28 marzo 1923: istituzione della Regia Aeronautica

Il 28 marzo 1923 viene istituita la Regia Aeronautica.

La Regia Aeronautica fu una delle tre forze armate, assieme al Regio Esercito e alla Regia Marina, del Regno d’Italia.

Istituita con regio decreto nel 1923, i suoi uomini ebbero un ruolo di primo piano nella cosiddetta “età dell’oro” dell’aviazione compiendo varie crociere aeree e gareggiando nella Coppa Schneider. La politica estera del regime fascista la vide impegnata nel 1935-1936 nella guerra d’Etiopia e, dal 1936 al 1939, nella guerra civile spagnola dove fu attiva l’Aviazione Legionaria. Successivamente, dal 1940 al 1943, prese parte alla seconda guerra mondiale nel corso della quale, in seguito all’armistizio di Cassibile reso noto l’8 settembre 1943, i suoi uomini si divisero tra l’Aeronautica Cobelligerante, fedele al Regno del Sud, e l’Aeronautica Nazionale Repubblicana, forza armata della Repubblica Sociale Italiana di Benito Mussolini.

In seguito alla nascita della Repubblica Italiana ha cambiato nome in Aeronautica Militare.

Al termine della prima guerra mondiale, la smobilitazione ridusse i ranghi del Servizio Aeronautico. Tuttavia in Libia, l’operazione di riconquista (1922-1932) vide protagonisti gli SVA ed i Ca.33-Ca.36, sostituiti col tempo dai nuovi IMAM Ro.1 e Caproni Ca.73 e Ca.101 che, oltre alle azioni di bombardamento e ricognizione (assente la caccia in quanto mancava un’aviazione avversaria), si occupavano anche del rifornimento delle truppe per i generi di prima necessità.[1] Nel febbraio del 1922, il X Battaglione Ascari Eritrei venne assediato dai ribelli ad el-Azizia (Tripolitania italiana) e la sola possibilità di collegamento era quella aerea. Cinque Caproni trasportarono truppe fresche all’andata ed evacuavano feriti e personale civile al ritorno, compiendo così il primo ponte aereo della storia.

In patria l’aeronautica venne organizzata in Raggruppamenti: bombardamento – ricognizione, caccia e dirigibili. Gli aerei disponibili erano 273, mentre la Marina contava su 54 idrovolanti. Nel suo primo gabinetto (1922) Benito Mussolini elesse i due direttori generali Giulio Douhet, per l’aeronautica militare, e Arturo Mercanti per l’aviazione civile.

Dopo l’istituzione, il 24 gennaio 1923, di un Commissariato per l’Aeronautica, la Regia Aeronautica venne istituita con il regio decreto 645 del 28 marzo 1923: ad essa erano affidate tutte le forze aeree militari del Regno e delle colonie dell’esercito e della marina. Il primo comandante dell’aeronautica (la carica di capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica non era stata ancora istituita) fu il generale Pier Ruggero Piccio, già asso dell’aviazione. Il generale volle subito iniziare a rendere l’aeronautica un’arma all’altezza del compito. Impose a tutti quelli che avevano richiesto di farne parte come piloti, di prendere il brevetto relativo, inoltre un giorno prefissato impose a tutti gli stormi e le scuole di levare in volo tutti gli aeroplani in condizioni di farlo: dei quasi 300 apparecchi, solo 66 riuscirono a decollare. Il 31 ottobre 1923 circa 300 tra aeroplani ed idrovolanti convergettero su Roma per prendere parte ad una parata schierandosi all’aeroporto di Roma-Centocelle il pomeriggio del 4 novembre (quinto anniversario della fine della prima guerra mondiale), giorno in cui venne consegnata la bandiera all’arma aeronautica. Sempre del novembre 1923 è la nascita dell’Accademia Aeronautica.

Il primo capo di Stato Maggiore dell’Aeronautica fu lo stesso generale Piccio, in carica dal 1925. Il 30 agosto dello stesso anno la Regia Aeronautica viene ufficialmente innalzata allo stesso livello della marina e dell’esercito con la costituzione del Ministero dell’Aeronautica, con tre Direzioni generali: Personale militare e Scuole aeronautiche, Personale civile aeronautico e Genio aeronautico.

Nel 1925 lo spazio aereo italiano venne diviso in cinque zone aeree: 1ª a Milano, 2ª a Bologna, 3ª a Napoli, 4ª a Palermo e 5ª a Cagliari. L’armata era suddivisa invece in tre “squadre”, le quali erano a loro volta suddivise in “divisioni”, queste ultime in “brigate” e “stormi”, gli stormi in “gruppi”, e infine i gruppi in “squadriglie”. Le squadriglie dell’armata erano 78, mentre le squadriglie da ricognizione erano 57 e quelle da ricognizione marittima 35, con piloti dell’aeronautica ed equipaggi del Regio Esercito e della Regia Marina.

Parallelamente alla crescita aerea si sviluppò l’industria aeronautica che produceva materiali molto apprezzati all’estero e che venivano acquistati da una quarantina di Paesi quasi tutti extraeuropei. L’attività sperimentale portò a fondere l’Istituto Sperimentale Aeronautico e la Direzione Sperimentale dell’Aviazione Militare nella nuova Direzione Superiore Studi ed Esperienze (DSSE), operativa dal 1º febbraio 1928. Esattamente tre mesi dopo, il 1º maggio, il DSSE assunse il comando del centro sperimentale di Montecelio, dove nell’ottobre 1930 iniziarono i lavori che portarono alla fondazione della cosiddetta “Città dell’Aria” di Guidonia.

Il 28 ottobre del 1931 fu inaugurato il nuovo palazzo sede del Ministero dell’Aeronautica e del relativo Stato Maggiore, disegnato dall’architetto Roberto Marino.

La Regia Aeronautica, nella metà degli anni trenta, appariva come una delle migliori forze aeree sulla scena mondiale, grazie anche al successo del caccia biplano Fiat C.R.32 nella guerra civile spagnola ed alle imprese aviatorie compiute. La realtà era però sostanzialmente un’altra, dato che le imprese in cui si era cimentata l’Aeronautica avevano spinto la sua evoluzione in una direzione sbagliata.

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