Bolzoni: “Resistere e innovare”

SMA MODENA
lombatti_mar24

02/04/2013
h.17.10

Fabrizio Bolzoni, recentemente eletto alla presidenza di Legacoop Servizi Nazionale, traccia un quadro della situazione del settore e delle sfide da lanciare per superare il periodo di forte crisi.

Quali sono i temi e i problemi più urgenti da affrontare? Con quale tempistica?
Le questioni più urgenti, che in realtà gravano da molto tempo sulle imprese, sono determinate in gran parte da un quadro normativo e istituzionale incerto. La mancanza di stabilità politica che caratterizza il nostro paese da diversi anni, con provvedimenti in materia economica sempre frammentari e senza ampio respiro, e che più recentemente è stata aggravata dalla crisi globale, ha fatto maturare vari problemi che richiedono risposte sempre più urgenti.
Inoltre, va segnalato il ritardo dei pagamenti della PA, questione pesantissima che sta mettendo in ginocchio tantissime imprese sane. Al problema pagamenti, tendenzialmente peggiorati anche nel settore privato, si aggiungono leggi fatte molto male in materia di appalti; infine, troppe aziende, anche in forma cooperativa, le cosiddette “spurie”, operano senza rispettare le normative contrattuali. Tutti questi temi dovrebbero trovare soluzioni immediate, il tempo è già scaduto.

In base alla sua esperienza, come è cambiato il settore dei servizi negli ultimi 10 anni? Quali sono gli aspetti positivi e quelli negativi?
Il settore dei servizi alle imprese e alle comunità, che comprende i comparti di interesse di Legacoop Servizi – quali la logistica, le pulizie industriali, la ristorazione collettiva, ….- ha avuto uno straordinario sviluppo negli anni ’80 e ’90, grazie ai processi di esternalizzazione sia del settore pubblico che di quello privato.
L’ultimo decennio ha visto nella sua prima metà, fino al 2007/2008, la prosecuzione di tale trend di sviluppo; negli ultimi cinque anni, e in particolare dal 2011, la crisi economica e la contrazione delle risorse pubbliche ha determinato un forte rallentamento della crescita, con risvolti negativi particolari negli ultimi mesi a seguito della cosiddetta “spending review”.
Gli aspetti positivi, anche se non sono tanti per le ragioni enunciate, sono correlati allo sviluppo di elementi di innovazione, prevalentemente di processo, che hanno interessato più comparti e che hanno consentito di compiere (anche se non ovunque) recuperi di efficienza e produttività.
 
Quale modello europeo (ma non solo) potrebbe essere preso ad esempio? Quale potrebbe essere quello più realizzabile nel nostro paese?
Nel settore servizi credo sia difficile individuare modelli di riferimento, di molti aspetti non ho conoscenza e ogni paese ha le sue peculiarità. Certamente in Italia le dimensioni medie aziendali sono molto contenute, sia in termini di addetti che di fatturati: come Legacoop in generale e anche come Legacoop Servizi auspichiamo e lavoriamo nella direzione di processi di integrazione e di crescita dimensionale delle cooperative, per affrontare meglio le sfide del mercato sia pubblico che privato. Nei principali paesi europei le imprese di servizi sono tendenzialmente più grandi di quelle italiane. Occorre anche dire che alcune nostre cooperative, in Italia, sono leader di alcuni segmenti (per esempio nelle pulizie e nel facility management), mentre negli altri paesi sono ai primi posti solo le aziende private.

A quali sfide è chiamata la cooperazione di servizi, oggi e nel futuro più prossimo?
Senz’altro la sfida più grande è e sarà quella di fronteggiare una crisi economica pesante, come quella attuale, di cui non si vede a breve la fine e che ci consegnerà scenari inediti. Lo sforzo dovrà essere, da un lato, quello di resistere e innovare nei nostri settori tradizionali; dall’altro, cercare di sviluppare l’attività in settori poco frequentati ma con potenzialità: green economy, in particolare filiera dei rifiuti, e gestione dei servizi ai beni culturali. Credo anche che occorrerà affacciarsi di più verso l’estero.