
26/05/2015
h.12.50
E’ sulla definizione di “Pane fresco” e “Panificio” che si sta concentrando l’attività legislativa di Giuseppe Romanini. Il deputato di Parma e componente della Commissione agricoltura della Camera sta mettendo a punto una propria iniziativa rivolta a colmare il vuoto legislativo determinato dalla mancata attuazione del decreto Bersani. Si tratta del provvedimento redatto dall’allora governo dell’Ulivo e votato nel luglio 2006 (n. 223 Disposizioni per il rilancio economico e sociale) che all’art. 4 recava le “Disposizioni urgenti per la liberalizzazione dell’attività di produzione di pane” rimandando l’attuazione a un successivo decreto ministeriale che non è mai stato varato.
“In sostanza ad oggi la legge non garantisce il consumatore nel riconoscere il pane fresco artigianale dal pane conservato – spiega Romanini – distinzione estremamente necessaria non solo per i panificatori ma anche per gli acquirenti che devono sapere se il pane che si compra è fresco artigianale o, ad esempio, sfornato ma prodotto con base surgelata o prodotto altrove, anche fuori dall’Ue. Mi sono dunque attivato, anche su sollecitazione di uno storico forno del nostro territorio, per elaborare una proposta di legge che contenga tutti gli elementi necessari a riconoscere e valorizzare chi produce pane fresco e dare le giuste informazioni a chi lo consuma”.
Una prima condivisione della bozza della legge che si sta approntando, Romanini l’ha avuta in un incontro presso la Confesercenti nazionale, con le tre Associazioni dei panificatori italiani aderenti a Fippa- Federpanificatori, Fiesa Assopanificatori di Confesercenti ed Assipan Confcommercio.
“ E’ stato un incontro molto utile – continua il deputato di Parma – e anche di soddisfazione poiché i Presidenti e Direttori delle Associazioni, accompagnati dai responsabili degli uffici legislativi, hanno espresso il loro apprezzamento per l’iniziativa che recupera il lungo vuoto legislativo in materia di definizioni normativa di pane fresco e panificio oltre che degli altri aspetti trattati nella proposta legislativa”.
Nel corso dell’incontro sono emersi anche spunti importanti come sui lieviti e l’esigenza di disciplinarli in modo corretto, sull’esigenza di prevedere più flessibilità in materia di consumazione sul posto e sul rafforzamento del profilo professionale, per dare più identità e caratteristiche specialistiche ai panificatori.
Romanini, si è impegnato a valutare le osservazioni avanzate dalle Associazioni e a proseguire il lavoro in sede parlamentare per il perfezionamento della proposta di legge in vista della sua formalizzazione e presentazione.
PANE, LE DEFINIZIONI DELLA PROPOSTA DI LEGGE ROMANINI
Pane fresco: E’ denominato “pane fresco” il pane preparato secondo un processo di produzione continuo, privo di interruzioni finalizzate al congelamento, alla surgelazione od alla conservazione prolungata di materie prime ed impasti, eccezion fatta per le tecniche mirate al solo rallentamento del processo di lievitazione senza additivi conservanti ed altri trattamenti con effetto conservante. E’ ritenuto continuo, ai fini della denominazione “pane fresco”, il processo di produzione per il quale non intercorra un intervallo di tempo superiore a settantadue ore dall’inizio della lavorazione fino al momento della messa in vendita del prodotto.
Panificio: E’ denominato “panificio” l’impianto di produzione del pane, degli impasti da pane e dei prodotti da forno assimilati, sia dolci che salati, che svolga l’intero ciclo di produzione a partire dalla lavorazione delle materie prime sino alla cottura finale.
Pane a durabilità prolungata: Il pane sottoposto a trattamenti che ne aumentino la durabilità è posto in vendita la dicitura aggiuntiva di “pane conservato” che evidenzi altresì lo stato del prodotto ed il metodo di conservazione utilizzato, le specifiche modalità di confezionamento e di vendita, nonché le eventuali modalità di conservazione e di consumo. Al momento della vendita, i prodotti devono essere esposti in scomparti appositamente riservati e devono essere chiaramente identificabili tramite apposite etichette, ai sensi della normativa nazionale vigente.