
“Il mio impegno per garantire ai parmigiani più sicurezza e decoro dopo la fallimentare politica pizzarottiana”.
È quello che ha dichiarato Paola Zanichelli, candidata della Lega in Consiglio comunale in merito agli impegni che vuole fare assumere alla prossima amministrazione comunale di Parma.
“Secondo alcuni sondaggi l’insicurezza è uno dei problemi più sentiti dai parmigiani. Il fatto che Parma abbia scalato in negativo in questi ultimi anni le classifiche per reati di microcriminalità e che le cronache quotidiane riportino continuamente di risse, borseggi e altre violenze e furti commessi da bande di giovani dimostra che questo problema non è solo di percezione ma è, purtroppo, decisamente reale. Ed è aumentato proprio a causa del disinteresse per esso da parte delle amministrazioni di Pizzarotti.
Io che vivo a San Leonardo, uno dei quartieri più problematici, conosco bene questa situazione – ha proseguito – Ho deciso di candidarmi nella Lega perché è da sempre il movimento politico più sensibile ad ogni livello alla necessità di dare più sicurezza ai cittadini e quello che anche in altre realtà simili e vicine a Parma, come Ferrara e Piacenza lo ha affrontato con serietà ed efficacia. Il nostro programma su questa tematica prevede appunto proposte concrete ed efficaci come il poliziotto di quartiere, il ripristino del gruppo cinofilo, l’aumento della dotazione organica della polizia locale ad un numero di agenti adeguato alle esigenze della città.
Ci vuole un assessorato unico alla sicurezza integrata che sappia coordinare tutte le attività di contrasto alla criminalità e di prevenzione anche con riguardo alle attività specifiche per i giovani, nelle scuole, nelle parrocchie e nelle associazioni sportive. Una città più viva e solidale è anche una città più sicura. Inoltre, voglio impegnarmi per un posto di polizia h24 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale Maggiore e presso la Stazione ferroviaria. Con una precisazione importante, che le persone che si rifugiano durante la notte nei treni o nei luoghi abbandonati presso la stessa stazione o altrove, devono avere riconosciuti i diritti umani e quindi anche la possibilità di avere ricoveri adeguati”.