Cosce di maiale olandese a Langhirano

SMA MODENA
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07/07/2010
h.16.00

A Langhirano, proprio nel cuore della zona dove sorge il museo del prosciutto rinomata per l’arte salumaria parmense, è arrivato un camion con un carico di circa 1500 prosciutti “taglio Parma” proveniente dall’Olanda.
Lo comunica Coldiretti Parma che, proseguendo il suo impegno nella mobilitazione a difesa del vero Made in Italy, nelle prime ore di questa mattina ha scortato dall’ingresso dell’autostrada con “auto civetta” e biciclette gialle il trasporto fino allo stabilimento di Langhirano dove un comitato di accoglienza di produttori coi mezzi agricoli, armati di vuvuzelas hanno dato ironicamente il benvenuto alle cosce e ne hanno evidenziato l’origine estera.
Ci siamo mobilitati – comunica Coldiretti – dal Brennero fino alle realtà territoriali dove abbiamo dato avvio al “giro d’Italia a difesa del Made in Italy a tavola” e oggi siamo qui a Langhirano per riaffermare la necessità di tutelare l’autentico maiale italiano con l’obbligo di indicare in etichetta la provenienza della carne, in modo che il consumatore sia messo nelle condizioni di riconoscere l’origine di ciò che acquista.
Attualmente – ricorda Coldiretti – per la carne suina l’indicazione dell’origine è obbligatoria solo per i prodotti Dop, come il prosciutto di Parma, mentre non c’è nessun obbligo per gli altri prodotti derivati dal maiale. Tutto questo mentre in Italia si producono 25 milioni di cosce suine contro i 56 milioni di cosce importate.
Sugli scaffali dei negozi italiani infatti – commenta Coldiretti – ben due prosciutti su tre provengano da maiali allevati in Olanda, Danimarca, Francia, Germania e Spagna, senza che questo venga chiaramente indicato in etichetta, anzi, l’uso di indicazioni fuorvianti come “Di Montagna” e “Nostrano” spesso ingannano il consumatore sulla reale origine di ciò che mangia. Il tutto aggravato dalla quantità di prosciutto già affettato, venduto in vaschette preconfezionate, la cui origine è il più delle volte ignota, anche se il consumatore magari crede di acquistare vero prosciutto italiano. C’è da chiedersi – sottolinea Coldiretti – quanti consumatori si siano mai accorti di star mangiando prosciutto estero.
La mancanza di trasparenza danneggia sia i consumatori sia gli allevatori italiani, che sempre più spesso chiudono le loro imprese. Nella sola Emilia Romagna, nel 2001 operavano più di 1.300 allevamenti di maiali, calati oggi a meno di mille. C’è il rischio concreto di estinzione degli allevamenti regionali e con essi dei prodotti di qualità che ne derivano.
Per questo – afferma Coldiretti – va sostenuta in Parlamento l’approvazione del disegno di legge sull’etichettatura obbligatoria di origine degli alimenti che al Senato e’ già stato ampiamente condiviso, sia in commissione Agricoltura sia in Aula. Un segnale incoraggiante è appena arrivato dal Parlamento europeo che, sotto il pressing di Coldiretti, ha votato finalmente a favore dell’obbligo di indicare il luogo di origine/provenienza per carne, ortofrutticoli freschi e appunto prodotti lattiero caseari.
La battaglia continuerà ad oltranza, come ha avuto modo di dichiarare il Presidente di Coldiretti Emilia Romagna Mauro Tonello, fino a quando non otterremo garanzie sulla trasparenza dell’informazione ai consumatori e sull’etichettatura obbligatoria di tutti i prodotti. E non ci fermeremo al Brennero, ma proseguiremo anche per altre vie di accesso dei prodotti, come i porti.