Il mondo del fitness non conosce crisi

SMA MODENA
lodi1

03/05/2012

Italia, un Paese che vanta 13 milioni di sportivi annoverati nel mondo wellness e fitness. Questo il dato alla mano che ci arriva da uno studio condotto dalla Camera di Commercio di Milano che sottolinea rispetto al 2010 una crescita dal 4,4% delle imprese di settore e di un aumento esponenziale dei frequentatori di palestre ed affini.
Cerchiamo di comprendere il mercato nazionale del wellness, partendo dal dato raccolto in occasione della scorsa edizione della Fiera del Fitness del 15 maggio 2011, il mercato italiano vede oggi attive circa 7.000 palestre e 4.000 piscine con un numero di addetti circa di 30 mila unità. Non vanno dimenticate le 11.000 strutture attive in ambito benessere, che si dedicano al segmento dell’estetica e del termale.
Da questi numeri emerge che il mercato italiano è fortemente frammentato. Caratterizzato da un numero elevatissimo di strutture di dimensioni piccole e piccolissime (meno di 500 metri quadri) mentre le grandi catene specializzate, quasi tutte straniere, localizzate nelle grandi città italiane, quali Milano, Roma, Napoli, Firenze, ecc. rappresentano soltanto il 2% del totale.
Da sottolineare a mio avviso che le città emiliane di Parma, Modena e Piacenza sono le città con il maggior numero di club rispetto agli abitanti. In valore assoluto la città con il maggior numero di locali fitness in Italia è Milano. La ripartizione degli stessi, in base all’ubicazione geografica, vede un 62% al Nord. Un 22% al Centro e il 16% al Sud. Interessante il primato della Campania con il maggior numero di patiti di sollevamento pesi, il Piemonte con il maggior numero di frequentatori di centri benessere, il Lazio, invece, vanta la crescita più rapida nel numero di istituiti di bellezza.
A livello europeo, l’Italia è il quarto mercato per fatturato, dopo Regno Unito, Spagna e Germania, ma il primo per numero di palestre.
Uno studio condotto da Unioncamere ha posto in evidenza che nel biennio 2003-2005 il numero degli impianti sportivi in Italia è cresciuto oltre il 25,4%. Cresce l’affluenza ai club da parte della fascia di età 20-45 anni.
Il mercato del benessere si sta evolvendo adattandosi a nuove esigenze di consumo. Aumenta il numero di italiani che “investe” una significativa porzione di reddito e di tempo libero nella cura del corpo e nella ricerca di svago proprio ricorrendo alla frequentazione di centri fitness o affini. 11 milioni di connazionali arrivano a spendere fino a 1.200 euro all’anno per prodotti e servizi volti ad acquisire una soddisfacente forma psico-fisica.
Una crescita ragguardevole delle strutture dedicate al fitness è resa possibile dal fatto che dal 1959 al 2010, secondo “I numeri dello sport italiano – La pratica sportiva attraverso i dati Coni e Istat del 2010”, gli italiani che praticano attività sportiva sono passati dal 2,6% al 22,8% della popolazione sopra i 3 anni di età. Oggi, sono circa 8 milioni gli italiani che frequentano una palestra o un centro benessere, e il 60% è costituito da donne. Esse prediligono attività quali: Zumba, Burlesque, Yoga e Pilates.
Tra le motivazioni che spingono i nostri connazionali alla pratica sportiva nei fitness club:
– mantenersi in forma (40%),
– recuperare equilibrio psico-fisico (16%),
– aiuta a costruire una personalità attiva e migliora l’autostima (12,1%),
– impiegare in modo salutare il proprio tempo libero (11,2%),
– aiuta a combattere lo stress del lavoro (7,8%),
– supporta altre attività fisiche, agonistiche o non, (5%),
– altro (7,2%).
In una recente intervista, il presidente Luca Valotta di Virgin Active ha posto l’attenzione su quello che il cliente italiano di fitness ricerca: o un servizio all’altezza delle aspettative, caratterizzato dal ricevere un prodotto al limite della personalizzazione oppure un servizio massificato, essenziale nel contenuto, che sposa in pieno l’idea di low cost aggressivo (ad esempio come ha fatto in città la catena My Fit). Si parla quindi di due mondi agli antipodi e pertanto non in guerra aperta tra di loro. Diversamente le strutture che hanno una posizione a metà strada tra le due citate in precedenza potrebbero pagare questa mancanza di identità subendo più di altri perdita di clienti.
Tuttavia visti i recenti andamenti del mercato sono giunto alla conclusione che il mercato premia chi ha le idee chiare e chi scegli un target preciso di clientela, nonostante siano finiti i tempi di “sollevare della ghisa” che hanno caratterizzato gli anni’80 e ‘90. Oggi la palestra e il centro benessere sono luoghi sociali in cui oltre che curare il corpo, i clienti, desiderano appartenere ad una comunità, e in cui mai come oggi si ripete l’adagio latino “mens sana in corpore sano”.

Tommaso Villani

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