la decisione di Vignali di rimanere. Nessun sindaco in Italia si è mai dimesso per indagini a carico di funzionari comunali, probabilmente neppure a seguito di una loro condanna, tanto più se lui non è neppure indagato. Ma Vignali non ci venga a raccontare che sta lì per gestire l’emergenza e mettere in sicurezza il bilancio del Comune, se poi non trova l’esigenza di convocare il consiglio comunale fino al 30 agosto…
Ma se Vignali ha deciso di stare al suo posto perché estraneo alle vicende imputate ai suoi dirigenti, non si comprende perché nella prima delle lettere alla città abbia annunciato la sua decisione di non ricandidarsi. Non so chi lo consigli, ma quello è stato un autogol spaventoso, perché nell’ingenua speranza di ottenere una tregua di qualche giorno ha delegittimato se stesso attribuendosi indirettamente il sospetto di responsabilità che neppure la Procura gli aveva affibbiato.
Ma il masochismo di Vignali non si ferma qui. Qualche giorno fa rispondendo a Bersani, il sindaco ha scritto che se mai venisse indagato immediatamente si dimetterebbe. Una dichiarazione assurda, demagogica, aberrante, priva di ogni senso giuridico e forse anche istituzionale.
Vignali ha davanti a sé due strade: dimettersi per motivazioni politiche (e le condizioni ci sarebbero già state per farlo), oppure, se come dice lui (e penso anch’io) è sicuro di non aver commesso alcun reato, portare a termine il mandato, dimostrando così alla città la sua estraneità ai fatti oggetto di indagine, smettendola però con la manfrina del mandato a tempo, delle scuse, del “senso di responsabilità”… ma facendo il sindaco per davvero, in modo determinato, fino alla fine o quantomeno fino a quando avrà una maggioranza che lo sostiene. Un sindaco dimezzato, incerto, che lancia messaggi contraddittori, debole fa più danni alla città di un commissario.
Ma a quel punto, se riuscisse ad arrivare al termine del mandato, pulito, penso che Vignali abbia il diritto come tutte le persone per bene di ricandidarsi e far giudicare dagli elettori il proprio lavoro comprensivo di eventuali errori di altri da lui scelti che, se non possono essergli imputati, non possono neppure essergli abbuonati.
Come direbbe il serial killer John Jigsaw Kramer nella celebre serie cinematografica horror-splatter “Saw”: “Vignali, vivere o morire? Fai la tua scelta”.

Andrea Marsiletti