
Al termine di 4 giorni di combattimenti la popolazione di Napoli, aiutata da reparti militari italiani rimasti fedeli al governo Badoglio dopo l’8 settembre, riusciva ad avere la meglio e scacciare le truppe di occupazione tedesche.
La rabbia e l’esasperazione della popolazione civile in seguito ad esecuzioni indiscriminate e ai rastrellamenti, che si erano intensificati dopo l’armistizio, portarono ad una sollevazione popolare – inizialmente priva di elementi organizzativi – contro i tedeschi.
Episodi di malcontento e scontri si erano avuti un po’ in tutta la città nelle settimane precedenti, ma l’insurrezione vera e propria iniziò il 27 settembre al quartiere Vomero, dove un gruppo di persone armate fermò un’automobile tedesca e uccise l’ufficiale che ne era alla guida.
Si calcola che circa in 30.000 – ma furono molti di più coloro che, pur non partecipando direttamente alla lotta, aiutarono i combattenti – si scontrarono con gli 8.000 nazifascisti presenti in città, che dopo 4 giorni di aspri combattimenti, temendo anche l’arrivo delle truppe alleate che avanzavano da sud, abbandonarono Napoli e si ritirarono.
Quando le forze anglo-americane giunsero in città il 1 ottobre la trovarono in festa e completamente liberata. Napoli fu la prima grande città europea ad insorgere con successo contro l’occupazione nazista e a riconoscimento di tale atto patriottico le venne conferita la medaglia d’oro al valor militare.
Alessandro Guardamagna