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01/03/2011
h.11.50
Partire dalla musica per affrontare il tema delle dipendenze alimentari e del disagio giovanile. Questo è l’obiettivo di “Caramelle al veleno”, il progetto promosso dal Comune di Parma – Assessorato al Benessere e alla Creatività Giovanile – rivolto ai giovani dai 16 ai 20 anni, e nato per sensibilizzare, affrontare ma soprattutto parlare delle patologie legate alla dipendenza da cibo come bulimia, bulimia binge, anoressia, alcol e droghe.
Sfruttando l’immediatezza comunicativa della musica, questo progetto si struttura in una sorta di conferenza musicale in cui le parole di esperti si alternano a canzoni selezionate per i loro testi particolarmente significativi.
Ogni tema sarà trattato con estrema sensibilità, cercando di sfruttare al massimo la partecipazione che la musica è in grado di stimolare nei ragazzi che saranno preparati dagli insegnanti e invitati a riflettere e a discutere sugli argomenti proposti.
Gli studenti che partecipano al progetto sono circa 600 e provengono dagli Istituti Superiori “Melloni” e “Bodoni”. Gli incontri si terranno al cinema Astra, in piazzale Volta 15, nelle giornate del 5 marzo e del 9 aprile. Il lavoro di riflessione sui temi oggetto di dibattito proseguirà poi nelle singole scuole sotto la supervisione degli insegnanti.
Il progetto ha ricevuto Encomio e Patrocinio dal Ministero delle Politiche Giovanili.
LE DICHIARAZIONI
“L’Amministrazione vuole lavorare insieme alle istituzioni formative presenti sul territorio per dar vita a quella città educante capace di promuovere un’idea di benessere reale. Un benessere che non è culto nevrotico della fisicità, ma ricerca di un equilibrio con se stessi”, afferma l’assessore al Benessere e alla creatività giovanile, Lorenzo Lasagna.
“Nell’elaborazione di questo progetto – afferma Barbara Barbieri, ideatrice di Caramelle al veleno – quello che mi ha più spaventata è stata l’incapacità dei giovani di dire no alle situazioni di rischio date dalle dipendenze. Il risultato che voglio raggiungere è quello di coinvolgere i ragazzi e di farli commuovere”.
“Il problema dei disturbi alimentari è di difficile soluzione, perché spesso viene negato dai diretti interessati. Come scuola abbiamo aderito all’iniziativa nella speranza che possa suscitare consapevolezza fra i giovani”, chiarisce la dirigente dell’istituto “Bodoni”, Luciana Donelli.
“Siamo favorevoli a quei progetti che cercano di coniugare una forte capacità comunicativa con la riflessione verso se stessi”, conclude la vice dirigente dell’istituto “Melloni”, Lucia Ablondi.