
Il 30 luglio 1971 l’Apollo 15 atterra sulla Luna.
Apollo 15 fu la nona missione con equipaggio del Programma Apollo e la quarta ad allunare.
La composizione degli equipaggi venne resa nota al pubblico dalla NASA il 26 marzo 1970, poco prima del lancio di Apollo 13. Per il comandante David Scott si trattava del terzo volo nello spazio, dopo le missioni di Gemini 8 e Apollo 9. Per Alfred Worden, pilota del modulo di comando e James Irwin, pilota del modulo lunare, si trattava della prima esperienza nello spazio. I tre erano membri dell’aeronautica militare americana.
Pure il comandante di riserva Richard Gordon aveva esperienza nello spazio, avendo volato su Gemini 11 e come pilota del modulo di comando di Apollo 12 (missione che portò Conrad e Bean sulla Luna). Come d’uso alla NASA, l’equipaggio di riserva avrebbe dovuto volare la terza missione successiva, in questo caso su Apollo 18. Essendo stata cancellata questa missione già a settembre del 1970, la speranza di poter volare verso la luna per Gordon, Brand e Schmitt – che per l’appunto componevano l’equipaggio di riserva – divenne minima. Infatti l’unico che visse quest’esperienza fu Schmitt, che volò quale scienziato-astronauta su Apollo 17.
L’equipaggio di supporto era esclusivamente composto da scienziati-astronauti facenti parte del sesto gruppo di selezione della NASA, più precisamente da Joseph Allen, Robert Parker e da Karl Henize.
All’inizio di gennaio 1970, ancor prima di rendere noto l’equipaggio di Apollo 15, l’ultima missione del programma, Apollo 20, venne cancellata per risparmiare. A settembre dello stesso anno venne deciso di cancellare due ulteriori voli, cioè la missione originaria di Apollo 15, nonché Apollo 19. I rimanenti tre voli dal 16 al 18 vennero dunque rinumerati da 15 a 17.
Ciò considerato la missione di Apollo 15 divenne una missione del tipo J, con attività scientifica avanzata. Il modulo lunare LM-10 era stato ottimalizzato al confronto di quello utilizzato da Apollo 14 e pertanto consentiva di rimanere per un periodo prolungato sulla superficie della Luna. Inoltre fu possibile trasportare il primo rover lunare (LRV – Lunar Roving Vehicle). Grazie ai sistemi di sopravvivenza migliorati delle tute spaziali (PLSS), gli astronauti poterono rimanere più tempo nello spazio e dunque poterono coprire maggiori distanze sulla superficie lunare.
Il rover lunare venne trasportato sulla Luna sulla parte esterna del modulo lunare. Il modulo lunare venne battezzato Falcon (Falco), mentre al modulo di comando CSM-112 venne assegnato il nome dell’imbarcazione dell’esploratore James Cook Endeavour. Anche la NASA stessa assunse in tale occasione, oltre al modo di scrivere detta denominazione nel Regno Unito, la versione americana Endeavor.
Il modulo lunare LM-9 nonché il modulo di comando CSM-111, previsti per la missione spaziale cancellata, non sono mai stati utilizzati in una missione di allunaggio successiva. LM-9 venne successivamente esposto presso il Kennedy Space Center, mentre CSM-111 venne utilizzato nel 1975 per il progetto Apollo-Sojuz (ASTP).
L’addestramento geologico degli astronauti venne aumentato rispetto alle missioni Apollo precedenti. In particolar modo con ciò si voleva sottolineare la funzione scientifica di questa missione. Le singole unità del razzo Saturn V, numero AS-510, vennero trasportate a Cape Kennedy nel periodo tra maggio e luglio 1970. L’11 maggio 1971 fu terminato l’assemblaggio delle stesse ed il razzo venne trasportato fino alla rampa di lancio 39-A.
Durante la missione hanno collaborato nel ruolo di radiofonista di contatto (Capcom) in particolar modo i membri degli equipaggi di riserva Gordon, Brand e Schmitt, rispettivamente Allen, Henize e Parker, nonché gli astronauti di Apollo 14 Alan Shepard ed Edgar Mitchell, senza tralasciare l’astronauta del settimo gruppo Gordon Fullerton. Quest’ultimo era uno dei sette astronauti che, ad agosto del 1969, erano passati dall’aeronautica militare americana – US Air Force – alla NASA, dato che l’Air Force aveva chiuso senza successo i propri programmi per un programma spaziale equipaggiato, il famoso Manned Orbiting Laboratory – (MOL) che non fu mai realizzato nella forma prevista.
Il razzo Saturn V con il numero AS-510 venne lanciato il 26 luglio 1971 alle ore 13:34 UTC da Cape Canaveral, Florida e raggiunse dopo 12 minuti l’orbita terrestre. Compiute due orbite complete, venne riacceso il terzo stadio del razzo per portare Apollo 15 in direzione Luna.
Come sito di allunaggio venne scelto il “ruscello di Hadley” nelle montagne degli Appennini lunari.
La prima attività fuori bordo (EVA) degli astronauti Scott e Irwin fu terminata dopo soli 33 minuti. Si trattò di una cosiddetta Stand-up EVA, o come veniva chiamata dagli astronauti stessi, di una Sightseeing Tour – cioè di mera visualizzazione dell’area di atterraggio. Le prime immagini scattate e trasmesse furono impressionanti.
La prima vera e propria EVA venne iniziata dopo una pausa di cinque ore per consentire agli astronauti di dormire. Fu la prima volta che gli astronauti poterono dormire senza dover indossare le loro tute spaziali.
Durante la fase di assemblaggio del rover lunare, Scott dovette constatare che lo sterzo anteriore era difettoso. Dato che il veicolo era dotato pure di uno sterzo posteriore, il rover poté comunque essere utilizzato. Gli astronauti si diressero verso un punto marcante del ruscello di Hadley, il così detto “gomito”.
Si trattava di un dirupo con una larghezza di 1 km per una profondità massima di 300 m. Valle di chiara origine vulcanica e pertanto ideale per montare gli strumenti ALSEP (Apollo Lunar Surface Experiments Package). Ovviamente il viaggio verso la valle fu particolarmente movimentato. Con solo un sesto di forza di gravità in confronto di quella sulla Terra, il veicolo provocò diversi salti ed in parte ebbe contatto con il suolo lunare per più volte su di una sola ruota. Una curiosità: durante tale missione furono pronunciate le uniche parole italiane sulla Luna. Scott, infatti, sorpreso dalla particolare lucentezza di una roccia, urlò le parole: “Mamma mia!”. L’attività fuori bordo durò 6 ore e 32 minuti.
La seconda EVA fu con 7 ore e 12 minuti quella più lunga. Questa portò gli astronauti fino al Mount Hadley che si trova a circa 5 km di distanza dal punto di allunaggio. Un trapano decisamente migliorato in confronto a quelli delle precedenti missioni, consentì di prelevare dei campioni di roccia da oltre due metri di profondità.
La terza EVA portò gli astronauti per la seconda volta verso la valle Hadley. L’equipaggio terminò tale escursione dopo 4 ore e 49 minuti. Durante le ultime fasi di questa EVA, ci fu una breve commemorazione in onore degli astronauti deceduti e venne lasciata sul suolo lunare una statuetta di metallo denominata Fallen Astronaut.
Prima di lasciare l’orbita, gli astronauti prelevavano un piccolo satellite dalla SIM Bay del modulo di comando per lasciarlo girare intorno alla Luna. Compito del satellite fu di registrare dati sui campi magnetici e di gravitazione della Luna. Il viaggio di ritorno avvenne senza problemi. Alfred Worden lasciò il modulo di comando per un ulteriore EVA di 38 minuti per recuperare materiale fotografico dal Endeavour. Fu la prima attività fuori bordo su di un modulo di comando dopo Apollo 9.
Il 7 agosto 1971, alle ore 20:45 UTC, Apollo 15 ammarò nell’Oceano Pacifico. Nonostante la mancata apertura di un paracadute, non ci furono problemi e l’equipaggio poté essere recuperato dalla portaerei USS Okinawa. La missione portò ben 76,8 kg di pietre lunari sulla Terra.