Fuori Orario: si parla di morti nelle carceri

SMA MODENA
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Nei locali a Parma e Reggio Emilia
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Mercoledì 29 febbraio: cena-incontro con Ilaria Cucchi (sorella di Stefano) e proiezione del docufilm
Cena-incontro con ILARIA CUCCHI (sorella di Stefano, morto nel 2009 in ospedale-carcere), il regista MAURIZIO CARTOLANO e proiezione del suo documentario.
Mercoledì 29 febbraio al circolo Arci Fuori Orario di Taneto di Gattatico (Re), ore 20.30
Le morti nelle carceri italiane e l’omertà che spesso le circonda. In questo cono d’ombra cerca di portare un po’ di luce Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, morto in condizioni disumane a sei giorni dall’arresto, nel 2009. La Cucchi ne parla mercoledì 29 febbraio in una cena-incontro al circolo Arci Fuori Orario di Taneto di Gattatico (Reggio Emilia), insieme al regista Maurizio Cartolano, alla proiezione del suo documentario «148 Stefano – Mostri dell’inerzia» e a diversi altri ospiti.
In collaborazione con Epoché ArtEventi, la cena comincia alle ore 20.30, seguita alle 21.30 dall’incontro: menù con pappardelle al sugo di cinghiale, salame di maiale nero, zuppa inglese e… piatti appositi per i vegetariani prenotati. Ingresso con tessera Arci, a 12 euro per chi partecipa alla cena e gratuito per chi entra dopo le 21.30 per assistere al solo incontro con proiezione; info e prenotazioni su www.arcifuori.it o allo 0522-671970 in orari di ufficio.
Romana, Ilaria Cucchi è dunque la sorella di Stefano Cucchi, il giovane deceduto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma, mentre si trovava in stato di arresto. In «Vorrei dirti che non eri solo», libro scritto da Ilaria con Giovanni Bianconi e pubblicato da Rizzoli nel 2010, la situazione creatasi è fotografata in modo chiaro, oltre che toccante: «La lettera che avevamo tanto inseguito, e che solo per caso eravamo riusciti a recuperare, non spiegava quello che era successo. Ma in ogni caso era ed è la prova che mio fratello voleva continuare a vivere. Invece è morto. Forse pensando di essere stato abbandonato dalla sua famiglia, mentre semplicemente non ci lasciavano entrare. Vorrei potergli dire che non era solo. Hanno provato a farci credere che “s’è spento” come fosse una cosa normale, perché s’era lasciato andare. Ma non è così. Mio fratello Stefano è morto per responsabilità di qualcun altro e io, Ilaria Cucchi, vorrei sapere di chi. E perché».
Stefano Cucchi è la 148ª persona morta nei penitenziari italiani, una cifra tremenda, lievitata poi fin quasi a 200. Il documentario «148 Stefano – Mostri dell’inerzia», prodotto da Simona Banchi e Valerio Terenzio in collaborazione con Il Fatto Quotidiano, chiede verità e giustizia, una verità ancora nascosta e una giustizia negata a Stefano e quindi a un intero popolo e alle sue istituzioni. Il film non è soltanto una rigorosa indagine sul decesso… di un giovane cittadino italiano nelle mani delle forze dell’ordine, certo non l’unico. È innanzitutto la biografia difficile, ma così prossima a chiunque, di un ragazzo contro il quale la vita e uno Stato di Diritto disfunzionale e disumano hanno giocato una partita spietata.