La “via del petrolio” brasiliano passa da Parma

Rubrica: University
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28/02/2013
h.11.50

Si conferma il saldo legame che si è consolidato nel tempo tra la società petrolifera brasiliana “Petrobras” e i Geologi dell’Università di Parma.
Tutto iniziò nel 1975 quando il prof. Emiliano Mutti, al tempo docente dell’Istituto di Geologia e Paleontologia nonché uno dei massimi esperti della stratigrafia e sedimentologia delle successioni arenacee, fu coinvolto nello studio delle rocce incontrate nelle perforazioni degli enormi giacimenti scoperti nel “bacino di Campos”, ubicato al largo della costa sud-orientale del Brasile.
Da allora decine di geologi e geofisici brasiliani hanno attraversato l’Atlantico per seguire corsi di perfezionamento e Dottorato presso l’Università di Parma; tra questi il dott. Pierre Muzzi Magalhaes e il dott. Mario Carminatti. Quest’ultimo, primo a conseguire a Parma il titolo di dottore di ricerca nel 1992 sotto la guida del prof. Mutti, è oggi il geologo di vertice della Petrobras, executive manager dell’attività esplorativa della compagnia, che coinvolge investimenti annuali per vari miliardi di dollari.
Il sodalizio Italo-Brasiliano è stato recentemente rinnovato con la firma di un accordo triennale che coinvolge cinque progetti di ricerca applicati alla geologia degli idrocarburi, per un finanziamento totale che si avvicina ai due milioni di euro.
«Un così importante accordo costituisce testimonianza tangibile della qualità delle ricerche condotte dai geologi del nostro Ateneo e ci consente di invertire la tendenza generale alla contrazione delle attività scientifico-didattiche in queste discipline, dettata dalla persistente riduzione delle risorse finanziarie pubbliche alle Università», afferma il prof. Gino Ferretti, Rettore dell’Università di Parma.
Per il prof. Roberto De Renzi, Direttore del recentemente costituito Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra dell’Ateneo, «la rinnovata collaborazione tra la Petrobras e il nostro Dipartimento consentirà di impiegare presso la nostra struttura nuovi ricercatori e di acquisire ulteriori apparecchiature scientifiche, elevando ancor più la qualità della ricerca e della didattica specialistica».
Alcuni dettagli li fornisce la prof.ssa Giuliana Villa, responsabile per l’Ateneo dell’accordo con Petrobras: «I cinque progetti finanziati si inseriscono nella nostra consolidata tradizione di esperienza e competenze specifiche nei campi della stratigrafia integrata e della geologia strutturale, che ci permettono di trasferire all’industria informazioni raccolte sia sul terreno che dall’analisi di carotaggi oceanici, in modo da contribuire alla ricerca di nuovi giacimenti e all’ottimizzazione dello sfruttamento di quelli esistenti. Così come in passato, anche questa volta ospiteremo alcuni geologi brasiliani per periodi di specializzazione e ci recheremo periodicamente in Brasile per attività didattica nelle Università e nelle sedi della Petrobras».
Gli altri responsabili scientifici del progetto, docenti del Dipartimento che già hanno collaborato con questa o altre compagnie petrolifere, sono il prof. Fabrizio Storti, docente di Geologia strutturale, il prof. Marco Roveri e il prof. Roberto Tinterri, docenti di Stratigrafia e Sedimentologia, e la prof.ssa Maria Sgavetti, docente di Telerilevamento.
Nel contesto di difficoltà economica in cui versano l’Europa e l’Italia e che non risparmia certamente il territorio parmense, per gli studenti di Geologia dell’Ateneo di Parma la “via del petrolio” brasiliano, percorsa in senso opposto, potrà offrire opportunità di lavoro professionalmente gratificanti.

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