
23/08/2013
h.15.40
Il commento su Alice di Franco Morini, un testimone dei fatti dell’uccisione di Mariano Lupo, sulla scritta fascista in via Tanara.
Il sottoscritto è colui che ricevette personalmente la telefonata della cassiera presso il bar Bonanni alle ore 19 circa della sera. Non trovandosi Bonazzi al bar – era andato a nuotare in Taro, allora ancora si poteva, e in più era fuori casa per dissidi familiari e perciò irraggiungibile – la Signifredi mi riferì comunque di avvisare Bonazzi di non recarsi a prenderla come d’accordo a fine servizio, perché, così mi disse: lo stavano aspettando in diversi per dargli una lezione.
Subito dopo entrò nel bar Ringozzi appena rientrato dalle vacanze al mare con qualche giorno anticipo perché, mi disse, aveva litigato banalmente con la sua ragazze e aveva così deciso di rientrare da solo a Parma. Un rientro anticipato che pagò con anni d’ingiusta carcerazione. LO avvisai comunque che, caso mai avesse intercettato Bonazzi, lo avvisasse di quanto stava bollendo in pentola. Ciò ed altri particolari andai a riferire al maresciallo Toldo dei carabinieri qualche giorno dopo il fatto avendo notato nei giornali una versione montante del tutto falsa. Devo anzi aggiungere che le accuse iniziali da parte dei complici di Lupo erano dirette più contro Ringozzi che non Bonazzi in quanto notoriamente Ringozzi era da loro molto più temuto e avrebbero di gran lunga preferito inguaiare Ringozzi che non il meno temibile Bonazzi e questo sempre per il loro senso di giustizia.
Dimenticavo di aggiungere che Toldo mi disse che quanto gli andavo riferendo era già a loro conoscenza consigliandomi di non dar retta ai giornali poiché la verità sarebbe alla fine emersa. Infatti, gran parte di quanto sto scrivendo è stato appurato in sede giudiziaria dove, nonostante l’allora buio periodo delle così dette “trame nere”, la corte condannò Bonazzi per omicidio preterintenzionale il che vuol dire che Bonazzi non aveva alcuna intenzione di uccidere ma solo di difendersi nell’agguato che gli era stato teso. Seppure a distanza di 40 anni sono sempre disponibile ad un confronto con la Signifredi sul contenuto della sua telefonata.
Aggiungo inoltre, giusto per completare il quadro, che noi ultrasessantenni “neri” che abbiamo vissuto più o meno in prima persona tali vicende, non avevamo certo in mente l’approsimarsi del quarantennale; figurarsi le generazioni che ci hanno politicamente rimpiazzato quale maggiore attenzione della nostra avrebbero potuto avere. Per non parlare dell’eccentrica firma MPON (Mov. Pol. Ordine Nuovo) che nulla c’entra coi Bonazzi/Lupo, una sigla che rimane solo nei ricordi, magari ravvivati dalla ri- lettura di “Strage di Stato”, dei sinistrati di allora e di oggi i quali con tutta evidenza hanno organizzato questa squallida autoprovocazione politica.
Franco Morini