
I guai per il 67enne sono iniziati nel 1982, quando durante una rapina a Firenze uccise un gioielliere. Successivamente, nel 1985, in provincia di Messina, ha ucciso una ragazza di 17 anni, colpevole di aver riconosciuto un suo amico, un latitante mafioso di cui era il guardaspalle. Da pochi mesi si trovava a Busseto in regime di detenzione domiciliare.
Per evitare di tornare in carcere, il 67enne aveva falsamente dichiarato di dover sottoporsi a un intervento chirurgico. Tuttavia, le sue affermazioni non trovavano alcun riscontro nei referti medici, portando alla revoca del beneficio temporaneo concesso dalla magistratura. Dopo aver ricevuto il provvedimento di esecuzione per la carcerazione, i Carabinieri di Busseto lo hanno prelevato dal suo domicilio temporaneo, lo hanno dichiarato in arresto e lo hanno tradotto in carcere.
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Nei giorni scorsi, i Carabinieri della Stazione di Busseto hanno eseguito un ordine di esecuzione della pena detentiva, emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Messina, nei confronti del 67enne, italiano. Contestualmente all’arresto, all’uomo è stato notificato il rigetto dell’istanza di differimento facoltativo della pena, presentata al Tribunale di Sorveglianza di Firenze per prolungare la suo regime di detenzione domiciliare.
La giustizia ha riconosciuto l’uomo colpevole e lo ha condannato all’ergastolo, a seguito di un cumulo di sentenze definitive per due omicidi e altri gravi reati. Secondo gli atti giudiziari, il 67enne è stato condannato al “fine pena mai” per l’omicidio di un gioielliere, avvenuto durante una rapina a Firenze nel 1982, e per l’omicidio di una ragazza di 17 anni, uccisa a Villafranca Tirrena (Messina) nel 1985 insieme a un boss di “Cosa Nostra”, di cui il 67enne era il guardaspalle.
Nei mesi scorsi, l’uomo aveva ottenuto temporaneamente la detenzione domiciliare a Busseto per motivi di salute, ma aveva tentato di evitarne il rientro in carcere dichiarando falsamente di dover affrontare un intervento chirurgico. Tuttavia, le sue affermazioni non trovavano riscontro nei referti medici ufficiali, e così la magistratura ha revocato il beneficio.
Il Tribunale di Sorveglianza di Firenze, dopo aver esaminato i referti medici e le relazioni degli assistenti sociali, ha constatato che l’intervento chirurgico dichiarato dal 67enne non trovava alcun riscontro documentale. Di conseguenza, ha rigettato la richiesta e trasmesso gli atti alla Procura Generale, che ha disposto il ripristino immediato della custodia cautelare in carcere.
Dopo aver ricevuto il provvedimento, i Carabinieri di Busseto hanno individuato l’abitazione dell’uomo, lo hanno informato delle decisioni della magistratura e lo hanno accompagnato in caserma per notificargli il provvedimento di carcerazione. Al termine delle operazioni, il 67enne è stato trasferito presso la Casa Circondariale