Welfare, “per il Corriere Parma è un modello”

SMA MODENA

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18/06/2010
h.17.50

Il Corriere della Sera (clicca qui per scaricare l’articolo) un paio di giorni fa, per voce dell’autorevole firma Dario di Vico, ha indicato Parma e le sue politiche familiari come uno dei modelli di “nuovo welfare” che le realtà sociali, economiche e istituzionali più lungimiranti stanno costruendo per garantire qualità della vita ai cittadini nonostante la crisi e guardando oltre ad essa.
Non è il primo, né tra i commentatori nazionali, né tra gli amministratori di ogni schieramento politico a sostenerlo.
Progetti come il Quoziente Familiare, il Parma Social Housing, il Welfare Community Center sono effettivamente il risultato, ormai riconosciuto da chi si occupa di questi temi, di una progettualità avanzata che ricerca strumenti nuovi da mettere al servizio di un valore fondamentale: la coesione sociale e la qualità della vita delle persone e delle famiglie.
Fa dunque un certo effetto continuare a leggere sui giornali locali che invece a Parma partiti politici e organizzazioni critichino sistematicamente tutti questi progetti, e per di più li critichino in toto, senza argomenti e distinzioni, e usando parole d’ordine e slogan che non trovano nessun riscontro nella realtà dei fatti.
Possibile che Dario Di Vico, vice direttore del Corriere della Sera, o un economista del calibro di Oscar Giannino, o il direttore di Famiglia Cristiana Don Sciortino, o il Direttore del CISF (Centro Internazionale Studi Famiglia) e Presidente del Forum delle associazioni familiari Francesco Belletti abbiano preso clamorosi abbagli tutte le volte che hanno indicati i progetti di questa Amministrazione come buone pratiche da studiare e imitare?
Ma soprattutto com’è possibile che alcuni di quegli stessi progetti siano descritti dai nostri interlocutori locali come ghetti, come mostri, addirittura come pericolosi regressi?
E’ chiaro che ogni idea, ogni progetto possa essere migliorato, ma viene il dubbio che in certi casi i documenti non siano stati nemmeno letti e che la critica sia dovuta a pregiudizio politico o alla poca disponibilità a mettere in discussione vecchi modelli organizzativi e rendite di posizione.
Per questo, pur restando sempre aperti al dialogo, noi andiamo avanti avendo a cuore solo interessi e bisogni dei parmigiani, sapendo che come interlocutori abbiamo le migliaia di persone che in città sanno guardare oltre agli interessi personali, di parte e di partito.

Lorenzo Lasagna
Portavoce di Parma Civica