INTERVISTA – Il direttore dell’Ospedale di Parma Massimo Fabi: “Per il nuovo Centro Oncologico abbiamo già raccolto donazioni per 350.000 euro. C’è chi ha dato 5, 10, 100… 10.000 euro”

SMA MODENA
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Massimo Fabi

Sorgerà all’ingresso dell’Ospedale Maggiore di via Volturno a fianco della Torre delle Medicine alla quale sarà collegato: è il nuovo Centro oncologico di Parma.

Un unico edificio che raggrupperà aree che oggi sono molto distanti: la radioterapia, l’oncologia medica, l’area prelievi e ambulatoriale e il reparto di degenza, oltre a un parcheggio con 200 posti auto di cui una parte riservata ai degenti in terapia con accesso diretto.

Annunciata a fine marzo, la campagna “Insieme con te” punta invece all’acquisizione di strumentazione d’avanguardia per un valore di 3,5 milioni di Euro. E il primo obiettivo è stato raggiunto il luglio scorso, grazie alla Fondazione Cariparma che, con 350.000 euro, ha permesso l’acquisto di un puntatore di precisione che consente di mirare i trattamenti radioterapici sulle lesioni tumorali intracraniche, in modo estremamente preciso e accurato oltre che più confortevole per il paziente.

Ma oggi a che punto siamo? Abbiamo fatto un bilancio con Massimo Fabi, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.

Abbiamo raccolto fondi per 350.000 euro: è quanto abbiamo in cassa oggi e poi ci sono promesse di donazioni che ci fanno pensare che questa cifra verrà integrata sostanzialmente, sarà molto più ricca di così. Saremo in grado di renderla nota a fine gennaio. Sarà comunque una raccolta fondi lunga, non credo che la chiuderemo, perché avremo sempre bisogno della vicinanza delle persone, noi vogliamo che l’ospedale sia aperto alla città e ai cittadini. Abbiamo fatto diversi open day in questo periodo proprio per questa ragione. Credo sia un risultato straordinario non tanto per il valore assoluto, quanto perché è il frutto del dono di tantissime persone, veramente tantissime. E ognuno ha dato ciò che ha potuto dai 5, 10, 100 euro ai 1000, 5000, 10.000.

Quale era l’obiettivo della campagna?

L’obiettivo che volevamo raggiungere non era raccogliere fondi per costruire il nuovo Centro Oncologico perché la copertura finanziaria c’è già grazie a Fondazione Cariparma, ai finanziamenti del programma straordinario di investimenti in sanità ex articolo 20 della legge 67/88, a nostri fondi e a un mutuo. Volevamo che la città tutta fosse partecipe e contribuisse a rendere bello un reparto, perché le persone che soffrono per queste malattie hanno il bisogno e il diritto di trovarsi in un ambiente bello, caldo e accogliente: questo farà la differenza per loro. I nostri operatori che oggi lavorano in oncologia, anche se sono in tre centri diversi, sentono la vicinanza dei cittadini rispetto a un progetto che nel 2023 darà alla città un centro importante.

La città ha risposto quindi?

La città sta rispondendo, ma noi vogliamo ragionare come rete. C’è una rete provinciale di centri con Fidenza e Borgotaro, c’è l’assistenza domiciliare, tutto ciò ci rende più consapevoli nel fare miglioramenti nell’accoglienza e nella logistica. Poi è evidente che se riusciamo ad avere in tempi brevi cifre importanti possiamo anticipare le acquisizioni. Perché alcune risorse non saranno disponibili immediatamente. Se noi – ed è questa la nostra sfida – riuscissimo ad avere i 2.000.000 di euro che servono per il terzo acceleratore lineare, saremmo in grado di metterlo a disposizione dei pazienti nell’attuale reparto di radioterapia.

Ci sono liste d’attesa oggi?

La lista d’attesa c’è sempre nel senso che entro i tempi previsti dall’urgenza del paziente noi dobbiamo fare il trattamento. Le linee guida dicono che serve un acceleratore ogni 150.000 abitanti quindi nella nostra provincia devono essercene tre. Noi oggi ne abbiamo due e non ci sono attese che superano gli standard, perché abbiamo una radioterapia diretta da una persona meravigliosa, Nunzia D’Abbiero, con operatori straordinari che cercano di supplire alla carenza attuale. In pratica lavorano in verticale, mattina e pomeriggio, 12 ore al giorno, sfruttando al massimo le due tecnologie a disposizione. Come sempre contano le persone più delle macchine, loro fanno la differenza. E grazie alla sostituzione fatta del vecchio acceleratore lineare che era del 2000, oggi lavoriamo con un’attrezzatura del 2009 affiancata dalla macchina nuova che è un gioiello, anche perché grazie alla donazione di Fondazione Cariparma, è stata arricchita di un software, l’Hyper Arc, che permette di lavorare anche dove la manualità non può arrivare. Oggi l’obiettivo più ambizioso che abbiamo, come dicevo, è acquistare il terzo acceleratore lineare il più presto possibile.

A quando la prima pietra del nuovo Centro?

Noi stimiamo a giugno del 2020, la posa della prima pietra sarà all’inizio dell’estate. Da li partiranno i 36 mesi che chi si sarà aggiudicato l’appalt, avrà a disposizione per realizzare il Centro. È un’opera molto grande. Se noi alla posa della prima pietra potessimo annunciare di avere i fondi per acquistare il terzo acceleratore sarebbe un segnale bellissimo per la città.

Il nuovo Centro attrarrà pazienti anche da fuori provincia? Diventerà un Centro d’eccellenza?

Questo sicuramente. Ma pensando ai professionisti, la radioterapia e l’oncologia medica sono già due unità operative d’eccellenza che fanno attrazione. Abbiamo dei bravissimi radioterapisti, medici e ricercatori. Avremo, con il nuovo Centro, il valore aggiunto di una struttura in cui tutto ruoterà attorno al malato.

Per chi volesse donare è possibile sostenere il Centro oncologico con bonifico bancario intestato a Fondazione Munus – Fondo Centro oncologico Iban IT 47 F 06230 12700 0000 38377020. È possibile contribuire anche donando al Centro oncologico il 5 per mille, indicando il codice fiscale 92172800341 nella propria dichiarazione dei redditi. Tutte le informazioni sono disponibili sul sito insiemeconteparma.it.

La Fondazione Munus è incaricata della gestione delle risorse finanziarie raccolte con la campagna “Insieme con Te”, ha il compito di conservare il capitale raccolto e assicurare trasparenza nella gestione, garantendo che ogni euro donato venga destinato al progetto.

Tatiana Cogo