Italia Viva Parma: “Non possiamo dimenticare lo sport e il suo indotto”

SMA MODENA
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Centri sportivi, piscine e palestre sono ormai chiusi da troppo tempo: serve un segnale per aiutare l’intero settore e l’indotto.

Il coordinamento provinciale di Italia Viva a Parma interviene in nota in merito alla situazione dell’attività sportiva :«E’ necessario attivare soluzioni e progetti per ripartire: se un imprenditore investe sulla sicurezza e garantisce la sanificazione ed il distanziamento deve avere la possibilità di ripartire e deve essere aiutato. Sarà compito delle istituzioni garantire i controlli sulla sicurezza, ma gli imprenditori del settore hanno il diritto di ripartire».

È da inizio pandemia che lo sport, gara dopo gara, disciplina dopo disciplina, si è fermato inesorabilmente. E insieme allo sport tutte le attività ad esso connesse (come i bar e i ristoranti dei centri sportivi per esempio). In merito a questa situazione di totale e drammatica immobilità, Italia Viva prende le sue posizioni con le parole dei coordinatori cittadini di Parma Carlotta Ricchetti e Giovanni Breschi: «Dobbiamo pianificare una coesistenza, una convivenza con il virus che permetta la riapertura delle attività sportive, alle palestre che sono chiuse e massacrate e non hanno alcun tipo di ristoro adeguato – dichiara il coordinamento provinciale di Italia Viva a Parma –. Allo stesso modo i ristoratori dei centri sportivi, ma soprattutto gli atleti, persone con disabilità, i ragazzi e le ragazze già provati dal disagio della chiusura della scuola, ora impauriti di perdere anche lo sport». Si dovrebbe trovare un equilibrio fra contenimento del contagio, minore diffusione possibile del virus, e la garanzia al mondo dello sport di una durevole e definitiva ripartenza. Il mondo dello sport negli anni scorsi ha avuto un ottimo fatturato, e i numeri, come ha spiegato la Senatrice Daniela Sbrollini, parlano chiaro:«Il comparto sport/ fitness è stato senza ombra di dubbio uno dei più martoriati da questa pandemia, il giro d’affari stimato per le attività sportive e non agonistiche legate al fitness in Italia è di circa 10 miliardi, non dobbiamo dimenticarci, poi – continua –, di tutto il commercio connesso allo sport, comparto della produzione di attrezzature, abbigliamento tecnico che porta a 13 miliardi di euro l’intero comparto».

L’importanza dello sport è riconosciuta da chiunque. Non solo dal punto di vista fisico, ma anche sociale e psicologico. Anche per questo, di Italia Viva aveva già proposto l’estensione dell’attività fisica nelle scuole per i bambini dai 5 ai 10 anni, accompagnata da una prescrizione medica della stessa attività. Questo da un lato contrasterebbe gli allarmanti dati sull’obesità infantile e sullo scarso movimento, dall’altro  incentiverebbe occupazione e professionalità e permetterebbe di allineare il nostro Paese agli altri che considerano lo sport una materia essenziale nel percorso curricolare.