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11/10/2010
h.11.00
Anche domenica dieci ottobre ci siamo recati nei campi adiacenti al fiume Enza nel sorbolese e con nostro dispiacere abbiamo trovato altri cacciatori.
Subito, ne abbiamo visto uno (con l’immancabile cane a seguito) che distratto dai nostri fischi e dalle nostre urla si è fatto scappare un leprotto che correva affannato a pochi metri da lui.
L’uomo (se così si può definire) guardandoci confuso, si è allontanato verso un pioppeto per ricongiungersi con un gruppetto di cacciatori.
Con il megafono abbiamo rivolto alcune frasi al gruppo di fanatici riguardanti l’inutilità, la crudeltà e la vigliaccheria della caccia. Alcuni di loro ci hanno fatto segno di avvicinarci, ma intanto che noi avanzavamo loro si allontanavano dall’altra parte del terreno… Forse si erano resi conto che non avrebbero avuto niente da dire.
Abbiamo poi, risalito l’argine e dopo una breve distanza trovato un bossolo di fucile (ricordiamo che i cacciatori sarebbero obbligati a raccoglierli per non inquinare ulteriormente il terreno).
Alla fine, avvistiamo un ultimo cacciatore che non ci fa cambiare idea sulla categoria. Ovvero, davanti alle nostre parole (ben udibili grazie al megafono) si è addentrato nella boscaglia.
Si è molto coraggiosi a sparare con un fucile a una lepre, ma non lo si è per sostenere un dialogo con qualcuno al quale non si può sparare (ovviamente per paura delle conseguenze penali)?
ANIMALS FREEDOM PARMA
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