
Sostenere ed aiutare ragazzi con disabilità significa soprattutto saper dialogare con loro, comprenderne le necessità ed interpretarne i bisogni, anche quelli più difficili da trattare come può essere l’abito legato alla sessualità. Servono attenzione, confronto e sensibilità.
Per parlare di questo argomento estremamente delicato, martedì 13 settembre, presso lo CSAC di Parma, si è svolto l’incontro “Chiacchierando di affettività e sessualità” organizzato dalla Cooperativa Proges. Una giornata di formazione durante la quale gli educatori ed operatori delle diverse strutture hanno potuto scambiarsi opinioni e reciproche esperienze sul tema, ascoltando interessanti spunti di professionisti che hanno fornito significativi contributi per una riflessione sempre più approfondita.
Roberta Marchesini, Coordinatrice Proges dell’Area Minori ha introdotto i diversi relatori che si sono succeduti nel corso del seminario. Il Dott. Fabio Groppi, della Cooperativa “Le Mani Parlanti”, ha sottolineato l’importanza del mantenere un atteggiamento che favorisca la possibilità di vivere correttamente il desiderio indirizzando i giovani verso una più corretta comprensione delle sue diverse sfaccettature. Molto importante è anche il dialogo con le famiglie dei ragazzi, comprendere come affrontano la problematica ed aiutarli nella sua gestione.
Testimonianze di chi vive questa quotidianità sono arrivate da Domenica Bertoni, madre di un ragazzo disabile e portavoce dell’Associazione FACE, ma anche da Cecilia Setti, educatrice del “Porto di Coenzo”, che ha raccontato le esperienze dirette vissute all’interno della cooperativa.
Reduce da laboratori sperimentali, Davide Mori de “Il Giardino di Noceto” ha portato al pubblico presente l’esempio di quanto accaduto durante i diversi incontri, sottolineando il ruolo primario svolto dall’interpretazione delle emozioni, utili per conoscersi ed approcciarsi gli uni con gli altri.