Ciac: “Serve una mobilitazione per difendere il diritto d’asilo e all’accoglienza”

Anche a Parma, come in tutta Italia, continua a crescere il numero di richiedenti asilo costretti a rimanere per strada, senza accoglienza e protezione. Allo stesso tempo ci si appresta a rinnovare i vergognosi accordi con la Libia, mentre il neo Ministro degli Interni vieta un porto sicuro a chi soccorre i naufraghi nel Mediterraneo. Ciac (Centro immigrazione asilo e cooperazione internazionale), ente di tutela di cittadini migranti, si dice allarmato di quanto sta avvenendo in Italia e lancia un appello. “Serve una forte mobilitazione della società tutta per difendere i diritti sanciti nella Costituzione”.

I TEMI – Secondo Ciac le scelte compiute su questi temi sono quantomeno discutibili. “Decine di migranti arrivati nelle nostre città – spiegano – non possono accedere ad un diritto fondamentale, l’asilo o a un posto di accoglienza, che per legge e per diritto spetta loro. Non giungono dal mare ma dalla rotta balcanica, vengono da Afghanistan, Pakistan, Iran. Lasciare persone all’addiaccio e fingere di non vederle confidando nell’indifferenza, costituisce una violazione dei diritti umani che avviene qui, con responsabilità del nostro Paese. Così come c’è nostra responsabilità per le situazioni atroci che i migranti subiscono ai confini: in Libia, Croazia e altrove”. Un altro segnale allarmante riguarda il rinnovo del finanziamento alla cosiddetta Guardia Costiera libica. “Un accordo vergognoso – ribadiscono da via Cavestro – che ignora la tutela dei diritti umani, nonostante le numerose evidenze e racconti dei migranti che sono riusciti a sopravvivere ai lager. Molte associazioni e ONG e Ciac con loro, hanno manifestato ieri per bloccare questi accordi inaccettabili”. Collegato a questo il tema del soccorso in mare. “Come primo atto – sottolineano – il nuovo governo sta impedendo alle navi che soccorrono migranti in difficoltà di arrivare sul nostro territorio. Un atto di una gravità inaudita che non solo non rispetta le norme internazionali, ma mette a rischio la vita stessa di centinaia di persone”.



LA POLITICA – Secondo Ciac si tratta di una strategia già vista che non risolve i problemi, anzi li aggrava. “Stiamo vedendo – dicono – una politica che affonda le sue radici nel passato e segna tragicamente una continuità tra i diversi governi che si sono succeduti. Eppure, di fronte alla più grave e più numerosa crisi migratoria della storia repubblicana, quella dei profughi ucraini, c’è stata la prova lampante che accogliere non solo si deve, ma si può e che quando accade, ossia quando i diritti delle persone sono rispettati e tempestivamente riconosciuti, tutta la società ne beneficia: nessun senso di invasione, nessuna paura ma solidarietà diffusa: determinante è stata l’accoglienza offerta da provati, famiglie, singoli”.

L’APPELLO – Tutto questo spinge l’associazione parmigiana a lanciare un appello. “Occorre una forte mobilitazione della società tutta a difendere il diritto d’asilo, il diritto all’accoglienza, il rispetto delle leggi dello Stato e della Costituzione. Serve un impegno concreto per farlo, una presenza, un’azione comune, sociale, giuridica e legale che sfidando negazioni e razzismo, per chiunque, profugo da qualsiasi paese, rivendichi il diritto a non diventare invisibile, a non essere respinto nelle tante frontiere esterne e interne del nostro Paese. È dalla tutela di diritti di tutti/e che dipendono integrazione e coesione sociale”.

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