18/02/2010
“New Sensation“, la politica vista dai ventenni e dai trentenni.
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Già i partiti appaiono ai cittadini come qualcosa di vecchio… (io ovviamente non sono d’accordo con queste conclusioni)… A maggior ragione non c’è il rischio che appaiono come qualcosa di superato i movimenti giovanili degli stessi? Come hai intenzione di rendere questa organizzazione utile e attrattiva?
È vero, oggi più che mai, la politica è vista come un fatto sempre più lontano dai reali problemi della gente. Partiti e politici di professione hanno profondamente deluso tutti quei giovani, quelle donne e quei lavoratori che avevano riposto fiducia in loro.
Ogni cinque anni si alternano governi di centrodestra e di centrosinistra dei quali non si riesce mai a capire dove sta la differenza dal momento che alla fine del mese l’unica cosa chiara è che il portafoglio dei parlamentari o degli amministratori è sempre pieno mentre quello dei lavoratori è mezzo vuoto. Beh, credo che arrivati a questo punto una certa disaffezione sia del tutto comprensibile.
Il conto più salato lo sta pagando soprattutto la sinistra così detta “radicale” che più di tutti ha deluso, ma è stata anche artefice del suo destino, “aiutata” in questo da un PD che come primo obbiettivo pare abbia quello di fare il vuoto alla sua sinistra.
Quindi che fare?
Dobbiamo invertire la rotta e riconquistare la fiducia persa, ritornando in primo luogo tra la gente.
Credo che i giovani possano essere un punto di svolta. Esiste a mio modo di vedere un certo sentimento di ribellione tra i giovani, dettato dalla voglia di avere una vita migliore e maggiori opportunità. L’Onda studentesca dell’anno scorso l’ha dimostrato. Quanti giovani e precari sono scesi in piazza per rivendicare un’istruzione garantita a tutti, pubblica e di qualità? Il problema è chi si fa carico di queste istanze e le traduce in qualcosa di concreto.
Esatto, concretamente cosa volete fare?
Nel prossimo periodo torneremo come Giovani Comunisti ad avere una presenza costante davanti a scuole e università per parlare ma soprattutto ascoltare gli studenti. Le campagne saranno essenzialmente tre: sull’antifascismo, sulla difesa dell’istruzione pubblica e sulla laicità. Continueremo inoltre ad approfondire il nostro intervento anche nel modo del lavoro, per parlare di precarietà, delle conseguenze di questa crisi sul nostro futuro, delle forme di lotta e del programma necessari per difendere i posti di lavoro che a migliaia sono stati in questi mesi bruciati anche nel nostro territorio.
Da queste campagne ripartiremo per tornare ad essere un punto di riferimento di tanti giovani ed essere uno strumento utile per portare avanti le istanze delle giovani generazioni.
Che idea ti sei fatta del nuovo corso che ha intrapreso Rifondazione comunista di Parma con l’elezione della nuova segretaria provinciale Paola Varesi. Gli scontri interni tra le varie mozioni sono finiti?
C’è stato un lungo confronto all’interno del Partito per discutere di quale indirizzo politico dotarsi. Paola è stata tra gli artefici di un risultato che mette in agenda in primo luogo il radicamento del partito, tra le gente e nei territori. Questo punto di partenza è importante per il rilancio di Rifondazione Comunista.
Le differenze di vedute ci sono state e per certi versi permangono, ma all’interno di un confronto franco, penso siano un grande esempio di democrazia interna. Ciò che conta è che tutto il corpo militante di questa organizzazione si rimbocchi le maniche e lavori insieme, al fianco della nuova Segreteria, per rilanciare e costruire un Partito all’altezza dei problemi sociali ed economici che la crisi sta provocando.
Nel tuo discorso di insediamento durante il congresso hai posto come uno degli elementi di iniziativa politica quello dell’antifascismo. Chi sono i nuovi fascisti da contrastare?
Penso che negli ultimi anni il revisionismo ed il disarmo ideologico sostenuto, purtroppo, in gran parte dal centrosinistra e anche parte della sinistra abbia permesso ad organizzazioni di chiaro stampo neo fascista di insinuarsi nella società, operando indisturbati. Parlo di quelle organizzazioni che cavalcando un malessere sociale reale, incitano alla violenza e all’odio verso il diverso. Organizzazioni come CasaPound o la Lega Nord favoriscono una vera e propria guerra tra poveri, dove l’immigrato è un nemico da combattere.
I veri responsabili di questa crisi, i poteri forti, non vengono mai messi in discussione. Se vengo licenziato è colpa del mio collega e non di chi mi licenzia; se ci sono pochi soldi è colpa degli immigrati che ci portano via tutto, non delle banche che hanno prosciugato i conti pubblici.
Nel frattempo si danno soldi pubblici alle ronde ma non si spendono per costruire scuole, asili nido o case popolari. In più, oltre a fare le ronde anti immigrati di chiaro stampo razzista, si aggrediscono brutalmente prostitute, omosessuali, attivisti, comunisti, fino ad arrivare ai lavoratori in sciopero come abbiamo visto all’Eutelia o agli studenti dell’Onda lo scorso anno a Piazza Navona. Tutto questo in pieno stile squadrista e del tutto legittimati a farlo da esponenti dell’attuale Governo.
Penso che per questi motivi si debba fare una forte campagna riprendendo una presenza costante davanti a scuole e luoghi di lavoro spiegando chi sono in realtà questi signori che ogni volta nella storia si sono approfittati del malcontento popolare e della disgregazione sociale, per prendere visibilità e potere ma alla fine, abbiamo imparato, non si sono mai schierati dalla parte dei più deboli.
Come giudichi l’operato dell’amministrazione Vignali?
Penso che manchi un intervento concreto ed incisivo verso situazioni di povertà che si stanno manifestando anche sul nostro “ricco” territorio. Dall’inizio della crisi in molti hanno perso il posto di lavoro e si sono trovati a scontrarsi con molte difficoltà.
Un problema tra tutti è quello della casa. Sono sempre di più gli sfratti per morosità nella nostra città, sempre più persone dormono per strada o nelle loro auto, che a volte è tutto ciò che gli rimane. Nel frattempo scopriamo che diversi sono gli appartamenti sfitti che potrebbero benissimo essere destinati a queste persone a prezzi calmierati. La gran quantità di appartamenti sfitti che ci sono nella nostra città è un fatto che grida vendetta di fronte ai tanti soldi pubblici letteralmente buttati in questi anni in interventi di Social Housing (per esempio Via Budellungo) che hanno prodotto solo appartamenti a prezzi di mercato e una maggiore cementificazione del territorio.
Ci sono gruppi come la SRU o la Rete dormire fuori che da tempo denunciano tutto questo e, quando lo fanno, aiutando intere famiglie o gruppi in difficoltà a trovare una sistemazione, vengono accusati di essere nell’illegalità da parte di chi mentre con le sue politiche è responsabile di queste tragedie, si vede contestare 650 mila euro dalla Corte dei Conti.
E’ necessaria un’inversione di rotta, un’energica azione dell’amministrazione per risolvere un problema in espansione non solo tra gli immigrati, come spesso si pensa, ma anche tra molti parmigiani.
A questo poi si aggiunga l’accreditamento dei servizi sociali a strutture private o cooperative, che come dimostra la recente vertenza che si è aperta all’ex IRAIA, significa solo precarizzazione dei lavoratori dei servizi, diminuzione della qualità dei servizi e aumenti delle tariffe per le famiglie.
Sulla realizzazione della metropolitana qual è la vostra opinione?
Siamo da sempre stati contrari a questo progetto. Una vera e propria speculazione. Un intervento inutile che non avrebbe portato nulla ai cittadini se non disagi, scavi e costi pubblici esorbitanti da recuperare tramite un ulteriore aumento delle tasse.
Penso che per risolvere il problema del traffico in una città come Parma, si debbano semmai potenziare le linee degli autobus e i mezzi pubblici più in generale, oltre a migliorare un collegamento con i comuni della Provincia.
Il fatto che sulla questione specifica della Metro vi siano delle contraddizioni in seno alla maggioranza che governa il Comune, ciò non significa che il “sacco” di Parma non stia proseguendo con le grandi operazioni di speculazione immobiliare che tutti abbiamo potuto ammirare anche nella nuova era del Vignali anti-metro: i già citati interventi di Social Housing (un grasso affare per i costruttori e niente più), la Ghiaia o la riqualificazione dell’Oltretorrente dove l’eliminazione del vincolo storico agli edifici è un bel regalo alle lobbies immobiliari.
E non ci possiamo certo dimenticare dell’assenso dato dal Comune alla costruzione dell’inceneritore proprio alle porte della città, un mostro che mentre avvelena l’aria, ingrassa gli interessi economici dei privati che ci investono.
Tutto in linea con un’idea di rinnovamento che vuole fare di Parma solo una città vetrina, che mette gli ultimi ai margini della strada.
Come giudichi la qualità e l’efficacia dell’opposizione in consiglio comunale?
A Parma ci sono sostanzialmente due opposizioni.
Una è quella che si trova dentro il consiglio comunale: di facciata, morbida, in parte connivente, su molti punti bendisposta a talune scelte della maggioranza di Piazza Garibaldi.
Un’altra opposizione è quella sociale: quella che si esprime nelle lotte per il diritto alla casa, nelle battaglie in difesa dell’ambiente e della salute pubblica come quelle contro l’inceneritore, nelle vertenze per i diritti dei lavoratori come quelle delle lavoratrici e dei lavoratori dei servizi.
Per quanto ci riguarda lavoreremo perché queste opposizioni, oggi frammentate, possano unirsi, ricomporsi, crescere. Solo da questa prospettiva può nascere un’ alternativa vera e credibile alla devastazione sociale e ambientale imposta negli ultimi anni dal duo Ubaldi-Vignali.
Che invito di senti di rivolgere, in particolare ai giovani?
Quello di prender parte alla vita pubblica, di partecipare.
Il più grande strumento che abbiamo a disposizione per cambiare lo stato delle cose esistenti è quello della partecipazione diretta, sia essa nei movimenti, nei sindacati o nei partiti.
Per questo, come Giovani Comunisti, periodicamente ci riuniamo, confrontandoci e facendo un’analisi di quello che avviene attorno a noi, provando ad elaborare delle proposte. Il cambiamento non piove dall’alto, questo può esserci, può mettersi in moto solo se noi giovani, per primi, ci diamo da fare concretamente perché avvenga.