
“Un programma di mandato corposo, 125 pagine ricche di obiettivi e intenti, ma con un approccio ideologico e poco concreto”. Così Priamo Bocchi, consigliere regionale e capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, definisce il documento presentato oggi in assemblea legislativa dalla Giunta regionale dell’Emilia-Romagna.
“Ci sono sicuramente buone intenzioni, ma resta da capire se e come verranno realizzate. Colpisce l’eccessiva adesione a una visione ideologica legata al catastrofismo climatico e a certi estremismi ambientalisti. Il programma è ossessionato dalla parola ‘clima’, citata ben 76 volte, e non fa che reiterare concetti come neutralità carbonica, rinaturazione e agricoltura biologica, che spesso nascondono inefficienze e sprechi di risorse”, afferma l’esponente di FdI, invitando la Regione a occuparsi di “questioni più concrete, come la riduzione dell’inquinamento e il miglioramento della sostenibilità ambientale ed energetica, senza pretendere di salvare il pianeta”.
Ma è sulla sanità che il consigliere parmigiano si sofferma con maggiore severità. Settore che, sottolinea Bocchi, “non solo assorbe gran parte del bilancio regionale, ma rappresenta il cuore di un sistema di potere che il centrosinistra ha consolidato negli anni, spesso a scapito di merito e competenze”.
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“Lungi dall’essere un modello virtuoso, come vogliono far credere i suoi apologeti, la sanità regionale è il perfetto esempio di una gestione politicizzata e inefficiente. La nomina dell’assessore Massimo Fabi ne è l’ennesima prova: presentato come tecnico, in realtà è espressione del sistema politico-centrico che domina la sanità emiliano-romagnola” punge il consigliere parmigiano, puntando il dito in particolare sulla situazione di Parma, dove Fabi ha ricoperto incarichi apicali come direttore generale dell’Azienda Ospedaliera e commissario straordinario dell’AUSL: “Abbiamo assistito al fallimento dell’unificazione tra AUSL e Azienda Ospedaliera, all’istituzionalizzazione delle liste d’attesa, al sovraffollamento cronico del pronto soccorso e al declino progressivo dell’Ospedale Maggiore. È emblematico il caso della PET, tecnologia fondamentale che manca nel pubblico ma che un centro privato ha acquistato con personale offerto dal pubblico stesso”.
Le criticità non si fermano qui: mancanza di cartelle cliniche elettroniche, inefficienza dei percorsi di cura e un ambiente lavorativo che demotiva il personale medico. “I medici sono frustrati, sottopagati e privi di un adeguato riconoscimento del merito. Il paziente è al centro solo nelle dichiarazioni, mentre le risorse si concentrano su dirigenti amministrativi dai compensi generosi. E quando ci sono problemi, la responsabilità viene sempre scaricata sul governo. A patto che sia di centrodestra” prosegue Bocchi, che conclude con un appello per Parma, troppo spesso ignorata dalla Regione: “La città, con il suo patrimonio storico e culturale e il suo tessuto industriale, merita maggiore attenzione. Mi auguro che l’attuale amministrazione regionale dimostri finalmente sensibilità e considerazione verso un territorio che non può continuare a essere relegato a un ruolo marginale”.