
05/05/2015
ACCADDE OGGI: Il 5 maggio del 1981 nell’ospedale del carcere di massima sicurezza di Long Kesh, in Irlanda del Nord, moriva a 27 anni Robert Gerard Sands, conosciuto come Bobby, membro dell’IRA e recentemente eletto nel parlamento Inglese.
Sands aveva rifiutato il cibo per 66 giorni per protestare contro il trattamento che il governo di Londra riservava ai militanti dell’IRA, considerati come comuni criminali. Alla sua morte scoppiarono disordini a Belfast, dove giovani cattolici si scontrarono con la polizia e pattuglie dell’esercito britannico. Nel mondo la notizia suscitò un’ondata di cordoglio, unito a sdegno nei confronti della Gran Bretagna.
A Milano un corteo di 5.000 studenti scese in strada bruciando la bandiera britannica e scandendo “Libertà per l’Irlanda del Nord”, il consolato inglese a Ghent fu assaltato e decine di migliaia di persone presero le strade a Parigi portando ritratti di Sands e inneggiando all’IRA. Numerose veglie furono tenute negli Stati Uniti ed una messa di riconciliazione per l’Irlanda del Nord ebbe luogo nella Cattedrale di San Patrizio a New York.
Sands era nato 1954 in una famiglia cattolica e cresciuto in un quartiere protestante di Belfast. Nel 1972 la violenza settaria colpì anche la sua famiglia, oggetto di continue intimidazioni da parte dei vicini, al punto che decise di trasferirsi in case popolari in un’enclave cattolica. Successivamente, dopo che Bobby subì minacce sul posto di lavoro per via delle sue origini ed aver avuto l’abitazione devastata da una bomba di matrice protestante, i Sands si trasferirono nuovamente, questa volta nel sobborgo di Twinbrook ad ovest di Belfast.
Sarà qui che il giovane, convinto che la coesistenza pacifica con la comunità protestante fosse impossibile, entrò a far parte dell’IRA. Nel 1972 fu arrestato perché nella casa dove si trovava furono rinvenute armi da fuoco. Condannato a 4 anni e rilasciato nel 1976, Sands fu nuovamente arrestato nel 1977 quando fu trovato in possesso di una pistola vicino alla scena di un attentato dell’IRA e condannato a 14 anni di carcere. Secondo la politica del governo britannico, Sands fu imprigionato come un normale criminale recidivo e posto nel blocco H del carcere di Long Kesh, conosciuto come Maze, a sud di Belfast.
Negli anni seguenti dalla sua cella si unì alle proteste di altri prigionieri dell’IRA che chiedevano il ripristino dello status di prigionieri politici, sospeso nel 1976. Nel 1980 un loro sciopero della fame durò 53 giorni prima di essere interrotto quando uno dei manifestanti cadde in coma. Sands, che allora non prese parte diretta alla protesta, agì come leader dell’IRA e portavoce dei prigionieri.
Il 1 Marzo 1981, il quinto anniversario dello revoca dello status di prigionieri politici, Sands lanciò un nuovo sciopero della fame rifiutando sistematicamente cibo e assumendo solo acqua e sale, e da 78 chili arrivò rapidamente a pesarne 45. Il suo esempio fu presto imitato da un altro detenuto, Frances Hughes, seguito di lì a poco da Raymond McCreesh e Patsy O’Hara. Di fronte alla loro protesta il governo Inglese presieduto da Margaret Thatcher rifiutò qualsiasi proposta di mediazione.
Il 9 Aprile, nel bel mezzo dello sciopero, Sands fu eletto per un posto resosi vacante al Parlamento di Westmister come rappresentante delle contee di Fermanagh e South Tyrone in Irlanda del Nord. La sua elezione e il timore per l’escalation di violenza che sarebbe probabilmente seguita al decesso, concentrarono sul giovane e sulle sue rivendicazioni l’attenzione dei media del mondo.
Poco prima della sua scomparsa, un inviato speciale del Vaticano lo incontrò pregandolo di rinunciare allo sciopero, ma egli rifiutò. Il 3 Maggio le sue condizioni, già gravemente compromesse, deteriorano causandone la morte due giorni dopo.
Il New York Times commentò la linea politica di Londra affermando che il primo ministro aveva ragione nel rifiutare di concedere lo status politico a Bobby Sands, ma che apparendo “insensibile e non interessato” il governo britannico stava dando a Sands “la corona del martire”.
Complessivamente saranno 9 i prigionieri dell’IRA che unitisi alla protesta perderanno la vita prima che lo sciopero fosse sospeso il 9 Ottobre. All’indomani della sua fine, l’amministrazione Thatcher accettò molte delle richieste dei prigionieri, compreso il diritto di indossare abiti civili e il diritto a ricevere posta e regolari visite.
I militanti dell’IRA vennero autorizzati a muoversi più liberamente e non furono più oggetto di punizioni severe per rifiutare il lavoro carcerario. Tuttavia Il riconoscimento ufficiale del loro status di prigionieri politici non venne concesso.
La Thatcher durante lo sciopero disse che non esistevano i presupposti per un dialogo coi prigionieri in quanto non avevano “sostegno, né alcun mandato”. Eppure, quando Bobby Sands fu eletto a Fermanagh e South Tyrone con più voti di quelli ottenuti della Thatcher nella sua roccaforte di Finchley, il premier britannico divenne ancora più intransigente. Rifiutò di negoziare e cambiò la legge elettorale con l’introduzione del Representation of the People Act 1981, che stabiliva che coloro che erano stati condannati per attività terroristiche per periodi pari o superiori ad un anno non potessero candidarsi alle elezioni.
La legge era naturalmente volta ad escludere che altri membri dell’IRA potessero essere eletti. Il giorno della morte di Bobby Sands la Thatcher dichiarò di fronte alla Camera dei Comuni che “Sands era un criminale condannato” che aveva deciso di suicidarsi, con questo compiendo “una scelta che la sua organizzazione non concede a molti”, e definì l’azione di Sands come “l’ultima carta dell’IRA”. Dopo la morte di Sands e di fronte alla linea tenuta dal governo di Londra, il reclutamento nelle file dell’IRA e le sue attività si intensificarono, mentre Sinn Féin, il braccio politico dell’organizzazione, si rafforzò.
Il corteo funebre di Sands, a cui parteciparono spontaneamente almeno 100.000 persone, sfilò per tre ore prima di raggiungere il cimitero di Milltown. Ai funerali di stato di Margaret Thatcher, tenutisi a Saint Paul nell’Aprile 2013, parteciparono 2.300 persone fra dignitari, ex-capi di stato e collaboratori, su invito delle famiglia, del governo e del partito conservatore.
La figura di Sands è stata spesso vista in modo contrastante, laddove il ruolo di eroe messianico riconosciutogli da coloro vicini alla causa nazionalista irlandese si contrappone alla figura di un terrorista fanatico.
Sands disse che i rappresentanti del governo Inglese “Non hanno nulla nel loro immenso arsenale imperiale che può spezzare lo spirito di un irlandese che non vuole piegarsi di fronte a loro”, e la sua scelta, per quanto estrema, confermò le sue parole.
Alessandro Guardamagna