INTERVISTA – Daria Jacopozzi: “Spero in un congresso che unisca il Pd di Parma. Si riprenda in mano il tema dell’alleanza con un nuovo metodo”

SMA MODENA
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Daria Jacopozzi

Intervista a Daria Jacopozzi, consigliera comunale del Pd di Parma, sui temi dell’attualità politica cittadina.

Il congresso cittadino del Pd non è mai stato sotto i riflettori come quello che si celebrerà a dicembre 2021.Quanto l’alleanza e il giudizio sull’amministrazione di Effetto Parma determinerà la discussione congressuale?

Questo congresso PD, in effetti, è arrivato apparentemente “inaspettato” come risposta da Roma alla richiesta di proroga, post elezioni comunali di Parma, da parte della direzione provinciale.

In modo molto interessante, a mio parere, questo congresso pur breve e affrettato che sia, può rimettere o mettere per la prima volta al centro del tavolo alcuni temi dati per assodati da qualcuno. Sarà centrale la questione della modalità con cui l’avvicinamento PD Effetto Parma è stata portata avanti fino ad ora (qui i circoli e gli iscritti, con le loro scelte di continuità e discontinuità, diranno la loro).

Il giudizio sulla passata amministrazione sarà indiretto perchè legato piuttosto alle proposte e alle scelte per il futuro. Fare la pagella a Pizzarotti non mi sembra l’obiettivo di questo congresso. L’obiettivo è che il PD diventi fulcro e facilitatore del dibattito politico delle sinistre e del centro sinistra in città, per creare la famosa alleanza larga.

Come il gruppo consiliare è stato fin qui coinvolto nel processo di alleanza tra Pd e Effetto Parma e come dovrebbe essere coinvolto nei prossimi mesi?

Devo dire che il coinvolgimento del gruppo consiliare è stato quasi nullo, poiché ritengo che in una questione così complessa e delicata (passare da oppositori ad alleati) non sia stato corretto coinvolgere solo capogruppo (e solo tangenzialmente). Questo io l’ho sempre ribadito a chiare lettere ma la struttura del partito non si è piegata e su questo vorrei un reale cambiamento di stile.

Il gruppo consiliare nei mesi prossimi avrà, secondo me, un ruolo importantissimo: abbiamo già offerto a giugno, integrando il programma scritto in Ri-generazioni, le nostre analisi politiche, con una lettura del passato obiettiva e soprattutto costruttiva del futuro, rispetto a ciò che noi abbiamo visto e vissuto, rispetto alla gestione della macchina comunale, del lavoro della giunta e degli assessorati, del rapporto con la società civile e il Terzo settore, con gli imprenditori e la sanità, con le comunità religiose, con le comunità migranti.

Purtroppo questo lavoro non è assolutamente entrato nel tavolo di dialogo con Effetto Parma; ora va messo in luce, arricchito con altri temi dirimenti per la città. Il PD, insieme al gruppo consiliare, deve individuare le categorie politiche che lo animano per trovare punti di incontro con tutti i possibili alleati del centrosinistra, compreso Effetto Parma.

Con quale atteggiamento il gruppo consiliare concluderà il suo mandato amministrativo?

Non ci smentiremo, continueremo fino in fondo ad essere stimolanti, speriamo, per il consiglio comunale e la giunta, ma anche per la città che si aspetta un’accelerata sulle questioni aperte dell’ultimo periodo, che saranno anche quelle più dirimenti per la campagna elettorale. Non rinunceremo a denunciare ciò che non funziona come abbiamo sempre fatto, proponendo alternative possibili o da cercare insieme. Lo stiamo facendo sui giovani di cui mai si parla in consiglio, sullo stadio, abbiamo cercato di farlo sulla Cittadella (con solo alcuni risultati, ahimè), lo faremo ancora sulla casa della Salute di via XXIV Maggio e su lavoro e disabilità.

Quali credi debbano essere le proposte o i cambiamenti più significativi da inserire nel programma elettorale del centrosinistra?

Parole chiave per me sono: partecipazione, responsabilità e visione di insieme nei confronti delle periferie urbane/umane/sociali. La logica della “cura” della comunità/città oggi esige una visione di insieme che è possibile solo se gli assessorati e la giunta lavorano insieme (e con la partecipazione della società civile, certamente), con il Sindaco come regista unitario. Penso sia giustissimo che i sindaci vedano riconosciuto economicamente il loro essenziale ruolo di responsabilità nella gestione d’insieme della città e dei suoi problemi e progetti. Parma ha estremamente bisogno di un futuro sindaco con questa visione di insieme.

La pandemia, poi, ci chiede di trovare nuove relazioni in tutti i settori, soprattutto in quello della prevenzione e della “cura” intesa a 360°. Da parte nostra ci stiamo da mesi impegnando per una nuova visione di co-governance in campo socio sanitario (Case della Comunità) e abbiamo già posto questo tema alla amministrazione: l’apertura della casa della salute di via XXIV Maggio infatti potrebbe essere una bella palestra di sperimentazione e innovazione se volessimo lavorare insieme nelle commissioni consiliari. Ma non sarà facile, per ora la risposta è stata negativa, va tutto bene così, nulla si tenta di nuovo. Noi sulla sanità, di cui il sindaco è il primo responsabile anche quando non lo sa, un progetto lo abbiamo, sarà uno dei temi elettorali più innovativi, spero.

Altri temi urgenti ma anche scomodi e spesso evitati sono quelli legati alle infrastrutture: mi riferisco allo snodo Baganzola dove tutto deve succedere: dal Mall al nuovo polo di logistica aeroporto cargo fino alla fermata per l’Alta Velocità. Poi su Tibre va trovata una visione unitaria.

Sono contenta che sia sia aperta in Regione la strada per via Emilia Bis… vedremo come.

Sui giovani e adolescenti vanno riviste tutte le politiche e gli approcci, come decisi investimenti economici ed educativi, valorizzando le comunità straniere come risorse formative e non come soggetti deboli da aiutare. Un capovolgimento di prospettiva.

Non tutto può fare la scuola e vanno collegate e sostenute le famiglie, sia italiane che straniere, sul disagio giovanile evidente. Si deve valorizzare l’azione educativa dello sport, chiedendo al mondo del calcio che sta facendo un enorme progetto sulla città (vedi nuovo stadio) di valorizzare il proprio ruolo educativo condividendo obiettivi con scuola e famiglie e altri sport.

Si devono poi riaprire tutti i tavoli chiusi dall’assessorato al Welfare, da quello della accoglienza immigrati (lasciata alla Prefettura) a quelli sulla disabilità e il lavoro, mai affrontato veramente dal comune con il mondo imprenditoriale privato. Il Terzo settore va coinvolto come prezioso partner con la prevista co-progettazione fin dall’inizio e non più utilizzato per esternalizzare e risparmiare costi. Tutte le questioni sulla povertà passano dal quel mondo sussidiario del Terzo settore che è sempre il più innovativo, vedi microcredito da implementare. Le aziende partecipate del Comune vanno osservate con attenzione non solo sul piano economico ma anche come aziende i cui lavoratori devono essere coinvolti nel progetto dell’azienda, alla luce della filosofia dell’economia civile che mette al centro i lavoratori.

I temi sono tantissimi, avremo modo di affrontarli nei prossimi mesi, anche grazie al congresso che riporterà confronto e partecipazione nel partito, poi sui tavoli delle alleanze e in campagna elettorale.

Pensi sia possibile arrivare a un congresso unitario in città?

Non so se per te il termine unitario significhi “unitivo”. Spero di sì perchè per tutti noi è un obiettivo essenziale, abbiamo già dato abbondantemente motivo di credere che, come il solito, il PD litiga. Sarà indispensabile realizzare un progetto di segreteria che esprima le diverse anime del partito (e mi riferisco espressamente a chi fa il tifo per le primarie e chi non le vuole, per esempio, ma non solo) ma penso che un po’ di discontinuità sulle modalità con cui il tavolo è nato, si è sviluppato ed ha comunicato con il partito, quello penso se lo aspettino tutti.

Nessuno di noi quattro consiglieri comunali ha mai detto che non sia possibile creare un dialogo con Effetto Parma per le elezioni 2022. Tutti abbiamo sostenuto che il partito andava maggiormente coinvolto fin dall’inizio così come l’intero gruppo (e le altre componenti della minoranza alleate che siedono con noi in consiglio comunale). Questo congresso creerà sicuramente unità ora più di prima, poiché si riprende in mano il tema alleanza sapendo che il metodo può cambiare in meglio, più numerosi saranno i protagonisti e soprattutto si affronteranno davvero i temi per la città futura, fino ad arrivare alla modalità di scelta del candidato sindaco. Affrontare il conflitto, saperlo gestire, sarà la vera sfida verso l’unità, perchè i conflitti ci saranno ancora, segno di democrazia e sano pluralismo.

Andrea Marsiletti