
27/01/2015
h.21.00
Il Senato, in questa fase sede emblematica delle riforme, ha votato la legge elettorale, che consentirà di avere un vincitore certo.
E’ una svolta della democrazia governante, che potenzialmente é in grado di far venire meno il potere di condizionamento che hanno reso le coalizioni incapaci di governare e che hanno il consolidarsi del neo-consociativismo (= la possibilità di contare comunque per la fragilità numerica delle maggioranze). Fenomeno distorsivo del gioco democratico ed elettorale.
Sono consapevole delle molte letture critiche di questa riforma: le rispetto, ma non posso non sottolineare che dare governabilità, partendo da un sistema proporzionale e dalla scelta rimessa ai cittadini é il dato qualificante. E questo non é contraddetto ad una lettura oggettiva dai capilista c.d. bloccati. Una sola nota: il Mattarellum consentiva alle segreterie di decidere le candidature di 630 deputati e di 315 senatori, stanti i collegi unici e le liste proporzionali bloccate; non diversamente il c.d. Porcellum; Italicum consente al segretario di partito di maggioranza 100 parlamentari su 615 e, soprattutto, 100 su 340 parlamentari di maggioranza, mentre gli altri saranno scelti dagli elettori con le preferenze: maggioranza denominata? Tutto si può sostenere!
L’incidenza dei capilista bloccati sarà più consistente – é vero – per le liste, che prenderanno le elezioni. In queste liste, nelle prime elezioni, gli eletti saranno quasi solo mi capilista. Due annotazioni, al riguardo. La scelta nel solco della sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale, che chiede che l’elettore sappia chi vota e chi può eleggere, ma credo che ci sarà un elemento in più. Questo meccanismo determinerà una semplificazione del quadro partitico costringendo ad aggregazioni che garantiranno maggiore chiarezza.
Legge perfetta? No. Legge importante? Non c’é bisogno di motivare: lo testimoniano molte delle resistenze, che hanno il segno del “tutto cambi perché niente cambi”.
Giorgio Pagliari