Consulenza ad Alfa, “un potere che spettava ai dirigenti”

SMA MODENA
lombatti_mar24

04/07/2012
h.20.00

Oggi udienza davanti alla Corte dei Conti per l’ex sindaco di Parma Pietro Vignali per una consulenza in materia di viabilità affidata nel 2006 alla società Alfa Ingegneria allora presieduta dal futuro assessore ai lavori pubblici Giorgio Aiello. Lo riporta l’agenzia Dire da Bologna.
La delibera fu approvata dalla Giunta su proposta di Vignali e poi la determina emessa dall’Ufficio mobilità: ora l’ex sindaco tenta di scaricare sui due dirigenti, tra cui c’è Emanuele Moruzzi, arrestato la primavera scorsa nell’operazione Green Money 2 e poi scarcerato a dicembre 2011. “Se il danno ipotizzato per il Comune è da affidamento di incarico, allora è riferibile all’esercizio di un potere che spettava unicamente al dirigente”. Così ha obiettato l’avvocato Benedetto Graziosi, difensore di Vignali, alle accuse della procura contabile, che chiede all’ex sindaco, agli altri assessori che firmarono la delibera e ai due ex dirigenti della Mobilità la restituzione di 47.736 Euro.
I fatti sono questi: la Alfa Ingegneria, nell’estate del 2006, fu incaricata di studiare le aree cittadine di maggior criticità dal punto di vista della viabilità, provvedendo a fare una schedatura dei “casi critici” segnalati dai cittadini e proponendo una soluzione del problema. Per la procura contabile fu una consulenza illegittima perché era un’attività “pacificamente ordinaria”, che avrebbe potuto svolgere personale del Comune, la polizia municipale o ancor meglio la società in house Infomobility, che aveva una specifica convenzione col Comune proprio per gestire questioni relative alla mobilità ed “era perfettamente in grado di svolgerla”. A proporre alla giunta l’affidamento dell’incarico fu Vignali, allora assessore alla Mobilità e all’Ambiente della Giunta Ubaldi.
Oggi, però, la difesa di Vignali (ma non solo la sua) si è battuta davanti ai giudici della Corte dei conti (che nelle prossime settimane dovranno decidere se condannare gli ex assessori e per quale importo) per difendere la bontà dell’operato del proprio assistito. L’avvocato Graziosi, ricordando la riforma che ha distinto i poteri politici degli amministratori da quelli gestionali dei dirigenti, ha sostenuto che la visione della procura contabile ha un “difetto di prospettiva”, scaricando di fatto la responsabilità sui due dirigenti del settore mobilità, Moruzzi e Paolo Gaddi.
“La procura avrebbe potuto sostenere che la determina di affidamento firmata dal dirigente sia stata ‘fuorviata’ dalla delibera della giunta, che quest’ultima abbia in qualche modo ‘indotto’ la determina per autorità politica, o per coazione. Insomma, avrebbe potuto dire che si sia trattato, in realtà, di un affidamento fatto impropriamente a due mani. Ma non l’ha fatto e dunque la responsabilità dell’affidamento è del dirigente”.
Nei guai, oltre a Vignali, ci sono anche gli ex assessori che votarono la delibera di affidamento dell’incarico (Paolo Buzzi, Giancarlo Terzi, Claudio Bigliardi, Daniele Galvani, Giovanni Catellani, Paola Colla, Giampaolo Lavagetto, Mario Marini) e i due dirigenti. Per il pm contabile Pasquale Principato, avevano la “piena consapevolezza” di violare le norme (la consulenza era “pacificamente illegittima”) e hanno causato un “danno ingiusto” al Comune. La procura ha dunque chiesto alla Corte la condanna per dolo, suggerendo che il 60% del danno ricada sulle spalle di Vignali, Moruzzi e Gaddi e il restante 40% sugli altri otto. Oltre a Graziosi, anche le difese degli altri ‘convenuti’ (l’equivalente di imputati nel processo penale) hanno dato battaglia, tanto che l’udienza è durata quasi tre ore.
L’avvocato Elena Pontiroli (che difende sette degli otto ex assessori) ha criticato la tesi del pm secondo cui anche gli assessori, leggendo la delibera, avrebbero potuto chiedere ulteriori approfondimenti prima di approvarla: in primis perché sapevano che c’era la società in house Infomobility, che tra l’altro “venne interpellata come fosse un fornitore qualsiasi”, ha sottolineato Principato, in secondo luogo perché la Alfa Ingegneria, a detta della procura, non appariva molto “specializzata” per il compito. “Non c’erano campanelli d’allarme”, ha detto Pontiroli, ricordando che quell’incarico fu “prospettato alla Giunta come una soluzione-tampone, temporanea, di cui c’era bisogno per il numero enorme di segnalazioni arrivate in quel periodo. Vignali propose questo incarico in attesa di una modifica degli organici che poi infatti avvenne in seguito”.
L’avvocato Marcello Mendoni, che difende Moruzzi, ha riversato la responsabilità sulla Giunta: “Moruzzi non ha dato nessun contributo a questa istruttoria e i pareri di legittimità li hanno dati altri. Anche sulla questione di Infomobility, Moruzzi non è stato interpellato, non c’entra nulla. E l’impegno di spesa, se è vero che concretamente si prende con la determina, era già contenuto nella delibera della Giunta”. Per l’avvocato Paolo Paglia (che difende Gaddi), “si è creato un mostro di una delibera che così mostruosa non è. Evidentemente il Comune ha ritenuto di aver bisogno di quel servizio e se anche l’avesse fatto Infomobility sarebbe stato pagato”. L’avvocato Marina Ronchini, per Lavagetto, obietta: “Non c’è dolo dagli assessori e non è vero che questo incarico potesse essere svolto internamente al Comune, nè che rientrasse nella convenzione con Infomobility. Alfa Ingegneria, poi, aveva tutte le competenze”.