Scuola, mille a Bologna contro la riforma

SMA MODENA

05/05/2015

Studenti e insegnanti hanno sfilato per le vie del centro di Bologna per protestare contro la riforma “Buona scuola” del Governo di Matteo Renzi.
“Partigiani scuola pubblica” il cartellone che ha aperto il corteo, partito da piazza XX settembre. Il corteo è stato raggiunto anche dal collettivo studentesco “Studenti medi auto-organizzati”, partito da piazza San Francesco. In piazza Nettuno è stata intonata “Bella ciao”.

Sciopero scuola 5 maggio 2015 contro la riforma
Decine di migliaia di persone sono scese in piazza in tutta Italia per protestare contro la riforma della scuola del governo Renzi, per uno sciopero generale che alcuni sindacalisti hanno definito “il più grande di sempre”. Manifestazioni sono in corso in sette città. I cortei più partecipati a Roma e Milano, dove a fianco di insegnanti, personale della scuola e studenti, stanno sfilando i segretari generali dei sindacati confederali e autonomi e molti esponenti politici, anche del Pd.
A Roma il corteo è partito da piazza della Repubblica, preceduto da alcuni flash mob degli studenti: “Siamo in centomila”, hanno detto gli organizzatori. Corteo anche a Bolzano, dove oggi è atteso il premier Renzi per un incontro di partito. Sua moglie, insegnante a Pontassieve, sta svolgendo invece regolarmente le sue lezioni.
Il ministro Giannini, in una intervista a Qn, ha definito lo sciopero “politico”, “senza presupposti” e legato a “strategie elettorali”, accusando i sindacati di essere su “posizioni antiche”. In una intervista a Radio 24, questa mattina, ha poi sottolineato che, se da sette anni non c’era uno sciopero generale del comparto, è perché “da sette anni non ci si occupava di scuola per cambiarla”. Il ministro ha poi parlato della mancata assunzione degli idonei usando una metafora: “Una cosa è avere la patente, una cosa è acquistare la macchina”, precisando che “non hanno vinto un concorso”. Mentre riferendosi agli sgravi fiscali per le famiglie che mandano i figli alle scuole paritarie, ha affermato che “equivale a riconoscere la libertà educativa”.
Della contestata figura dei presidi prevista dalla riforma ha parlato invece, a Radio anch’io, il sottosegretario Davide Faraone, per dire che “sul ruolo del dirigente scolastico il governo non torna indietro. Abbiamo rafforzato sì il ruolo del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto, ma il ruolo del preside-sindaco non è in discussione”. Tra i primi commenti politici allo sciopero, quello del parlamentare Pd Pippo Civati, in piazza a Roma, secondo il quale “questo è uno sciopero non politico, perché la politica non rappresenta più nessuno, perché il Pd ha tradito i suoi impegni elettorali e ha fatto una riforma della scuola lontanissima dalla nostra cultura politica”. Con lui anche Stefano Fassina, che, riferendosi ai presidi, sostiene che “la scuola non può essere una caserma con un capo che comanda”.
In corteo a Roma anche Susanna Camusso, segretario della Cgil: “Si trasforma la scuola in una scuola che vale solo per quelli che hanno condizioni agiate, mentre invece il grande tema è quello di una scuola pubblica che contrasti la dispersione”. Furlan della Cisl, in piazza a Milano, ha detto che “questa riforma l’ho letta bene, non mi piace”, mentre Barbagallo, della Uil, ha affermato che la scuola italiana “non ha bisogno di podestà”, ma di essere “pubblica, libera e democratica”. “Sarà il più grande sciopero della storia della scuola italiana – sottolineano i Cobas che manifestano autonomamente sotto la sede del ministero dell’Istruzione – è la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme”.

Renzi, derby tra chi fa e chi si crogiola in protesta
“L’obiettivo è dire che siamo a un bivio: da un lato quelli che protestano soltanto, lamentano, fanno l’elenco delle difficoltà. In alcuni casi hanno ragione, non possiamo dire che va tutto bene e raccontare barzellette. Ma loro sono destinati a crogiolarsi nelle loro proteste” mentre dall’altro lato c’è chi “fa le cose”. Lo dice Matteo Renzi. “Oggi abbiamo il coraggio di rimettere in moto le energie migliori partendo dalla scuola. Ci sono tante persone che protestano: qualcuno dice che protestano sempre ma noi ascoltiamo le protesta, è giusto affrontarla ed entrare nel merito”, aggiunge Renzi. “Abbiamo intrapreso il percorso di grandi Riforme e andremo avanti con testa dura”, dice il presidente del Consiglio. “Abbiamo tenuto la promessa della legge elettorale varata ieri e andiamo avanti su questa strada”. (Ansa)