
TeoDaily – “Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici.“
E’ bastata questa sola frase del Vangelo di Matteo (26:20), non confermata in alcun altro Vangelo, per sancire perentoriamente che all’Ultima Cena di Gesù parteciparono solo gli apostoli, quindi dei maschi, e nessuna donna.
Innumerevoli sono i quadri dipinti nei secoli, tanto da Leonardo da Vinci quanto da Giotto, che riproducono questa immagina tutto maschile, che ci hanno sempre detto e noi immaginato.
Che ci fossero gli apostoli nell’Ultima cena è certo, ma siamo sicuri che ci fossero solo loro?
Approfondire la risposta non è un vezzo teologico radical chic per fare i fenomeni a cena con gli amici o una facile scorciatoia per fare colpo sfruttando il fascino catto-ereticale. Perchè se fossero state presenti delle donne al momento dell’istituzione del sacramento dell’eucarestia (“Fate questo in memoria di me“) metterebbe in discussione le “motivazioni” per negare l’ordinazione sacerdotale delle donne.
Non mi pare quindi un quesito di poco conto.
Del resto anche la frase di Matteo non esclude in sè ci fossero altri a cena, mentre gli Vangeli, al contrario, sembrerebbero sostenerlo.
Innanzitutto partiamo dalla distinzione, chiara nei Vangeli, tra “apostoli” e “discepoli“.
I discepoli di Gesù erano coloro che seguivano il Maestro non solo nella dottrina ma anche nel modo di vivere. Prima di essere chiamati “cristiani” i credenti in Cristo venivano designati col nome generico di discepoli. Tra i discepoli di Gesù, per volontà stessa del Signore, ce ne sono poi 12 che vengono chiamati “i Dodici” e ancor più spesso “apostoli” (Mc 3,14-16). Pertanto gli apostoli sono discepoli, ma solo dodici discepoli sono anche apostoli.
Ciò premesso, è acclarato tra i discepoli c’erano anche delle donne (leggi l’articolo “Le donne discepole” del Cardinal Ravasi su Famiglia Cristiana).
Ma se è vero come è vero che gli evangelisti avevano ben chiara la distinzione tra “apostoli” e “discepoli”, come si fa a sostenere che i commensali dell’Ultima Cena fossero solo gli apostoli (maschi) quando in triplice attestazione in tutti e tre i Vangeli sinottici (Marco 14:14, Matteo 26:18 Luca 22:11) Gesù, in merito all’organizzazione dell’Ultima Cena, dice: “Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: ‘Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?'” (traduzione ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana).
Gesù dice chiaramente “io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?’.
Non sto neppure a parlare del 4° Vangelo di Giovanni che in tutte le pagine dedicate all’Ultima Cena usa solo la parola discepoli, mai apostoli, o Dodici.
Del resto è lo stesso sacerdote che ogni domenica in ogni chiesa del mondo ripete il rito eucaristico pronunciando le parole dell’Ultima Cena: “Egli, nella notte in cui veniva tradito, prese il pane, ti rese grazie con la preghiera di benedizione, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli e disse: ‘Prendete, e mangiatene tutti: questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi.‘”
La forma più antica di liturgia che include le parole della consacrazione è l’Anafora di Basilio di Cesarea, risalente al 350 d. C.: “Gesù prese il pane, lo benedisse, lo santificò, lo spezzò e lo diede ai suoi santi discepoli e apostoli…”.
Ma c’è un’altra prova testuale ancora più evidente della probabile presenza di discepoli all’Ultima Cena.
Il Vangelo di Luca (24: 13-35) racconta dell’incontro con il Risorto di due discepoli che stavano camminando verso la città di Emmaus. I due non riconobbero il corpo glorificato di Gesù, lo faranno in seguito solo a cena. (“Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista“).
Continua Luca: I due discepoli “partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici [nota: Il traditore Giuda non c’era più, quindi gli apostoli erano rimasti in undici]. Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.“
Questo riconoscimento ha senso solo se i due discepoli (che riferiscono agli Undici, e quindi non sono tra gli Undici) erano stati presenti all’Ultima Cena e avevano visto Gesù spezzare il pane appena pochi giorni prima. Se non fossero stati presenti come avrebbero potuto riconoscerlo?
Ma al di là delle citazioni testuali è anche il buonsenso che ci porta a ipotizzare (e comunque non a escludere) che ci fossero anche delle donne nell’Ultima Cena, perchè le stelle più lucenti dei Vangeli sono donne: Gesù sceglie una donna (Maria Maddalena) come prima testimone (quando in quell’epoca la testimonianza di una donna non aveva nessun valore in un tribunale), annunciatrice e apostola della sua resurrezione, sono le donne che non si rassegnano alla morte di Gesù e tornano al sepolcro, il primo sì della Cristianità lo pronuncia Maria Vergine all’Arcangelo Gabriele nell’Annunciazione, solo le donne rimangono fedeli al Signore durante la sua passione mentre gli uomini scappano o lo rinnegano tre volte, è Veronica colei che soccorre Gesù in una stazione della via Crucis, è la donna pagana cananea l’unica a vincere dialetticamente Gesù e a “convertirlo” al cristianesimo.
Per essere ancora più espliciti: è stato Gesù a escludere le donne dall’Ultima Cena o la cultura maschilista e patriarcale del cristianesimo primitivo (e purtroppo non solo primitivo) dentro la quale sono stati scritti i Vangeli?
Risulterebbe estremamente facile, come fa la Treccani, redigere un’imponente antologia dell’antifemminismo cristiano dei Padri della Chiesa. Tertulliano, scrittore cristiano del III secolo, nel De Cultu Feminarum scrive: “La donna è la porta dell’inferno”. Clemente d’Alessandria, fondatore nel II secolo della prima università teologica, afferma che “Ogni donna dovrebbe essere oppressa al solo pensiero d’essere donna”. Anche un’anima sensibile come quella di san Giovanni Crisostomo si rammaricava molto del fatto che l’uomo non potesse riprodursi da solo e dovesse per forza collaborare con una femmina.
Al contrario nelle parole di Gesù non c’è mai alcuna traccia di maschilismo, mai, predicava alle donne (i rabbini non potevano farlo) e diffondeva una visione paritaria della donna rivoluzionaria per l’epoca.
Ma nell’Ultima Cena avrebbe voluto solo uomini…
Mah.

A me piace di più l’immagine dell’Ultima Cena che ho fatto io con l’Intelligenza Artificiale di quella che esce dal dipinto di Leonardo Da Vinci.
Non me ne voglia.