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16/12/2010
h.17.50
Il restauro di San Liborio non ha mancato di riservare delle sorprese. Come spesso avviene in casi analoghi, il cantiere dove da luglio lavorano i tecnici della coop Edile Artigiana, che si è aggiudicata l’appalto, si è trasformato diventando un vero e proprio cantiere archeologico.
A spiegare quello che è accaduto è stato questa mattina l’assessore provinciale alla Cultura Giuseppe Romanini che ha eseguito un sopralluogo con i diversi soggetti coinvolti dall’intervento, il cui buon rapporto, soprattutto fra le imprese, determina anche i risultai ottenuti in un intervento così importante.
A sottolinearlo è stato oggi il professor Carlo Blasi, dell’Università di Parma, responsabile con gli architetti Paolo Giandebiaggi e Gianluca Mora della progettazione e della direzione lavori. Oltre a loro sul posto anche Anna Rita Marchi della Soprintendenza archeologica e Marina Ferrari della Soprintendenza ai Beni architettonici di Parma, insieme all’assessore alla Cultura di Colorno Donatella Censori.
“E’ un cantiere di restauro molto seguito e prevedendo anche scavi è legittimo potersi aspettare degli imprevisti, sono novità che arricchiscono il progetto originario – ha detto Romanini – Sul sagrato il ritrovamento delle lastre di pietra ha comportato un cambio del progetto perché è una pavimentazione che va valorizzata e questo comporta tempi e costi diversi da quelli impostati. Sulla piazzetta, che ci sarebbe piaciuto rendere disponibile entro la fine dell’anno come avevamo dichiarato è venuto fuori un cantiere archeologico”.
Queste due scoperte rischiano di rallentare la tabella dei tempi dell’intervento. Nello scavo sul sagrato della chiesa, la cui facciata comincia a mostrare nonostante le coperture i bellissimi capitelli ripuliti dalla ditta Mondadori, è venuta alla luce sotto l’asfalto la pavimentazione originaria di lastre di marmo rosa di Lessina. L’altra novità è nella piazzetta a lato della Cappella dove si possono ammirare i due fronti rimessi a nuovo e sanificati dell’edificio che ospitò gli appartamenti di Don Ferdinando Barbone.
Scavando nell’area sono venuti alla luce alcuni reperti che risultano su mappe del 1775 quando lì c’era l’orto del convento dei frati predicatori, dismesso prima della costruzione di San Liborio.
Si possono vedere in particolare una cappella del cristo morto e opere idrauliche per la regimentazione dei canali.
Da una trentina di giorni e nonostante l’inclemenza del tempo e le rigide temperature, si sta procedendo al rilievo fotografico e documentale e ai confronti con le mappe, come ha spiegato Cristina Anghinetti di Abacus, che sta eseguendo i rilievi su indicazione della Soprintendenza per il cantiere.
Si deve ora terminare la parte dei controlli per stabilire il posizionamento dei servizi del sottosuolo, per la nuova piazza che si andrà a realizzare.
“Il restauro di San Liborio è motivo di fierezza e orgoglio per la nostra comunità – ha detto l’assessore di Colorno Censori – In particolare sul ripristino della piazzetta che tornerà alla funzione originaria di uno spazio per i cittadini, abbiamo un progetto che è quello di svolgervi il mercatino della terra”.