Sui social con messaggi neo-nazisti, razzisti, xenofobi e antisemiti: nei guai un uomo residente nel parmense

di UG

In data 6 giugno 2024 Ufficiali ed agenti di Polizia Giudiziaria della DIGOS (Divisione Investigazioni Generali Operazioni Speciali) di Parma e del Centro Operativo per la sicurezza cibernetica – Polizia Postale e delle comunicazioni Emilia Romagna di Bologna hanno dato esecuzione ad un decreto di perquisizione e sequestro emesso dalla Procura della Repubblica di Parma a carico di una persona residente nel territorio della Provincia di Parma, a carico della quale si ipotizza il delitto di cui all’art. 604-bis del codice penale.

Si tratta della norma che incrimina la “propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa” ed in particolare punisce (capo 1, punto a) con la reclusione fino ad un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; inoltre punisce (capo 1, punto b) con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi, in qualsiasi modo, istiga a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; punisce altresì con la reclusione da sei mesi a quattro anni chi partecipa ad una organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi (capo 2), sino ad arrivare a pene ancora più severe nel caso in cui la propaganda ovvero l’istigazione e l’incitamento, si fondano in tutto o in parte sulla negazione, sulla minimizzazione in modo grave o sull’apologia della Shoah o dei crimini di genocidio, dei crimini contro l’umanità e dei crimini di guerra (capo 3).

 

† Terra Santa 15 – Nel cenacolo dell’Ultima Cena a Gerusalemme. Se Gesù mi avesse chiesto di organizzarla… (di Andrea Marsiletti)

 

Le indagini sono partite da una segnalazione degli organi di Polizia Giudiziaria citati in premessa che, da accertamenti sulla rete, avevano individuato -su un social network indicato come particolarmente popolare nel mondo filorusso- un utente le cui esternazioni apparivano da subito riconducibili a posizioni politico-culturali ispirate all’ideologia neo-nazista, razzista, xenofoba ed antisemita.

Tale impostazione si obiettivizzava mediante foto e post attraverso i quali si veicolavano messaggi di contenuto discriminatorio, per motivi dettati dal colore della pelle, o dall’appartenenza a determinate etnie, con uso di termini dispregiativi ed altresì evocativi anche di atteggiamenti violenti da tenere nei confronti di siffatte persone.

Inoltre la persona oggetto di accertamenti sembrava collegata ad un gruppo operativo che appariva anch’esso di ispirazione neonazista.

La particolarità della vicenda, la sua sostanziale unicità nel panorama parmense e la gravità dei contorni che si delineavano dalla lettura della prima informativa sono apparsi tali da consigliare la trattazione della vicenda direttamente da parte del Procuratore della Repubblica, unitamente ad uno dei Sostituti Procuratori del gruppo di lavoro “sicurezza interna”, ed infatti il decreto di perquisizione è a doppia firma.

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Nel corso della perquisizione sono stati acquisiti elementi che sembrerebbe confermare -almeno limitatamente a questa fase investigativa- l’ipotesi di accusa, stante il rinvenimento di testi, opuscoli e magliette che appaiono riconducibili all’ambiente neo-nazista; il materiale in questione è stato oggetto di rilievi fotografici, stante la rilevanza probatoria dello stesso, mentre sono state avviate attività di verifica del materiale informatico rinvenuto (smartphone, tablet, p.c.).

 

Il Procuratore della Repubblica dott. Alfonso D’Avino

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