Fatica e soddisfazioni: il sincronetto della Nazionale B si racconta

Nicolò Ogliari è un ragazzo di Noceto di 21 anni. Ha trascorso moltissime ore della sua giovane vita come nuotatore. È in vasca dall’età di sei anni, a diciotto anni puntale come un orologio capì che la sua maturità doveva passare da un cambiamento: diventare sincronetto. Il nome si riferisce alla specialità del nuoto sincronizzato – rinominato dal 2017 nuoto artistico. Fino ai mondiali di Kazan del 2015 la specialità era appannaggio esclusivo delle donne (le sincronette appunto) ma da quattro anni contempla la presenza di un uomo dando vita al doppio misto.

“Prima avevo sempre nuotato con grandi soddisfazioni su varie distanze: 400 misti,100- 200 delfino, 100-200 dorso, staffetta mista fino a quando… non ho saputo che cercavano un uomo per il nuoto sincronizzato. Da allora non ho più messo la testa sul pelo dell’acqua. Sono rimasto a testa in giù e ho trovato lo sport giusto per me.”

Nicolò è in nazionale B perché nel nuoto artistico la nazionale A è appannaggio del campione del mondo Giorgio Minisini, e ogni Nazionale ha solo un posto per un uomo e una donna che formano così il doppio misto. Nicolò quindi è il secondo sincronetto della nazionale maggiore. Al momento esistono quattro sincronetti: ai due della nazionale maggiore si affiancano i due delle Juniores.

Al momento il palmares è di tutto rispetto. Tutti i risultati sono stati ottenuti con la compagna del misto, Federica Sala:
secondo posto ai campionati Italiani Assoluti,
secondo posto campionati italiani estivi,
terzo posto in coppa Europa a San Pietroburgo.

La vita di un sincronetto è tra le più pesanti sia a livello fisico che dal punto di vista psicologico. Le difficoltà derivano dall’assoluta sincronizzazione dei movimenti unita a sforzi molto pesanti che devono però essere mascherati alla vista con i classici sorrisi di plastica.

“Sotto l’acqua abbiamo dei punti riferimento: guardiamo sempre le pareti della piscina e la compagna. Gli infortuni arrivano quando sbagli una presa, un lancio e così via. Per evitarli e per eseguire i movimenti in modo perfetto, sott’acqua siamo sempre con gli occhi sgranati e quando si emerge dobbiamo continuare a sorridere. Chi guarda il nuoto sincronizzato deve godere lo spettacolo che arriva dopo anni di dure fatiche. Abbiamo tre allenatori che si suddividono le tre aree di cui è composto il nostro sport: il nuoto, la tecnica, la coreografia. Oltre che allenatori sono anche i nostri psicologi, quando un movimento o un esercizio non è perfetto non sono rari i momenti di sconforto.”

Come sempre avviene quando si affrontano sport meno popolari il punto debole è la questione visibilità e del relativo trattamento economico. Per poter avere una fonte di reddito – al momento Nicolò si allena per otto ore al giorno sei giorni su sette quando si allena in nazionale e circa cinque tra palestra e acqua quando si allena con la sua società di Savona (Team Rari Nantes Savona, una delle società di punta del panorama italiano) – bisogna vincere un concorso pubblico ed essere assunto da uno dei corpi militari. In altre parole, si lavora gratis, e questo per un Paese civile non è proprio un plus. Al momento il nuoto artistico è uno sport che vive i suoi momenti di gloria durante i Mondiali o le Olimpiadi per poi tornare nel buio di programmazioni televisive spesso tagliate sul più bello, messe in onda a tarda notte e così via.

Al momento il doppio misto non è ancora sport olimpico, si vocifera che lo diventerà nel 2024 a Parigi o al massimo nel 2028, dando così tempo a Nicolò di farsi trovare pronto per avere i riflettori puntati anche su questo sport duro ma dall’indiscussa eleganza, forza e bellezza.

Sperando che in quel tempo anche il nuoto artistico assurga alle cronache (e alle telecronache) nazionali con maggior presenza.

Gianni Bandiera

perlavalbaganza