
10/06/2015
ACCADDE OGGI: Il 10 Giugno 1692 la prima di quelle che diventeranno note come le streghe di Salem – l’odierna Danvers in Massachusetts – Bridget Bishop, un donna di 60 anni, veniva impiccata con l’accusa di aver praticato la stregoneria.
Le prime ad essere arrestate con tali accuse furono Sarah Good, Sara Osborne e Tituba, una schiava di origine africana. Inizialmente interrogate dai magistrati locali per diversi giorni a partire dal 1 di Marzo, ciascuna di loro venne poi imprigionata.
Sarah Osborne aveva raramente partecipato alle funzioni religiose e molti in Salem disapprovavano il suo tentativo di controllare l’eredità del figlio che aveva avuto da un precedente matrimonio. Sarah Good era invece una mendicante senza dimora. Nota per essere spesso alla ricerca di cibo e riparo, nelle dicerie degli abitanti godeva di una pessima reputazione.
Tituba era invece una schiava di colore, che con ogni probabilità divenne sospettata per via delle differenze etniche rispetto agli abitanti di Salem. Fu lei a confessare che il demonio le era apparso in forma di “un maiale e qualche volta come un grosso cane”. Cosa che inquietò non poco fu la sua ammissione che esisteva una congrega di streghe all’opera per sovvertire la stabilità della cittadina.
A differenza di quanto avvenne nei mesi successivi quando le accuse colpiranno anche alcuni rispettabili membri della chiesa e della comunità locale, i primi arresti e detenzioni avvennero a danno di donne malviste, che non godevano di particolari protezioni e considerate ai margini della comunità, sulle quali era quindi relativamente facile far ricadere colpe e accuse senza il rischio di incorrere in conseguenze.
Tali incarcerazioni si ebbero dopo alcuni mesi in cui Salem aveva visto una crescente isteria contro l’opera del demonio, “indiscutibilmente” presente, che era iniziata nel Gennaio di quell’anno quando alcune bambine – Betty Parris di 9 anni e sua cugina Abigail Williams di 11, rispettivamente figlia e nipote del reverendo Samuel Parris – accusarono ripetutamente fitte descritte da John Hale, ministro di culto della vicina cittadina di Beverly, come “oltre il potere delle crisi epilettiche o gli effetti delle normali malattie”.
Secondo la testimonianza resa dall’allora reverendo Lawson, che era stato anch’egli ministro di culto a Salem, le ragazze urlavano, gettavano violentemente oggetti nelle stanze dove si trovavano, strisciavano sotto i mobili, si contorcevano assumendo posture strane, e si lamentavano di essere punte da spille. I dottori non trovarono nessuna segno fisico di malattia mentre nel frattempo altre giovani donne iniziarono a mostrare comportamenti simili a quelli delle afflitte.
Le accuse si indirizzarono contro persone specifiche quando Lawson, che stava predicando nella sala del consiglio, venne interrotto diverse volte da grida improvvise delle ragazze sofferenti per ferite causate, secondo le testimonianze rese, da streghe che lasciavano la forma corporea di certe persone per manifestarsi solo a coloro che tormentavano.
Nelle colonie nordamericane del XVII secolo la presenza del soprannaturale poteva essere associata a manifestazioni improvvise ed atti della vita quotidiana, secondo un retaggio di tradizione europea. I coloni credevano che i demoni fossero presenti sulla terra e che operassero per portare l’uomo sulla via della dannazione, convinzione rafforzata nelle americhe dalla presenza degli indiani, le cui pratiche religiose e stile di vita a contatto con la natura venivano ritenuti bestiali e di ispirazione demoniaca.
Vi era nei coloni l’idea che le forze del male fossero all’opera nelle oscure foreste e fra gli abitanti di quel mondo ancora largamente sconosciuto che circondava gli sparsi insediamenti della Nuova Inghilterra e poco bastava perché si scatenassero causando grave danno ad intere comunità.
Già una dozzina di persone negli anni a cavallo fra il 1647 ed il 1660 era stata arrestata e giustiziata per atti di stregoneria ad Hartford, nel Connecticut e nella vicina Boston. Sulla base di tale background culturale, la popolazione di Salem, conosciuta nei vicini insediamenti della baia per via del carattere locale particolarmente litigioso che aveva visto parecchi scontri e cause intentate per rivendicazioni legate alla proprietà e ai privilegi ecclesiastici, vide le proprie autorità combattere gli adepti del maligno che si era fatto strada all’interno della propria comunità per distruggerla.
Dopo la Bishop, altre esecuzioni seguiranno nei mesi successivi, finché 19 persone – 13 donne e 6 uomini – saranno impiccate a Gallows Hill quell’anno. Un altro, Giles Corey, morì durante le torture inflitte nell’interrogatorio il 19 Settembre, ed un numero variabile che le fonti riportano tra le 4 e le 17 persone morirà in carcere in attesa di giudizio in quella che fu sicuramente la peggiore caccia alla streghe dell’Inghilterra Puritana e divenuta tristemente conosciuta. In Ottobre, dopo che il governatore della colonia sciolse la corte e la commissione di inchiesta, le sentenze e le condanne per stregoneria cessarono.
Alessandro Guardamagna