24/09/2010
Ebbene sì, ho tentato pure io di farmi dare da Enia/Iren il “Piano Economico e Finanziario” dell’inceneritore in costruzione a Parma.
Mi sono sentito come quando da ragazzino adocchiavo la tipa più bella in mezzo alla pista della discoteca e tentavo un abbordaggio dicendo tra me e me: “Va bè, chissene frega! Mal che vada mi becco una murata!”.
E così, lo ammetto, ci ho provato… con Enia/Iren! Sono andato in bianco ma me lo aspettavo perchè sapevo che non l’avrebbe dato via facilmente quel documento, che la donna si sarebbe scoperta riservatissima e casta, sebbene nota per non essere “tutta casa e chiesa”.
Nessuna sorpresa perché è evidente che non rendono noto quel Piano perché da esso si capirebbero bene tante cose: quanto costerà davvero costruire l’impianto (Enia ha sempre dichiarato un costo di 180 milioni di euro ma in questi giorni si stanno diffondendo indiscrezioni espresse anche in assemblee pubbliche relative ad un importo di 220-240 milioni… forse perché in realtà sono in programma due linee di smaltimento?), quante tonnellate di rifiuti saranno bruciate (i politici reggiani non fanno mistero che l’inceneritore di Reggio Emilia chiuderà e che i rifiuti della loro provincia saranno smaltiti in forni nella disponibilità o in costruzione da parte di Iren… alcuni parlano espressamente di quello di Parma), quali tariffe saranno applicate (ovvero se i cittadini di Parma pagheranno cartelle più basse come sostiene Enia o se invece esse lieviteranno ulteriormente per ripagare l’ingentissimo costo di costruzione).
Ritengo sia nell’interesse di Enia/Iren, oltre che un diritto dei parmigiani, fare in fretta chiarezza su questi dubbi, anche perché se gli impegni dichiarati in termini di costi, quantitativi e provenienze dei rifiuti non fossero gli stessi di quelli previsti nel Piano Economico e Finanziario saremmo di fronte ad una vera e propria truffa.
Pertanto ho chiesto formalmente che mi fosse consegnata copia del Piano, citando la delibera del Consiglio Comunale di Parma del 31/03/2006 con la quale “Enia si obbliga a riconoscere ai cittadini il diritto di accesso relativamente a tutti gli atti riguardanti il termovalorizzatore”.
Impegno che Enia ha disatteso con me come con altri, come si evince dalla corrispondenza che allego di seguito.
1) Mia richiesta e sollecito per accesso ai dati inoltrata alla Dott.ssa Selina Xerra, direttore delle Relazioni esterne Enia Spa (clicca qui);
2) Risposta del direttore Affari Legali e Societari di Enia Dr. Massimiliano Abramo che mi comunica che non è possibile prendere visione di quel documento poiché “Enia, in quanto società quotata in Borsa, è sottoposta a rigide regole di pubblicità dei propri atti e documenti: la legge (Regolamento emittenti di Consob e Testo unico della Finanza) infatti disciplina le modalità di comunicazione al pubblico” (clicca qui);
3) A quel punto ricerco la normativa sopra citata. Si tratta di leggi composte da centinaia di articoli e decine di allegati. Pertanto chiedo mi siano esplicitati gli specifici articoli che costringono alla segretazione del documento (clicca qui);
4) Il Dr Abramo risponde in modo beffardo e arrogante, o meglio, evade furbescamente la domanda, sostenendo che “ad un esperto come Lei non sarà sfuggito che stiamo parlando di società quotata e che tutto l’impianto normativo di riferimento è improntato alla salvaguardia della parità di condizioni di accesso alle informazioni disponibili da parte del mercato e degli investitori” (clicca qui). In pratica si rifiuta di precisare gli articoli che giustificherebbe il diniego a documenti che, tra l’altro, l’Azienda si era impegnata con delibera di Consiglio Comunale a rendere pubblici.
Non citare gli articoli ma alludere genericamente ad una legge è la classica risposta che si dà quando non si ha una risposta da dare, e forse quando si ha la coda di paglia.
Ma perché tanto mistero su questo Piano Economico e Finanziario? Quali informazioni off limit contiene che i cittadini non devono conoscere?
Penso che i parmigiani meritino qualche risposta, soprattutto dopo i riscontri scientifici che essi hanno appreso dal convegno “I medici chiamano Parma” tenutosi mercoledì durante il quale oncologi di fama internazionale tra i quali il francese Dominique Belpomme, Ernesto Burgio e il luminare oncoematologo sui tumori infantili Giuseppe Masera hanno fornito evidenze sull’esistenza di una stretta correlazione tra l’inquinamento da inceneritore e l’insorgere di malattie tumorali.
Ma di chi ci dobbiamo fidare? Delle relazioni di oncologi autorità mondiali in materia o delle burlate dell’ex presidente di Enia Andrea Allodi che sui giornali invitava i parmigiani ad acquistare casa di fianco all’inceneritore perché quella sarebbe stata la zona più controllata e salubre della città?
Se si azzardasse a ripetere oggi queste provocazioni demenziali penso i parmigiani lo prenderebbe a calci in culo! E’ davvero il minimo che si meriterebbe.
Andrea Marsiletti
MA Space, lo Spazio del direttore Marsiletti Andrea