
La crisi energetica sta diventando un’emergenza sociale cui l’amministrazione comunale non può restare indifferente e la nostra città ne è particolarmente coinvolta.
L’ISTAT sottolinea che siamo una delle città più energivore d’Italia con una media di 7265,22 kw annui consumati per ogni abitante: ciò vuol dire che gli effetti degli aumenti dei costi per l’energia per noi saranno amplificati.
Abbiamo dunque bisogno di mettere in campo misure di breve periodo molto efficaci per poi concorrere ad un miglioramento del saldo energetico con una politica di ottimizzazione dei consumi e di produzione di energia da fonti rinnovabili più appropriata.
Vale la pena ricordare che lo sfruttamento degli edifici pubblici per l’istallazione di pannelli fotovoltaici a Parma è di un terzo rispetto ai vicini di oltre Enza.
Confidiamo sull’efficacia delle misure che il governo sta introducendo per arginare gli effetti economici dell’aumento dei costi energetici ma è certo che la risposta dell’ente locale deve essere orientata a mitigare al massimo gli effetti che tali aumentano avranno – con una rapidità preoccupante – sulla capacità di spesa delle fasce più deboli del nostro sistema sociale ed economico.
La riduzione dell’iva avrà un primo impatto positivo su famiglie ed enti del terzo settore ma rischia di essere totalmente inefficace per le attività commerciali.
Un’attività che chiude perché non riesce a pagare i costi energetici, è una impresa o un’associazione che difficilmente riuscirà a risollevarsi poiché si priva, al momento stesso della chiusura, della possibilità di produrre la ricchezza necessaria per fare fronte a tal debito.
Senza un intervento rapido di alleggerimento delle tensioni economiche e finanziarie il sistema delle imprese non reggerà un colpo la cui violenza sarà maggiore di quello dell’effetto della pandemia.
Il Comune è un soggetto economicamente rilevante, può fare la propria parte agendo sulle dinamiche finanziarie concedendo una moratoria sulle scadenze dei crediti che vanta verso famiglie e imprese ed accelerando i propri pagamenti, utilizzando quell’affidabilità creditizia e finanziaria che tanto vanta in virtù del risanamento del bilancio comunale che avrebbe effettuato.
I servizi sociali devono intensificare la propria azione verso nuove fasce di cittadini in difficoltà, poiché questa situazione sta generando nuove emergenze e nuove povertà a cui occorre rispondere il più rapidamente possibile.
Parma ed il suo sistema economico dovranno poi dotarsi di una politica energetica in grado di ridurre quel forte GAP esistente tra domanda e offerta energetica, che rischia di essere un serio pregiudizio per il proprio futuro economico: si può fare, anche avendo le necessarie attenzioni ambientali.
Nel 2019 a fronte di 3288,6 GWh consumati Parma e la sua provincia ne hanno prodotti solo 929,5 di cui 460,1 da fonti rinnovabili: è poco più di quanto ne produce Piacenza con la sola energia idrica.
Filippo Mordacci