Grande è la confusione nel Pd di Parma, la situazione è eccellente!

Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente!” diceva Mao Tse-tung alle giovani Guardie Rosse riferendosi al caos della società cinese che avrebbe favorito la sua Rivoluzione culturale.

Se parli di maoismo in un circolo Pd ti sbattono fuori dalla porta facendosi il segno della croce, ma in realtà, sotto sotto, anche se non lo ammetteranno mai, qualcosa in loro è rimasto degli insegnamenti del Grande Condottiero.

Già, perchè mai un congresso ha prodotto tanta confusione come quello del Pd cittadino conclusosi ieri (leggi).

Altro che eccellente, la situazione è apoteotica!

Il congresso avrebbe dovuto compattare il partito su una linea politica e invece, a sei mesi dal voto delle comunali, ne ha certificato la spaccatura in due come una mela.

Il congresso doveva dirimere, una volta per tutte, la questione delle primarie sì, primarie no, ma la componente che chiede le primarie ha ottenuto abbondantemente i 2/5 dell’assemblea e quindi può pretenderle in qualsiasi momento a norma di Statuto. Come prima, più di prima.

Il congresso doveva legittimare la linea politica della segreteria uscente, e questa ha ottenuto la maggioranza dei delegati e la minoranza dei voti assoluti. Una discrasia derivata da un regolamento che prevedeva che il calcolo dei delegati per circolo avvenisse sulla base del tesseramento 2020 mentre i votanti fossero gli iscritti al 2021. Quindi due corpi elettorali diversi in un unico congresso.

Mamma mia che confusione, che meraviglia!

La situazione è fantastica.

A questo punto è difficile dire cosa succederà.

Vanolli andrà avanti per la sua strada a testa bassa a dispetto dei Santi potendo contare su 4 delegati in più su 40, con la maggioranza degli iscritti che gli ha votato contro?

Bonetti chiederà le primarie a dispetto dei Santi quando metà del partito non le vuole, e il resto della coalizione di centrosinistra neppure?

Vedremo.

Non mancano le positività di questo congresso, e sono tante e di valore.

E’ stata una conta democratica, tirata, vera, sono state belle giornate di democrazia di partito come da anni non si vedevano a Parma.

Nell’era dei movimenti, delle liste civiche che spuntano come funghi come paraventi del nulla, delle elite e degli amministratori, è tornata la centralità del partito.

Sull’assegnazione dei delegati è stato decisivo il ruolo di una categoria umana da anni cassata come ferri vecchi, tromboni nostalgici e inutili: gli iscritti.  Sono stati i tesserati del Pablo e del Molinetto a decidere nel segreto dell’urna, non i desiderata o le imposizioni di chissà quali vertici regionali o nazionali. Alla fine saranno i delegati a votare la linea politica del Pd di Parma, e se non lo faranno in autonomia sarà per una scelta e responsabilità loro, non del Pd che, al contrario, li ha messi nelle condizioni di essere determinanti.

Sì, è vero, in tutta la città hanno votato 418 persone. Dicono poche. Sì, pochissimi rispetto ai tempi dei partiti di massa. Ma se facesse un congresso Effetto Parma non sarebbero più di 50, se andassero a congresso la Lega, Fratelli d’Italia o Forza Italia sarebbero di certo meno del Pd. Probabilmente non avrebbero neppure il coraggio di comunicare il numero dei partecipanti.

Chi deride il circolo del Pd Golese dove si sono presentati in 6 dovrebbe domandarsi quanti iscritti ha lui a Golese che una sera d’inverno scelgono di non guardare Gomorra o Narcos per andare a votare un segretario cittadino.

Confusionari, divisi, ridotti quanto vogliamo, ma ieri sono a Parma sono tornati i partiti.

E credo che, giocoforza, dovranno tornare parole anch’esse bollate come superate quali “ascolto”, “dialogo”, “mediazione” e “compromesso”. Che non sono purtroppo parole evocative come “centralismo democratico” ma non sono brutte parole. Per nulla.

Una mediazione che deve osare raggiungere punti che oggi sembrano impossibili.

Perchè tutto sembra sempre impossibile, finché non viene fatto. Solo allora ti rendi conto che era possibile.

Andrea Marsiletti

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