Parma ricorda l’equipaggio di Charlie Alpha a 35 anni dalla scomparsa

SMA MODENA
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A distanza di trentacinque anni, l’incidente del monte Ventasso si rinnova il ricordo dei colleghi e compagni che si sono spinti verso un tragico disastro mentre credevano di soccorrere vite e l’impegno costante delle Aziende sanitarie a garantire ogni giorno sicurezza nei soccorsi e nelle cure.

Da quel tragico incidente infatti la ricerca della sicurezza è continua grazie a elevati standard tecnologici, verifiche costanti e controllo continuo dei tempi. Con questo impegno, le Aziende sanitarie ricordano le vittime di quel terribile 18 agosto 1990 quando alle 8.25 l’eliambulanza Charlie Alpha si schiantò contro il Monte Ventasso avvolto da una fitta nebbia, provocando la morte dell’equipaggio, formato dal pilota Claudio Marchini, il medico anestesista Anna Maria Giorgio e gli infermieri Corrado Dondi e Angelo Maffei.

La città, le Aziende sanitarie, le Istituzioni, le associazioni che operano nell’emergenza si sono raccolte nel ricordo delle vittime dinanzi al cippo presso la sede del CRAL Sanità in via Casati Confalonieri a Parma, dove la targa commemorativa del Comune, apposta in collaborazione con le Aziende sanitarie e il CRAL dipendenti Sanità, rimanda a quella del personale del 118, che campeggia sul luogo dell’incidente.

“Il ricordo di chi ha perso la vita per prestare soccorso a chi aveva bisogno è più che mai vivo in tutti noi. Quest’anno rispondiamo al monito di quel tragico incidente anche con la nuova Centrale Unica di Risposta che ha una delle due sedi regionali proprio a Parma, che ha organizzato il personale, curato la gestione economica e amministrativa del progetto, accogliendo la chiamata della Unione europea”, sottolineano le direttrici sanitarie di Azienda Ospedaliero-Universitaria Sandra Rossi e di AUSL Parma Alessandra Tassoni.

Il Numero Unico Europeo per le emergenze 112

Da fine 2024 il numero unico 112 ha accentrato 514.827 telefonate rispondendo in 7 secondi; di queste, 276.957 sono state indirizzate a Carabinieri, Polizia, Vigili del Fuoco, Soccorso sanitario. Parte proprio dalla chiamata la garanzia di sicurezza: l’operatore del 112 riceve in tempo reale i dati relativi al chiamante, alla sua identificazione e localizzazione che, inseriti in una ‘scheda contatto’, consentono di attivare la corretta risposta.

La lingua straniera o i diversi gradi di abilità dell’interlocutore e le segnalazioni autogenerate dai veicoli coinvolti negli incidenti vengono trasformate, da barriere che erano, in preziose informazioni aggiuntive grazie all’elevato livello di gestione tecnologica integrata. “L’introduzione del NUE 112 permette di ridurre i tempi complessivi di intervento in tutte quelle situazioni complesse in cui per soccorrere le persone coinvolte è necessario l’intervento tempestivo e contemporaneo non solo del 118, ma dei Vigili del Fuoco e delle Forze dell’Odine”, spiega Antonio Pastori, direttore della Struttura regionale per lo sviluppo e l’innovazione del sistema emergenza-urgenza.

Come quella di lunedì 16 giugno in cui, nel bacino di competenza del NUE Parma, si è verificato un evento metereologico  straordinario con tempesta di vento e pioggia: quel giorno sono arrivate quasi duemila chiamate in poco meno di due ore (1.988 tra le 15 e le 16.59).

Elisoccorso in cifre

Dal primo intervento di elisoccorso effettuato il 19 luglio 1988 a Varsi, il servizio, incardinato in una compagine tecnologica via via sempre più sofisticata, si conferma come attività indispensabile per i servizi d’emergenza 118 grazie a personale con formazione certificata a livello sanitario e aeronautico.
Nel primo semestre 2025 sono stati 422 gli interventi effettuati da EliParma per il soccorso di pazienti critici, in linea rispetto alle 744 operazioni di salvataggio del 2024, interventi possibili anche grazie ai 37 siti censiti idonei per ogni tipo di esigenza (notturna e diurna) presenti nel solo territorio del parmense e le oltre 300 aree di atterraggio disponibili in regione.

Eli Parma, operativo in fascia diurna alba/tramonto, compone ogni giorno dell’anno 24 ore su 24 la flotta regionale insieme a EliBologna, operativo H 24 con l’utilizzo di sistemi di visione notturna (operazioni NVIS), EliRavenna, operativo in fascia diurna alba/tramonto dotato di sistema di verricello di soccorso e Eli Pavullo nel Frignano, operativo in fascia diurna dalle 8 al tramonto, dotato di sistema di verricello di soccorso per operazioni.

“Grazie alla tecnologia, all’impegno delle istituzioni e alla formazione continua di tutti i nostri operatori altamente specializzati lavoriamo per il costante miglioramento degli standard di qualità e sicurezza – sottolinea Adriano Furlan, direttore della Centrale operativa 118 Emilia Ovest. Il nostro obiettivo è infatti quello di consegnare il paziente, ovunque si trovi, alle cure nel minore tempo possibile”.

Sangue a bordo: la dotazione salvavita

La dotazione salvavita porta a bordo da due anni, oltre a farmaci e apparecchiature, due sacche di sangue del gruppo 0 negativo, compatibile con ogni altro gruppo. Il sangue a bordo dell’elicottero consente al personale della Centrale 118 di iniziare immediatamente la trasfusione, in caso di un paziente con grave emorragia, grazie alla collaborazione con Immunoematologia e trasfusionale del Maggiore, l’Emergenza territoriale e le associazioni AVIS e FIDAS.

La flotta dei mezzi su terra

Fa parte del sistema di sicurezza, efficienza e organizzazione di eccellenza anche la rete del volontariato ANPAS e Croce Rossa che opera sul territorio a fianco dei professionisti sanitari con 23 mezzi avanzati professionalizzati e le 32 ambulanze, ancora il cuore dell’attività, per una rete di aiuto a interventi che sono, per definizione, tutti unici.

Precisione e verifiche incrociate in tempo reale: le regole per un soccorso sicuro

In risposta alla chiamata, a guidare i mezzi di soccorso sul punto dell’intervento opera oggi un sistema complesso di verifica continua di precisione e aggiornamento delle informazioni. Alla base delle scelte di itinerario per i mezzi di soccorso sta il rigore assoluto del sistema di emergenza nazionale. “La localizzazione dell’evento si basa sulle coordinate geografiche, latitudine e longitudine, garantendo il massimo livello di precisione possibile – spiega Antonio Pastori, direttore della Struttura regionale per lo sviluppo e l’innovazione del sistema emergenza-urgenza – Le tecnologie offerte dal sistema avanzato di localizzazione – AML-Advanced Mobile Location- permettono infatti di individuare il punto preciso da cui parte la chiamata”. Il luogo da raggiungere è dunque definito grazie all’uso del database topografico regionale che identifica il nome della località stradale più vicina alla coordinata geografica dell’evento. Ma anche altri sistemi di navigazione possono essere utilizzati per garantire un’ulteriore verifica, tra cui Google Maps, OpenStreetMap e TomTom.

“E’ l’insieme delle fonti che garantisce la precisione nell’individuare il luogo in cui arrivare nel minore tempo possibile: comune, località, via, incrocio e numero civico – aggiunge Pastori – l’imperativo per tutti è contenere al massimo i tempi per ridurre il rischio e migliorare l’esito dell’intervento”. Mentre la comunicazione continua tra Centrale operativa 118 e mezzi di soccorso definisce la decisione sul percorso da seguire, in base a dimensione e peso del veicolo, oltre che traffico e possibili ostacoli, passaggi a livello, cantieri o strade chiuse.

La traiettoria del soccorso disegnata in ragione del contenimento dei tempi di risposta: la nostra regione è al secondo posto

Sono 16 i minuti che trascorrono tra la risposta alla chiamata e l’arrivo del primo mezzo sul luogo dell’evento. Questo risultato è frutto dei continui investimenti in tecnologia, formazione e lavoro di squadra, che coinvolge tutti gli operatori della rete dell’emergenza: medici, infermieri, autisti e volontari. Così il sistema soccorso conferma la sua efficacia per la quale la Regione Emilia-Romagna si colloca al secondo posto a livello nazionale, preceduta solo da Bolzano.