I numeri che mancano… al Pd

SMA MODENA
lombatti_mar24

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(non più in homepage)
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21/05/2010
h.22.00

L’opposizione insiste a scambiare i propri desideri con la realtà. Continua da 15 anni a evocare catastrofi, crisi politiche, a parlare di programmi irrealizzabili, senza accorgersi che, sotto i loro occhi abituati a vedere solo giochetti politici, la città è cambiata.
E’ diventata più bella, a misura d’uomo, è diventata più vicina ai cittadini, più rispettata, è diventata in molti campi un modello per altre città.
Il “modello emiliano”, piaccia o no al Pd, oggi è Parma: nei servizi, nelle politiche sociali, per la famiglia.
Tutte cose evidenti a tutti i parmigiani, che infatti alle sventure evocate dall’opposizione non credono più.
Spieghi piuttosto l’opposizione ai cittadini di Parma perché in Consiglio ha votato compatta contro una variazione di bilancio che prevedeva: riqualificazione dell’ex Cobianchi, rinnovo della convenzione per le scuole materne, interventi sulla viabilità per 1 milione di euro per ripristinare le strade danneggiate dall’inverno, completamento della scuola di Vicofertile, riqualificazione piazza Indipendenza di Corcagnano, messa a norma impianto sportivo di via Parigi, ricostruzione della Ca’ Rossa incendiata dai vandali, nuova scuola primaria di Baganzola, struttura di prima accoglienza per donne e mamme a Castelnuovo.
E spieghi anche anche perché è scappata dall’aula per far mancare il numero legale sul più grande piano di edilizia sociale mai realizzato in questa città.
Come sempre questa città va avanti grazie a questa maggioranza e nonostante questa opposizione.
Pagliari dice che “quando mancano i numeri la crisi è profonda”. Parla di 2 persone della maggioranza assenti in un consiglio alle otto di sera. Nulla a confronto dei numeri del PD tra gli elettori di Parma che mancano da 15 anni e, visto così, non sembra davvero messo bene nemmeno per il futuro.

Gianfranco Zannoni
Capogruppo di Impegno per Parma

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21/05/2010
h.13.20

La crisi politica in Comune viene da lontano. L’esistenza di tensioni e di contrasti era già evidente a cominciare dai robusti rimpasti della Giunta. E ciò che più, purtroppo, conta, questi segnali sono stati chiari nell’approssimazione, nella superficialità e nella stessa plateale erroneità e/o incomprensibilità di alcune scelte imposte con la forza dei numeri.
Tra le altre, basti ricordare il fantomatico Piano dei Parcheggi Sotterranei in Centro Storico, l’abominio delle varianti al POC in funzione del riequilibrio di bilancio e la dissennata politica di bilancio.
Ieri, però, c’è stata la “goccia che ha fatto traboccare il vaso”, incrinando l’unico vero puntello di questa maggioranza: i numeri, cioè la capacità di avere in aula, nei momenti decisivi, i ventuno Consiglieri necessari per deliberare.
Un elemento puramente quantitativo, ma decisivo: quando, infatti, vengono meno i numeri, la crisi è vera e profonda, specie se i Consiglieri di maggioranza escono platealmente – come ieri – dall’aula. La gravità è ancora più chiara, se ci si ferma sulla sua ragione: il dissenso su S.T.T., sulla sua centralità rispetto alle decisioni “alte” (il “business”) e l’eccessivo potere del suo Presidente.
Questioni nobili, come si vede! Il problema S.T.T., però, è reale, per ragioni – altre – politico-istituzionali e socio-economiche. S.T.T., infatti, significa una struttura sostitutiva ed alternativa rispetto al Comune, individuata come affidataria della gestione di tutti gli investimenti più importanti al di fuori di ogni possibilità di – REALE ED EFFETTIVO – controllo, non solo da parte del Consiglio comunale, ma anche del Sindaco e della Giunta.
Ed è già evidente che, per questa strada, S.T.T. diventerà il vero ed unico centro decisionale, riducendo il Consiglio comunale (ma anche Sindaco e Giunta, che paiono contenti!??) ad un luogo di certificazione notarile delle decisioni prese fuori, in cerchie ristrette di interlocutori “non certo scelti con gare ad evidenza pubblica” e giustamente attenti ai propri interessi, ma non obbligati a considerare l’interesse pubblico.
E pensare che S.T.T. possa essere garante di quest’ultimo, significa non voler sapere come si muovono le società di scopo comunali. Fantasie? S.T.T., ad oggi (l’elenco è carente), è già affidataria dei lavori della nuova Questura e di altri lavori per così dire “minori”, oltre ad essere chiaramente candidata a gestire il W.C.C. di Via Budellungo.
Da ieri, avrebbe dovuto interessarsi di Parma Social Housing, uno dei più importanti interventi nel campo abitativo dei prossimi anni. Bisogna aggiungere che S.T.T. controlla le società partecipate, o è sufficiente il già detto, per riconoscere l’aberranza di questa soluzione? Una soluzione che è destinata, peraltro, ad incidere sulla democrazia economica di questa Città, sul rispetto del principio della concorrenza e sul rispetto del Codice dei Contratti Pubblici.
Se la crisi comunale si risolverà senza affrontare questo nodo, vorrà dire che la maggioranza avrà riscritto l’accordo sulle “sfere di influenza”, lasciando gli interessi – VERI – della Città “fuori dalla porta” o, comunque, posponendoli a quelli di parte. 

Giorgio Pagliari
Capogruppo PD in Consiglio Comunale