E’ il sindaco di Bedonia il primo cittadino più amato della Val Taro. INTERVISTA a Gianpaolo Serpagli

Da indagini (non scientifiche) condotte nei giorni scorsi da un’importante testata locale tra un campione di valtaresi, il sindaco di Bedonia Gianpaolo Serpagli è risultato essere il primo cittadino più amato della Val Taro. Lo abbiamo intervistato

Sindaco, si ritrova in questo dato che la vede primeggiare?

Stiamo cercando di amministrare al meglio delle nostre capacità, con tanti limiti, gestendo le emergenze che ci sono capitate, ma sicuramente avendo in mente due obiettivi: più lavoro e più servizi. Intendiamoci, sicuramente mi fa piacere, si sa che nell’amministrare ci metto tutta la mia caparbietà e la mia tenacia, ma i risultati raggiunti, ancora pochi visto che abbiamo compiuto da poco i due anni sono in buona parte merito della mia squadra e dei collaboratori che ho in comune e comunque verremo giudicati alla fine del quinquennio.

Purtroppo appena insediati abbiamo dovuto subire un’emergenza mondiale come quella del covid-19 che ci ha impegnato tutti. Tutti i consiglieri, gli assessori e il nostro personale sono stati preziosissimi, si sono fatti su le maniche ed hanno cercato di “dare una mano”. Ma devo dire che, anche grazie al lavoro del Presidente Rossi, si è creata tra tutti i sindaci una sinergia mai vista, uno scambio di buone pratiche, un lavoro comune condotto con la Prefettura e soprattutto con il personale sanitario che non finiremo mai di ringraziare che insieme ai volontari mi hanno dato la possibilità di dire che è motivo di orgoglio per me fare il sindaco di una comunità importante e coesa come quella bedoniese.

Poi ci è toccata una “super nevicata” che ha impegnato tante risorse.

Ora serve uno scatto, serve uscire da questo periodo coscienti del fatto che si è riscoperta la bellezza del vivere in posti a bassa densità abitativa come il nostro. Serve quindi invertire la tendenza allo spopolamento. Cosa fino a qualche anno fa impossibile nemmeno da immaginare, ma che ora la vediamo alla nostra portata.

Si è sempre schierato apertamente a favore dei piccoli imprenditori e commercianti locali contro i colossi della GDO e soprattutto contro Amazon: ha avuto problemi per queste sue prese di posizione? Sembra un po’ una lotta impari, Davide contro Golia.

Credo anche qui importante quello che abbiamo scoperto durante la pandemia. Senza il negozio sotto casa non saremmo stati in grado di andare avanti. Senza il senso di comunità forte che abbiamo avuto avremmo subito come gli altri territori la seconda e la terza ondata. Da noi non è stato così.

Quella lettera che scrissi ai bambini bedoniesi, scritta tutta d’un fiato, aveva questo senso. Come del resto l’idea di creare 10 anni fa un Centro Commerciale Naturale, l’idea condivisa con tutta l’amministrazione Berni di impedire un centro commerciale all’ingresso del paese, tutte queste politiche volevano andare nella direzione di tenere vivi i nostri centri. Solo così si combatte il disagio. Solo così si può continuare a creare un’economia diffusa e non concentrata in poche mani. Lo so è difficile, spesso mi prendono in giro per questi concetti fuori dal coro. Ma anche i fatti degli ultimi mesi (gli scioperi in Amazon, la proposta Biden di una legge mondiale che tassi uniformemente questi gruppi, la proposta Orlando su una contrattualistica più umana per i lavoratori di quei settori) mi fanno pensare che forse è giusto non perdere mai la voglia di continuare a sognare, vorrai mica vedere che a volte i sogni si realizzano e diventano prolifici.

In queste ore si stanno decidendo le sorti politiche di un Comune importante della Val Taro, Borgotaro: che consiglio darebbe a chi sta predisponendo la lista che ruota intorno alle forze del centro sinistra?

Non ho più nessun ruolo all’interno del mio partito, resto un militante, quindi non ho incarichi per entrare nella discussione politica borgotarese. Ho tanti amici nell’attuale amministrazione ed in quelle passate, so che, con i limiti che tutti abbiamo, hanno cercato di amministrare al meglio la propria Comunità, cercando sempre di perseguire l’interesse collettivo. Quindi non voglio entrare in quelle dinamiche, so che hanno cercato di sentire tutte le sensibilità presenti e mi auguro che riescano a metterle insieme per fare una buona squadra.

Borgotaro, volenti o nolenti, fosse anche solo per il fatto che è il Comune più grosso ha sempre guidato o accompagnato le politiche della montagna ovest, mi auguro che anche per il futuro si trovino amministratori in grado di avere questa maturità.

Parliamo di politica giocata; come si trova un sindaco, dichiaratamente di sinistra (è stato anche segretario provinciale del PD) con un vice sindaco che recentemente ha aderito a Fratelli d’Italia? Qualche mal di pancia, ad esempio a Borgotaro, sembra esserci stato.

Ma vedi, noi siamo stati eletti sulla base di un programma, che purtroppo a causa della pandemia è stato rallentato, ma che stiamo correndo per riprenderlo e riprovare ad attuarlo. Dai primi atti ci siamo mossi a favore delle fasce più deboli e cercando di concentrare la nostra azione su politiche volte a favorire l’integrazione e l’infanzia. Basti pensare al progetto dello 0-6 (nido e materna) fino alle 18.30 a prezzi calmierati, oppure la collaborazione con ASP, oppure alcuni progetti già finanziati che verranno eseguiti nel 2022 come il PUG per i 4 comuni dell’alta valle, una nuova sala per il coworking per cui ringraziamo l’assessore Lori che ha messo a bando due politiche utili ai nostri territori e che senza l’aiuto della Regione non sarebbero state possibili realizzare.

Lascio decidere agli altri se questo è un programma di destra o di sinistra, dal mio punto di vista rispecchia le motivazioni per cui 22 anni fa ho cominciato a fare politica. Ci siamo presentati come lista civica, senza rinnegare le proprie appartenenze politiche. Io personalmente sono stato e rimango un militante della sinistra.

Resto in quella che tutt’ora considero la casa dei riformisti italiani: il Partito Democratico, non ho mai cambiato casa o casacca e con tutti i limiti e le amarezze credo ancora che questo sia il mio posto. Sicuramente un po’ di “sconquasso” l’uscita mediatica dell’adesione a Fratelli d’Italia del mio vicesindaco l’ha creata anche al nostro interno, ma si sa (passami la battuta) a Bedonia non riusciamo mai a stare tranquilli. L’importante per me è continuare a far si che la squadra, dal mio punto di vista un’ottima squadra, continui a lavorare nell’interesse dei bedoniesi.

Recovery Fund e sugli effetti sul territorio: tre ricette, tre interventi, pratici e facili da capire, per rilanciare la montagna dal punto di vista di un sindaco delle “terre alte”.

Sai che anche su questo ho fatto polemica e sono contento che ANCI abbia messo in risalto il poco coinvolgimento dei comuni e degli altri enti locali, ma al di là di questo tre cose mi hai chiesto e tre cerco di dirtele.

Un ripensamento delle infrastrutture.

Stradali: serve un ammodernamento del tratto che è rimasto fuori dalla Ghiare-Bertorella, in particolare quindi la Bertorella – Compiano – Bedonia – Tornolo con la messa in sicurezza e ammodernamento del collegamento con la Liguria. So che la Provincia ci sta lavorando, ma questa potrebbe essere l’occasione per avere le risorse necessarie a cantierizzare.

Connettività: non è possibile nel 2021 che un’intera area come l’alta val Ceno non abbia connessione internet ed in alcuni casi neppure ricezione del cellulare. Purtroppo eravamo ad un passo dal portare elettricità fino al rifugio Monte Penna e questo ci avrebbe consentito di connettere buona parte della nostra Val Ceno, che lo ricordo, è il territorio più vasto del comune di Bedonia, ma qualche burocrate ha bloccato la pratica.

Con il consigliere Daffadà, che ringrazio, stiamo lavorando in questa direzione, ma sicuramente dobbiamo velocizzare il processo. Ferroviarie: qui qualcosa si è mosso, ma dobbiamo rendere il treno competitivo con l’auto. Borgotaro – Parma deve essere servita meglio ed in meno tempo.

Nuovi servizi: in particolare nuovo Ospedale con professionisti di valore. Su questo la Regione sta lavorando e troverà al suo fianco e di sprone tutti i sindaci e gli amministratori dei comuni del distretto.

Ma anche servizi rivolti alla formazione, dall’infanzia al post diploma. Anche qui servono risorse.
In ultimo un aiuto nazionale che ricalchi il bando regionale sulle giovani coppie, da lì partire per aiutare quel processo che ho detto all’inizio: invertire la tendenza allo spopolamento. E lo si fa investendo nelle giovani generazioni, dandogli una mano sia dal punto di vista abitativo sia dal punto di vista lavorativo. Le iniziative imprenditoriali che possono partire in montagna vanno supportate.

Mauro Delgrosso

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