
Il 27 gennaio 1967 il cantautore Luigi Tenco si toglie la vita Sanremo durante il Festival della canzone italiana.
Luigi Tenco (Cassine, 21 marzo 1938 – Sanremo, 27 gennaio 1967) è stato un cantautore e attore italiano o, come lui stesso amava definirsi, un compositore. Il suo suicidio, lasciò sgomento e destò scalpore nell’ambiente musicale e nella società italiana in generale. Insieme a Fabrizio De André, Bruno Lauzi, Gino Paoli e Umberto Bindi è uno degli esponenti della cosiddetta scuola genovese, un nucleo di artisti che rinnovò profondamente la musica leggera italiana.
Nel 1967 si presentò (qualcuno sostenne suo malgrado) al Festival di Sanremo con la canzone Ciao amore ciao, cantata, come si usava a quel tempo, da due artisti separatamente (in questo caso si trattava dello stesso Tenco e di Dalida).
In realtà il brano aveva un altro testo e un altro titolo, Li vidi tornare (il provino con il testo originale venne pubblicato qualche anno dopo in un’antologia della RCA Lineatre), ma Tenco decise di modificare le parole originali, che parlavano di alcuni soldati che partivano per la guerra durante il Risorgimento.
Il brano di Tenco non venne apprezzato dai soli organizzatori del Festival e non fu ammesso alla serata finale del Festival, classificandosi al dodicesimo posto. fatto voluto dalla sola casta del giro di soldi intorno alla musica di non solo quegli anni. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione di Gianni Pettenati, pare che Tenco sia stato preso dallo sconforto.
Rientrato all’Hotel Savoy, venne successivamente trovato morto nella camera che occupava, la n. 219, di una dépendance dello stesso Hotel. I primi a rinvenire il cadavere furono, presumibilmente, il suo amico Lucio Dalla, e successivamente la stessa Dalida con cui, soltanto qualche ora prima, aveva cantato al Salone delle feste del Casinò di Sanremo Ciao amore, ciao.
L’ultimo a immortalare vivo il cantante fu il fotografo e giornalista Renato Casari: questa foto è attualmente conservata nella casa del fotografo (scomparso il 17 novembre 2010 in una casa di riposo a Lecco), a Mandello del Lario. Il corpo riportava un foro di proiettile alla testa. Venne trovato un biglietto vergato a mano – che più perizie calligrafiche hanno poi consentito di attribuire allo stesso Tenco – contenente il seguente testo:
“Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda Io tu e le rose in finale e ad una commissione che seleziona La rivoluzione. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi.”
Per questo e per altri motivi, dopo anni di pressioni esercitate da una parte della stampa e dal fratello Valentino, il 12 dicembre 2005, a trentotto anni dai fatti, la procura generale di Sanremo ha disposto la riesumazione della salma per effettuare nuovi esami che, il 15 febbraio 2006 hanno confermato l’ipotesi del suicidio, chiudendo definitivamente il caso.
Nonostante ciò, rimangono il giornalista Nicola Guarneri e il criminologo Pasquale Ragone che sostengono tesi alternative al suicidio.Questo fece subito pensare al suicidio come spiegazione della morte. Tanto più che Tenco aveva acquistato una pistola l’anno precedente per difesa personale. Tuttavia, per molti decenni, sono sussistiti dubbi sulle cause della sua morte: ad esempio a causa del fatto che non fu mai ritrovato il proiettile che ne causò la morte.
I colleghi Bruno Lauzi, Gino Paoli e Ornella Vanoni hanno sempre affermato la tesi del suicidio; Paoli e la Vanoni affermano che, quella sera, per smaltire la delusione dell’eliminazione, Tenco avesse bevuto cognac o whisky e assunto pastiglie di Pronox, un tranquillante appartenente alla classe dei barbiturici (nella stanza ne fu ritrovata una scatola vuota), e che queste sostanze gli avessero causato uno stato di alterazione psicologica, tale da spingerlo al tragico gesto.