
01/08/2012
h.15.50
Iren ha speso per i 16 componenti del consiglio di amministrazione e dei revisori dei conti 2 milioni e 335mila euro, la sorella Hera fa fatto molto meglio. Nel bilancio 2011, approvato quest’anno, Hera ha distribuito ai suoi 23 consiglieri di amministrazione, sindaci e direttori generali, 3 milioni e 426mila euro, il 47% in più degli amministratori Iren che sono già alti di perse.
Nell’approvare il bilancio di Iren ci fu una rovente discussione sui alti emolumenti percepiti dai 4 supermanager (il presidente Roberto Bazzano 497.000 euro; l’amministratore delegato Roberto Garbati 477.000 euro, il direttore generale Andrea Viero 442.000 euro e il vice presidente Luigi Giuseppe Villani 145.000 euro). Della cosa diede ampio risalto anche la stampa locale e nazionale, con giustificato sdegno da parte dei cittadini.
Ci risulta, invece, che nell’altra metà della Regione Emilia Romagna sembra che il problema non esista. Né i soci istituzionali, né quelli privati, né la società civile sembra essersi scandalizzata di tutto ciò (ammesso il caso che qualcuno abbia quantificato e pubblicizzato gli emolumenti percepiti da questi signori).
Metre i comuni di Reggio Emilia, Parma e Piacenza, dopo le furenti critiche hanno avviato, così sembra, un’azione che va verso la riduzione del numero dei consiglieri d’amministrazione e dei loro emolumenti (vedremo e vigileremo!), ci chiediamo cosa intendono fare i sindaci proprietari di Hera; in primis il sindaco di Bologna Merola che possiede il 13,7% del capitale sociale della municipalizzata.
La media percepita da ogni consigliere d’amministrazione, per l’intero anno, ammonta a circa 88.000 euro, mentre il grosso del “malloppo” lo percepiscono:
Maurizio Chiarini (Amministratore Delegato – euro 518.243);
Tomaso Tommasi di Vignano (Presidente – euro 475.836);
Roberto Barilli (Direttore Generale Operations Hera Spa – euro 422.234);
Stefano Venier (Direttore Generale Sviluppo e Mercato Hera Spa – euro 419.388);
Giorgio Razzoli (Vice Presidente – euro 111.275).
(in allegato la tabella analitica degli emolumenti di tutti gli amministratori Hera)
Il giorno 15 ottobre è stata convocata l’assemblea degli azioni per trattare, tra l’altro, l’approvazione della fusione per incorporazione di Acegas-Aps Holding S.r.l. (la municipalizzata dei comuni di Padova e Trieste) in Hera ed in quella occasione verranno nominati altri 3 amministratoti e un sindaco revisore, rimpolpando notevolmente il costo finale degli emolumenti da pagare agli amministratori della “nuova Hera”.
Visto che i titolari di almeno un 40° del capitale sociale possono chiedere un’integrazione dell’ordine del giorno chiediamo ai sindaci proprietari di Hera se siano interessati o meno a discutere in assemblea sugli alti emolumenti pagati agli amministratori di Hera o se per loro la cosa va bene così.
Noi riteniamo che è il caso di proporre una drastica riduzione degli emolumenti proprio in questa fase di crisi che travolge tutti, anche gli utenti di Hera. Riteniamo che lo stipendio massimo ed omnicomprensivo debba essere non più alto di euro 294.000, importo previsto anche dal decreto Monti sugli stipendi massimi che un “servitore dello Stato”, in questo caso un “servitore degli Enti Pubblici”, debba ricevere.
Come PdCI, visto che saremo presente all’assemblea con una capitale sociale rappresentato del 0,002%, sollevare questa questione, come abbiamo già fatto in quella di Iren costringendo i sindaci reggiani a prendere posizione sulla vicenda.
Tenuto conto che gli azioni possono presentare domande scritte inerente l’ordine del giorno, da presentare entro il 10 ottobre, ci mettiamo a disposizione dei cittadini ed degli utenti di Hera per riportare domande specifiche di cui riceveremo risposta scritta dalla società.
Donato Vena
Segretario provinciale del PdCI di Reggio Emilia
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