Il nuovo Parma ad azionariato popolare, come il Barcellona

SMA MODENA
lodi1

05/03/2015

Credo che il destino del Parma Calcio ipotizzato dall’ing. Gian Paolo Dallara, fondatore e presidente della Dallara Automobili, sia quello inevitabile e più giusto, che risparmia ulteriori annunci, umiliazioni e derisioni alla nostra città: una dignitosa ripartenza dalla serie D, “un Parma dei parmigiani, con Lucarelli o Morrone nel ruolo di capitano, e con un’ossatura di giovani pieni di entusiasmo. I conti torneranno tutti i giorni, senza finanza creativa, con plusvalenze vere. Poi si può andare in serie C e salire ancora per arrivare in serie B; se siamo bravissimi, fra cinque o sei anni, fare come il Chievo e arrivare in serie A. Ma se ci tocca la serie D, ripartiamo da lì e facciamolo al meglio”. A domanda precisa («Potrebbe prendere il Parma oggi?»), Dallara risponde così: “No, perché ha troppi debiti. A Parma c’è gente saggia, quindi nessuno lo farebbe. Non sarebbe comprensibile. Il discorso sarebbe invece diverso se ripartissimo dalla serie D: allora sì che si potrebbe creare una società sana” (leggi l’intervista di Dallara).
Mi permetto di aggiungere un tassello all’analisi e agli auspici di Dallara di “un Parma dei parmigiani”: un Parma dei parmigiani anche nella proprietà e non solo nel cuore, e quindi un Parma d’azionariato popolare, come già proposto da tanti parmigiani di un gruppo Facebook.
Tramite l’azionariato popolare si ottiene una capillare diffusione della proprietà delle quote della società, che anziché essere possedute da un numero limitato di soci, è in mano ad un numero il più elevato possibile di soggetti, che diventano così investitori e dirigenti.
In pratica le quote delle società sportive diventano di proprietà dei tifosi, che possedendo anche una sola azione, godono di tutti i diritti e i doveri per legge spettanti al singolo socio, a partire dal controllo, nomina degli amministratori, approvazione dei Bilanci nelle assemblee.
Il Futbol Club Barcelona, con i suoi 163.000 soci circa, rappresenta il più grande esempio di azionariato popolare nel mondo. In Spagna vi sono quattro grandi club che applicano questo modello. Oltre al già citato Barcellona, vi sono il Real Madrid, l’Athletic Bilbao e l’Osasuna.
In Germania nel 1999 il governo approvò la legge del 50%+1: nessun club di Bundesliga poteva essere di proprietà di un singolo azionista per più del 50%. Il risultato è che tutti i club, a parte il Bayer Leverkusen di proprietà dell’omonima azienda farmaceutica, ha azionisti con più del 49%. Il Bayern Monaco è di proprietà per il 9% di Audi, 9% di Adidas, 9% Allianz e 73% dei suoi tifosi.
Ecco, la futura compagine societaria del Parma Calcio dovrà essere detenuta da una cordata di imprenditori parmigiani in grado di garantire l’attività della società, dai tifosi e dai cittadini della nostra città e provincia.
Che questa sia la volta buona che Parma salirà alla ribalta dei media nazionali per qualcosa di positivo, democratico, popolare e innovativo, e non sempre, come purtroppo sta capitando da un po’ di anni a questa parte, per pagliacciate, crack, truffe, arresti… arresti che, aihmè, incombono su Parma oggi più che mai  (leggi: Parma Calcio: non potrà che finire con le manette ai polsi di qualcuno).