
26/11/2014
h.10.30
La Guida messa a punto dagli esperti dell’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile è semplice ed essenziale, suddivisa in 5 punti. Vengono messe in evidenza le nuove norme sui limiti di temperatura, la sicurezza e il libretto di caldaia, evitando il caro-bollette senza rinunciare alla giusta temperatura della propria casa.
Le cinque regole dell’Enea
Attenzione al termometro, ovvero alla temperatura dei termosifoni. Non bisogna superare i 20 gradi nelle case e i 18 negli immobili industriali e artigianali; sono tuttavia previsti due gradi di tolleranza.
Attenzione alle fasce orarie entro cui è consentito accendere i termosifoni. Nello specifico (fascia C) è 10 ore totali giornaliere, dalle 5 del mattino alle 23 di notte, con la possibilità di suddividerle su due turni.
Il nuovo libretto di impianto, in vigore dallo scorso 15 ottobre. Si tratta di una sorta di “carta di identità” dell’impianto che lo segue in tutta la sua vita, dalla messa in funzione alla sua eventuale rottamazione finale, riportando tutti i controlli e le sostituzioni di componenti effettuate. Il nuovo documento sostituisce i modelli precedenti ma deve necessariamente avere in allegato anche il vecchio (o i vecchi) libretti. Il nuovo libretto è composto da più schede assemblabili a seconda della tipologia d’impianto, servirà anche agli Enti Locali per aggiornare il “catasto” degli impianti sul territorio, sia quelli condominiali sia quelli presso le singole abitazioni. Non c’è una scadenza per richiedere il nuovo libretto, che potrà essere rilasciato in occasione della prima manutenzione programmata.
Manutenzione e controllo devono obbligatoriamente essere svolti da manutentori abilitati, con scadenze indicate per scritto dall’installatore nel caso di nuovi impianti, mentre per quelli già esistenti dal manutentore stesso. E’ indispensabile che sia un tecnico specializzato a stabilire frequenza dei controlli ed esigenze di manutenzione sulla base delle condizioni dell’impianto e della documentazione tecnica del costruttore dell’apparecchio.
“Ricordarsi di inviare il Rapporto di efficienza energetica dell’impianto agli Enti Locali preposti per le verifiche del rispetto dell’efficienza energetica”. Infatti, a seconda della tipologia di impianto cambia la periodicità dell’invio del Rapporto di efficienza energetica all’Ente Locale di riferimento. In particolare, per gli impianti di riscaldamento invernale con potenza compresa tra 10 e 100 kW, tra cui rientrano tutti quelli domestici e quelli dei piccoli condomini, il Rapporto di efficienza energetica dovrà essere inviato all’Ente Locale di riferimento ogni 2 anni se si tratta di impianti termici alimentati a combustibile solido o liquido; ogni 4 anni se si tratta di impianti a gas metano o GPL. Se la potenza della caldaia è maggiore di 100 kW i tempi si dimezzano. L’obbligo è in capo al manutentore o al terzo responsabile.
Alcuni consigli per risparmiare sul riscaldamento
Regolare il termostato in modo da non superare i 20°C di temperatura interna.
I caloriferi non devono essere coperti da mobili, tende o rivestimenti.
Evitare di aprire le finestre quando l’impianto di riscaldamento è in funzione.
Chiudere la valvola dei termosifoni nei locali non abitati.
È bene abbassare le tapparelle appena si fa buio.
L’impianto del riscaldamento autonomo dovrebbe essere spento un’ora prima di andare a dormire o di uscire di casa, per sfruttare il calore immagazzinato nei muri.
Uso corretto dell’acqua calda sanitaria.
L’installazione delle valvole termostatiche sui singoli radiatori (risparmi fino al 15% delle spese).
I suggerimenti dell’Unione Nazionale Consumatori
“Se battere i denti non fa bene, anche l’eccessivo caldo crea problemi alla salute: un giusto compromesso tra salute, portafoglio e ambiente è quello di tenere durante il giorno la temperatura tra i 19 e i 20 gradi”, dice l’Unione Nazionale Consumatori che attraverso il responsabile del settore energia Pieraldo Isolani lancia alcuni consigli sul riscaldamento delle abitazioni.
Si parte da una considerazione: “Le case italiane consumano troppa energia per il riscaldamento, poiché molte sono state costruite senza tenere in considerazione l’efficienza energetica, tanto che in media si consumano tra i 140 ed i 170 kwh/m2/anno. Per meglio comprendere questo dato, basti pensare che esistono oggi tecnologie costruttive ed impiantistiche che consentono di abbassare i consumi per il riscaldamento anche del 30-40%, mantenendo le medesime condizioni di comfort”. La temperatura ideale è fra i 19 e i 20 gradi, dice Isolani: un solo grado in più fa aumentare i consumi dell’8%”.
“In molti ritengono erroneamente che il riscaldamento autonomo sia più economico – afferma Isolani – in realtà lo è per una villetta unifamiliare o piccoli edifici di 3/4 abitazioni; negli altri casi non è conveniente perché la potenza complessiva delle caldaie autonome installate è sproporzionata rispetto alle esigenze energetiche dell’edificio, i costi di manutenzione sono più elevati e la sicurezza è inferiore.
D’altro canto affinché l’impianto di riscaldamento centralizzato sia energeticamente efficiente è necessario che la caldaia sia dimensionata secondo il reale fabbisogno termico dell’edificio; è preferibile, poi, installare una caldaia a condensazione in cascata (che ottimizza al meglio il consumo di combustibile), invece di una caldaia tradizionale; inoltre ogni abitazione dovrebbe avere la termoregolazione autonoma, in cui ogni radiatore ha installato ripartitori di calore e valvole termostatiche, per permettere di regolare la temperatura secondo le esigenze di ogni famiglia e, di conseguenza, pagare in base all’energia consumata e non secondo i millesimi dell’appartamento”.