
Caro Alberto,
ho letto con piacere e divertimento la tua classifica, tra il serio e il faceto, sulle elezioni presidenziali. (leggi)
E allora si mi sono detto … perché non dare anche io, con lo stesso stile canzonatorio ( ma non troppo) le mie personalissime pagelle. Why not? Almeno i lettori potranno farsi un opinione confrontando due letture diverse dello stesso avvenimento.
Ma prima desidero risponderti sull’argomento serio che poni: la mancanza di scuole politiche in Italia. Non sono d’accordo… il problema non sono le scuole di partito (le mitiche Frattocchie, ad esempio, dove è cresciuta la classe dirigente comunista). Il problema sono proprio le scuole: se, come è stato fatto negli ultimi 30 anni, non investi nell’istruzione pubblica ( un nome fra tanti quello del ministro Gelmini), beh i risultati sono questi. E non vale solo per la politica, ma anche per altri settori quali il giornalismo, l’imprenditoria, la cultura in generale …
Parli di fallimento degli apriscatole grillini (categoria di cui faccio parte). Lascio questo giudizio agli storici del futuro. Ma una cosa è certa, direi matematica; l’intero Parlamento si è dimostrato completamente inadeguato al suo ruolo, incapace di esprimere nomi autorevoli per il ruolo di PdR … beh nel prossimo Parlamento, di questi “incapaci”, ce ne saranno 300 in meno. E questo è un successo del #M5S …poi sarà anche compito degli italiani scegliere bene …
E ora via alle danze e, spero, a qualche sorriso.
Casini: “n.g.”. È stato in letargo negli ultimi 6 mesi, fedele al motto che chi “entra Papa in conclave ne esce Cardinale”. Ci credeva di diventare il primo presidente emiliano. Non c’è riuscito: per fortuna, perché nel 2022 non può diventare presidente della Repubblica chi non ha mai lavorato in vita sua. Unica nota di colore: con Casini sul Colle, anche il Quirinale avrebbe avuto un suo degno “casino di caccia”, come si deve alle grandi residenze signorili. Ideale per esercitare il “tiro al piccione” …
Casellati : “0”. In un paese serio, un presidente del Senato che getta un tale discredito sulle istituzioni repubblicane, si sarebbe dimesso seduta stante. Si … in un paese serio …
Speranza: “3”. Impalpabile. Fino a venerdì pomeriggio se ne stava occupando la redazione di “Chi l’ha visto!” …poi verso sera ha avuto un barlume di vita contribuendo ad affossare la candidatura della Belloni.
Salvini: “4”. Non ne ha azzeccata una. Per tre o quattro giorni è andato in giro per Roma a cercare un presidente tra avvocati e docenti universitari, convinto di essere un “Kingmaker”.
Ma un Kingmaker, per essere tale, deve riuscire a utilizzare la propria influenza di tipo politico e/o economico proprio nelle elezioni delle più importanti cariche politiche. Probabilmente Salvini avrebbe difficoltà a esercitare la propria influenza anche nelle riunioni di condominio.
Letta: “5”. Voleva Draghi. Non c’è riuscito. Si è dovuto accontentare di Mattarella. Ma soprattutto porta su di sé la responsabilità di aver stoppato la candidatura di Elisabetta Belloni alla presidenza della Repubblica. Sarebbe stata la prima donna in Italia a raggiungere la più importante carica istituzionale. Ma come avrebbe detto il Manzoni: ” Il coraggio, se uno non ce l’ha, mica se lo può dare”.
Berlusconi: “6”. Non è più quello di una volta, vero. Ma è riuscito per qualche giorno a tenere in stallo tutti i partiti con la sua autocandidatura; e ha fatto molto divertire la battuta che lui i voti li aveva (il cabarettista che è in lui evidentemente non se n’è andato). Probabilmente sulla Casellati manco lui ci credeva. E il sabato delle elezioni ha imposto che Forza Italia virasse su Mattarella.
Sembra un po’ più in salute di come lo dipingono i suoi avvocati nei vari processi.
Conte: “7”. Non voleva Draghi. Fatto! Non voleva vecchi residuati bellici della prima Repubblica, come Amato, Casini, Cassese. Fatto! Se gli riusciva il colpo di una donna presidente sarebbe stato il vincitore della partita. Forse per questo alla fine è stato rieletto Mattarella. Ma si è fatto molti nemici …
Di Maio: “8”. Come Letta voleva Draghi. E non c’è riuscito. E, probabilmente, ha maggiori responsabilità del segretario PD in merito alla stroncatura della Belloni. Ma esce da questa settimana di passione come il nuovo beniamino dell’establishment e delle élite. Se ricevi l’endorsment di un giurista come Cassese, di un notista politico come Polito, di un cantautore come Padovani … bèh la domanda cosa ci stai a fare nel movimento 5 stelle te la devi porre.
Meloni: “8 e 1/2” Era il leader che meno aveva da perdere. Ma ne esce coerente, pulita, senza dover dare spiegazioni a nessuno. E, ora ha, davanti a sé, da un punto di vista politico, solo delle praterie …
Renzi” “10”. Il migliore! Ma meglio non dire di cosa …
Simone Guernelli
Consigliere comunale 5 stelle Colorno