Guerra in Ucraina, le preoccupazioni della comunità moldava di Parma. INTERVISTA a Maria Nimerenco

SMA MODENA

Non solo Polonia e Romania: fra le vie di fuga dei civili ucraini c’è anche la Repubblica di Moldova, che confina a sud con l’Ucraina. La preoccupazione per un’escalation di violenza anche in altri paesi dell’ex blocco sovietico sta crescendo.

È il caso appunto della Moldova, in particolare dopo che la presidente Maya Sandu, dichiaratamente filo europeista, ha ufficialmente chiesto alle istituzioni comunitarie di entrare nell’Unione Europa.

I moldavi sono la terza comunità straniera di Parma, dopo quella romena e albanese, con oltre 6.600 persone. Abbiamo incontrato Maria Nimerenco da molti anni referente della comunità moldava a Parma e ascoltato il suo pensiero e le sue preoccupazioni.

In Italia da 22 anni, Nimerenco è interprete e ha lavorato a lungo per il Tribunale e la Procura cittadini.

Come vive questi giorni?

Sto vivendo con fortissimo dolore, indescrivibile. Il flusso dei rifugiati nel mio paese, la Repubblica di Moldova è molto vasto. Alle frontiere ci sono file chilometriche di persone che stanno scappando. Da noi quasi tutti in casa hanno dei rifugiati ucraini. Io compirò settant’anni a settembre e la guerra non l’ho mai vista da così vicino come oggi, e nemmeno nei peggiori incubi ho visto cose così. È difficile da mandare giù. E non ne capisco i motivi. Russia Ucraina e Moldova vivono ancora in una povertà tremenda, dal mio paese sono partiti più due milioni di abitanti in tutti questi anni da quando ci siamo divisi dall’URSS. Non sono pochi.

La Repubblica di Moldova ha chiesto di entrare nell’Unione Europea, così come ha fatto la Georgia, ha paura che il anche il suo paese possa essere attaccato? Che ci possano essere ripercussioni?

Sì, ho molta paura. Vede, nel mio paese se ne è formato un altro, che non è riconosciuto da nessuno a livello internazionale, la Transnistria dove c’è una divisione militare filorussa molto preparata, attrezzata e informata. La Russia ha già dichiarato che non accetterà sgarbi. Il nostro popolo è molto spaventato ma non inginocchiato. E stanno facendo cose straordinarie per accogliere gli ucraini che stanno scappando. I miei connazionali stanno andando a prendere alla frontiera con le macchine i rifugiati ucraini, non c’è comune moldavo che non stia accogliendo ucraini. Però oggi una signora moldava che lavora qui come badante mi ha detto che sta cercando di far fare il passaporto ai suoi due figli che vivono in Moldova per fare in modo che possano lasciare il paese. Quindi c’è molta preoccupazione. So che stanno aiutando anche il nostro paese a livello economico per consentirci di prenderci cura del fiume di persone che sta entrando. E molti aiuti sono partiti anche da Parma.

Uno dei primi effetti di questa guerra è stato quello di risvegliare lo spirito patriottico e l’ulteriore distacco di molti paesi dall’influenza di Mosca, ma secondo lei la popolazione russa è consapevole di quanto sta accadendo?

Purtroppo in Russia non sanno tutto ciò che accade e anche i soldati russi si sentono ingannati, lo abbiamo letto sui giornali e sentito in tv. La Russia comunque non è Putin, che io giudico un criminale che oltretutto ha perso l’orientamento. A noi fa così male vedere questa situazione, perché questa non è una guerra tradizionale fatta con i fucili è una guerra moderna dove contano i pulsanti e quello che sta accadendo è molto difficile da accettare oggi.

Putin sta utilizzando antichi metodi di censura, io sono nata sotto il dominio sovietico e ci hanno sempre ingannato, pensi che ho scoperto, solo arrivata in Italia, che c’era stata una seconda guerra mondiale che ha coinvolto Stati Uniti, Francia, Inghilterra e tanti altri paesi. A noi hanno fatto credere che fosse stata combattuta da Germania e Russia. Questo ci hanno insegnato, solo quando sono arrivata in Italia ho capito.

E del resto la censura russa è iniziata molto tempo fa. Lo scorso anno, ci sono state espulsioni di giornalisti delle testate straniere, mentre quelle locali o sono sotto controllo o sono state chiuse. Sappiamo da anni cosa succede a chi ha il coraggio di denunciare, alle voci indipendenti. E dopo aver oscurato le fonti giornalistiche e bloccato diversi social media Mosca, per impedire la diffusione nel paese di quanto sta realmente accadendo in Ucraina, gioca un’altra carta. E, fra pochi giorni, la Russia potrebbe essere ufficialmente fuori dalla rete Internet mondiale e trasferire tutto su una rete parallela, una intranet nazionale.
Così sarà impossibile per i cittadini russi farsi un’idea di quanto il proprio presidente sta mettendo in campo contro uno stato che ha osato ambire a una vera autonomia.

Tatiana Cogo