
25/02/2010
Dalla Francia alla Spagna, dal sud al nord Italia, si alternano storie d’amore omosessuali, imbrigliate nei pregiudizi sociali, attaccate a una vitale idea di libertà. La galleria di persone intervistate da Stefano Consiglio rappresenta, volto dopo volto, la complessità sentimentale di relazioni che nascono e funzionano, trovano un equilibrio e si stabilizzano su un’idea dell’amore semplice e potente.
Semplice perché, a sentire le loro parole, i rapporti di coppia sembrano facili da gestire, non covano rancori, non nascondono bugie; potente perché ciò che traspare è l’amore vissuto nella forma più genuina del termine. A domanda del regista, gli innamorati rispondono con naturalezza, ripercorrono le tappe della nascita del loro personale sentimento.
Sorridono senza esitare, esprimono la dignità di chi ha raggiunto la pace di una famiglia non tradizionale ma ugualmente bilanciata e vitale. Riflettono su adozioni, tradimenti, sensi di colpa.
Il documentario indaga sul modo di vivere l’amore tra omosessuali ma è da subito chiaro che l’intento non è cercare differenze tra etero e gay, ma mettere l’accento sulle somiglianze. L’universalità dell’amore schiaccia le diversità e gli emarginati – o quelli che vengono considerati tali – diventano protagonisti di un’elegante inchiesta sul fidanzamento ‘a lungo termine’.
In mezzo ai sentiti ricordi dei primi batticuore si inseriscono i pianti, i tremori e la rabbia per la sofferenza di non vedere garantito il diritto al matrimonio (almeno in Italia, ma Consiglio porta l’esempio di una coppia spagnola sposata) o i dubbi sull’adozione di un bambino che crescerà senza figura paterna. Anche la religione diventa una questione di fede personale.
E gli omosessuali rivelano una spiritualità privata che crede nell’esistenza di un dio ma senza aderire all’integralismo di un dogma particolare: Dio ama e accoglie tutti, gli uomini sbagliano e creano stereotipi e discriminazioni. L’idea della famiglia tradizionale imposta dal cattolicesimo viene così sbancata dall’alternativa di coppie formate da due donne o due uomini insieme. Uno smacco all’ordine clericale e allo stesso tempo, un commovente inno all’amore che supera barriere e convenzioni sociali.
La struttura lineare del film, interrotta solamente dai piccoli intermezzi d’animazione di Ursula Ferrara, ingloba le dichiarazioni dei protagonisti in una lunga conversazione che rimane sul filo dei sentimenti, senza andare a fondo delle questioni politiche che li riguardano. All’inizio di questa sorta di ‘educazione sentimentale’ a capitoli, Luca Zingaretti legge un piccolo racconto di Aldo Nove, sulla vergogna provata da un bambino che riflette sull’emarginazione degli omosessuali.
Il tema del prologo unisce le vicende personali di ognuno, vittime di un modo di pensare retrogrado che non ha ancora smesso di puntare il dito sugli ‘altri’. Ma Consiglio ci dice una cosa precisa: quello che conta è innamorarsi, tra etero e omosessuali, senza fare distinzioni. E basta.
(Si ringrazia Mymovies.it per la collaborazione)
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