
05/04/2014
Il tira e molla tra Beppe Grillo e Federico Pizzarotti, le scomuniche, i chiarimenti e le smentite, sono ormai diventati un appuntamento settimanale che appassiona, forse, solo noi parmigiani e quei giornali nazionali che non vedono l’ora di titolare su spaccature ed insubordinazioni dentro il M5S.
Premesso che nel merito delle querelle il sottoscritto si trova quasi sempre d’accordo con Pizzarotti, davvero non si comprende come mai il sindaco di Parma si stupisca ancora delle modalità di gestione del M5S. Se c’è stata dentro il Movimento una cosa chiara fin dall’inizio è che l’ultima parola spetta sempre a Grillo e Casaleggio, che sono loro i proprietari del simbolo e i titolari esclusivi della comunicazione, che l’attività del partito deve svolgersi all’interno dei binari del Blog, che il dissenso è mal tollerato se non epurato, che senza Grillo quel movimento oggi quotato al 25% non sarebbe mai nato e si liquefa nel giro di un mese. Vista la mediocrità dei Gruppi parlamentari a 5 Stelle, io dico per fortuna che decide tutto Grillo!
Se Pizzarotti credeva davvero alla favoletta dell’Uno vale Uno ha preso un abbaglio o non voleva aprire gli occhi; se pensa che il suo postare su Facebook possa modificare la conduzione del partito è un illuso. Anche perchè, diciamocelo nei denti, al di là di qualche eccezione che conferma la regola, alla base dei militanti grillini non gliene frega niente dei tweet prima di Favia e oggi di Pizzarotti, per non parlare della massa indistinta di elettori del M5S il cui ultimo interesse è seguire l’attività sui social network del sindaco ducale, interrogarsi sulla modalità di selezione delle candidature alle Europee, piuttosto che sulla liceità degli incontri formativi degli aspiranti primi cittadini grillini a Parma.
E’ nelle cose che il perdurare dei distinguo porterà prima o poi se non all’espulsione alla non certificazione da parte di Beppe Grillo della lista di Pizzarotti alle prossime comunali del 2017. Le recenti parole di Grillo “Pizzarotti ha perso un po’ di vista il movimento grillino” suonano come un esplicito avvertimento. Questi ha davanti a sè due possibilità: quella più traumatica e sconsigliata di rompere con Grillo, quella più realista di farsi una ragione della gestione verticistica del M5S accontentandosi della libertà che Grillo gli riconosce di fare quello che vuole a Parma.
Oggi Federico Pizzarotti è Federico Pizzarotti, ovvero un fenomeno nazionale che va sul TG1, Corriere della Sera, Repubblica, “Che tempo che fa”, non perchè ha ridotto di 250 milioni di euro il debito del Comune di Parma, realizzato nuove piste ciclabili o esteso la raccolta porta a porta dei rifiuti, ma perchè è stato il primo sindaco grillino ad amministrare una grande città a seguito di una vittoria clamorosa. Fuori dal grillismo non sarebbe più nessuno, neppure a Parma.
Il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Grillo, domani, come oggi come ieri… “un altro amore no, non è possibile”, direbbe Lorella Cuccarini.
Dopo Matteo Renzi, il Pizzarotti a 5 Stelle è il “giovane politico” più conosciuto e su cui più è alta l’attenzione dei media nazionali. Il civismo di un’ipotetica lista “Per Parma con Pizzarotti” esterna al M5S non saprei davvero dire quanto interesse potrebbe suscitare.
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