
05/02/2009
h.11.30
La rubrica di ParmaDaily “C’eros una volta Lulù…”.
Ogni settimana un racconto erotico scritto da Sbriciolina… neo laureata presso l’università di Parma.
Una volta Lulù gli chiese di raccontarle una cosa bella di sè e del suo mondo, ma ad Adamo non veniva nulla…
Quando se ne andò pensava che si fossi portata via con sè tutte le cose belle… ma invece adesso, lo sapeva, aveva capito che gli aveva lasciato qualcosa…
Infatti da sempre i divieti sessuali culturali sostanziavano: tabù, riti, miti; dividevano: spazio e tempo, il sacro e il profano, il puro e l’impuro; determinavano le tappe della crescita intra e inter personale.
Alla salutista Ludovica erano rimasti ancora alcuni tabù, assolutamente non eccitanti e fastidiosissimi al solo pensiero. Alcuni accompagnati da motivi morali, altri etici, altri ancora igienici.
Alcuni esempi a mò di lista da spesa o comandamenti: era la classica brava ragazza dell’uno alla volta.
Per il suo credo erano due e solo due i protagonisti di ogni rapporto sessuale.
Tra partner era opportuna la presenza fondamentale tanto del sentimento, delle emozioni quanto del feeling non solo sessuale.
A livello relazionale non voleva essere l’amante, la terza incomoda, per questione di dignità e onestà per se stessa ed entrambi.
Dal partner esigeva condizioni “eccellenti”, di pulizia e salute.
Non si serviva nè feci né tanto meno urine, non faceva sesso con animali seppur praticasse un rapporto sessuale molto passionale, e alcune sue fantasie erotiche ne contenessero… Ludovica in un tutt’uno naturale.
Non si drogava, né fumava, nè si ubriacava: voleva essere capace di intendere e volere, sempre con sobrietà e spirito di responsabilità.
Non praticava l’orale dopo l’anale…
Naturalmente anche i confini avevano la loro ragione di essere, nel posto giusto, al momento giusto.
Per il resto, con tanto di sfrizzi, lazzi e ca*** , il piacere era stato tutto suo, anzi loro!
Sbriciolina
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