
01/03/2012
Intervista a Marino Giubellini, già coordinatore della Margherita di Parma e assessore comunale.
Marino, sei uno che fa parte del “cerchio magico” di Ubaldi. Diccelo, dai, si candida o no?
Il “cerchio magico” è una specie di cordone sanitario messo a protezione di un vecchio leader politico ormai suonato.
Qui a Parma non c’è alcun “cerchio magico”.
Ti assicuro che Ubaldi è in forma splendente e penso che fra pochi giorni annuncerà la sua candidatura.
Diciamo, però, che la paventata discesa in campo ha già sparigliato molto le carte… si parla già molto di lui?
E’ l’aspetto paradossale di questo strano approccio alla campagna elettorale. I candidati ufficiali, invece di confrontarsi e scontrarsi fra di loro, se la prendono tutti col “candidato che non c’è”, quasi ad esorcizzarlo. Io la definirei strizza!
Maria Teresa Guarnieri, in un suo recente comunicato stampa, ha dichiarato “una candidatura come quella dell’ex sindaco minerebbe alla base la possibilità di dar vita in questo momento ad un progetto di centro moderato sul quale far convergere chi si è dissociato da quanto stava avvenendo come Roberto Ghiretti o chi dall’inizio ha condotto una battaglia all’opposizione come Altra Politica”. Secondo te cosa vuol dire? E’ ancora possibile l’aggregazione dei moderati?
E’ un’analisi contraddittoria. Maria Teresa intuisce giustamente che nell’area di centro si dovrebbe aggregare, ma poi disgrega e dice no ad Ubaldi. Capisco che in molti protagonisti prevale l’idea che l’aggregazione sarebbe preferibile attorno alla propria candidatura a sindaco.
A tutti loro suggerisco di porsi la seguente domanda: “chi fra i numerosi aspiranti al titolo ha le maggiori probabilità di battere Bernazzoli nell’eventuale ballottaggio?” Ammetterai, direttore, che la risposta è semplice e univoca.
E’ pensabile un’alleanza tra Ubaldi e il Pdl?
Sarebbe auspicabile, ma passa attraverso condizioni difficilmente realizzabili. La prima è la rinuncia al simbolo del partito. La seconda più complicata è un inevitabile passo indietro dei protagonisti diretti del “disastro Parma”.
Credo che le accuse che saranno rivolte a Ubaldi saranno due: quella di aver scelto Vignali e quella di aver dato inizio ai progetti che hanno prodotto l’indebitamento delle società partecipate del Comune. Tu al suo posto come risponderesti?
Vignali è stato scelto attraverso un’ampia consultazione. E’ stato determinante a suo favore il peso dei poteri forti, quegli stessi che oggi appoggiano il candidato Bernazzoli. Ubaldi ha poi avuto il merito di ammettere per primo il proprio errore di valutazione.
Quanto all’indebitamento sarebbe facile, ma molto tecnico, spiegare che non è così. Permettimi una metafora per far capire almeno in che senso si muove la spiegazione. Io e mio fratello decidiamo di investire cento milioni per costruire casa e facciamo il nostro bravo piano di rientro. Poi mio fratello mi estromette dalla società, e invece di onorare il debito per la costruzione della casa, decide di fare altri cento milioni di debito per il parco e la piscina attrezzata e utilizza il piano di ammortamento dei primi cento milioni per andare in crociera. E’ colpa mia se la famiglia fallisce?
Il tuo amico Giorgio Pagliari avrebbe vinto le primarie? Hai capito perché non si è presentato alle primarie?
Avrebbe vinto le primarie e avrebbe riportato la sinistra al governo di Parma. Non si è presentato alle primarie perché, presumo, il PD ha preferito scegliere come candidato ufficiale del partito il presidente della Provincia Vincenzo Bernazzoli. Uno schiaffo incredibile verso colui che aveva guidato con successo l’opposizione in Comune a Vignali.
Ma permettimi di cogliere il vero dato politico. Il PD parmense non è nato sulla base di un progetto di lungo respiro; è nato per garantire la sopravvivenza di un gruppo di “burocrati di partito” che campa di politica. Quel gruppo non può consentire che un estraneo alla “casta” (cioè Pagliari) vada ad alterare gli equilibri interni di potere: preferisce perdere le elezioni. E’ già successo con Peri, succederà con Bernazzoli.
Andrea Marsiletti
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