
Tra le situazioni che foraggiano l’illegalità negli ultimi anni si sono diffusi a dismisura a Parma i “centri massaggio orientali”, spesso sotto gli occhi di tutti. Quando situazioni di questo tipo vedono opportunità di profitto si alimenta l’offerta. C’è, infatti, un vero e proprio vuoto legislativo nella definizione di questa categoria e quindi c’è chi approfitta della questione aprendo centri con pochi controlli e poca burocrazia. Quello che sta succedendo, anche a Parma, è chiaramente uno sfruttamento di un’attività a volte al limite della prostituzione, concretizzatosi a causa dell’assenza di regolamenti adeguati.
L’amministrazione Pizzarotti non ha mai affrontato questo problema. Non servono stanziamenti di alcun tipo, basta emanare un regolamento aggiornato e completo, ma anche il regolamento vigente – seppure approvato il 20 gennaio 2009 – può essere sufficiente a contrastare il fenomeno, se venissero fatti rispettare almeno gli orari di chiusura nelle ore notturne, dalle 22 alle 7.
Si potrebbe poi intervenire con l’obbligo di apparecchiature di sterilizzazione, di monitoraggio della pulizia dei locali, riconoscendo come “estetista” solo chi ha ottenuto un diploma rilasciato da un ente riconosciuto, proibendo l’oscuramento delle vetrine per favorire la trasparenza di chi opera. Inoltre si potrebbe effettuare controlli incrociati relativamente alle lavoratrici dei centri, le licenze, le partita IVA e l’albo degli artigiani, in modo da poter individuare eventuali redditi sommersi e casi di lavoro minorile non dichiarato.
La problematica è ben lontana da una risoluzione radicale, ma Parma è importante e deve eliminare queste situazioni di degrado che offuscano anche il lavoro di seri artigiani.
Laura Cavandoli sindaco 2017
Ufficio stampa